Vera Casamonica nel salotto di Vespa difende il padre Vittorio

Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, Vera, figlia di Vittorio Casamonica, prova a difendere il padre e i funerali fatti a Roma, i più discussi degli ultimi tempi.  

Vera Casamonica, ospite insieme al cugino Vittorio, nel salotto di Bruno Vespa per difendere il padre e i suoi funerali celebrati a Roma.


Nel salotto di Bruno Vespa, vestita di nero, con vistosi orecchini che oscillano per la verve che ci mette, Vera Casamonica, la figlia 47enne di Vittorio, il capostipite del clan, prova a smontare l’impalcatura che si è costruita intorno ai funerali del padre celebrati a Roma, lo scorso 20 agosto, che tanto hanno fatto discutere l’Italia intera. “Rifarei il funerale tale e quale, anche con l'aereo”. 

Per i pochi che se lo fossero perso, l’aereo (che poi era un elicottero) ha lanciato una cascata di petali di rose sulla folla riunita, la bara è arrivata dopo un corteo di 5 chilometri, su una carrozza antica di legno nero intarsiato (la stessa che trasportò le esequie di Totò e del boss italo-americano Lucky Luciano) trainata da otto cavalli, anche loro neri, con pennacchio in testa. Nemmeno il sottofondo musicale (la colonna sonora de Il Padrino) e la foto appesa sulla chiesa di don Bosco erano improvvisati: Vittorio è vestito di bianco, al collo ha una croce, sotto c’è la frase “hai conquistato Roma”. Foto che lo ha accostato al Papa e ha infervorato ancora di più gli animi. 

Clamore che Vera prova a smontare davanti alle telecamere, mettendoci tutto l’amore di una figlia, tutte le tradizioni di una famiglia e tutte le bizzarrie di quella famiglia: “Lui non era vestito da Papa, lui vestiva così, gli piaceva così”. Vespa obietta che assomiglia al “Papa in campagna”, lei ribatte che i pantaloni (che non si vedono) sono blu. Risatine. Allora ribatte domandando quale papa “perché lui era buono come Papa Francesco ma somigliava a Wojtyla”. Altre risatine. Altra arringa di Vera che non si lascia certo intimidire: “Qui - dice riferendosi agli ospiti in studio, la giornalista Fiorenza Sarzanini e il direttore del Messaggero, Virman Cusenza - sono tutti vestiti di bianco. Sono tutte papesse?”. Meglio cambiar discorso, pensa Vespa.

Insomma, Vera è un muro di gomma, ha la risposta pronta per tutto. La musica, per esempio: “Il padrino è un film che a lui piaceva, come gli piaceva quella musica”. E la scritta: “significava solo che ha conquistato il nostro cuore, per noi lui era un re”. E le accuse alla famiglia: “Io sono venuta per difendere mio padre. Degli altri Casamonica e di quello che hanno fatto non mi interessa niente. Lui non c'entra niente con la droga, né con Mafia capitale”. E i soldi a palate: “Veniva da una famiglia benestante” e poi “vendeva macchine. Era amante dei motori. Nonno e nonna erano grandi commercianti di macchine e non ci sta niente di male se l'aiutavano i genitori. I soldi per noi erano puliti”. Le fa eco il nipote Vittorio Casamonica, anche lui in studio: “Non è vero che mio nonno era un boss, era il capo della famiglia a casa sua, non a casa degli altri”.

Alla fine della puntata l’immagine privata del capostipite della famiglia di nomadi - più volte finito sotto processo per reati contro il patrimonio e citato nelle indagini della Procura della Repubblica di Roma come personaggio in rapporti anche con gruppi criminali - continua a lasciare perplessi gli ospiti in studio e lo stesso Vespa. Poco male, Vera ha fatto quello che andava fatto: “Da lassù mio padre è contento perché abbiamo fatto il funerale che piaceva a lui. Noi siamo abituati a fare i funerali così”. 

Copyright foto: Kika Press
Potrebbe anche interessarti
Il documento intitolato « Vera Casamonica nel salotto di Vespa difende il padre Vittorio » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.