L'Iran (molesto) raccontato da Giulia Innocenzi fa indignare la rete

Al ritorno dalle sue vacanze in Iran con un'amica, Giulia Innocenzi pubblica un reportage che racconta molestie e aggressioni subite in quanto donne sole. Una descrizione che scatena la rete, Tiziana Ciavardini in testa.

Giulia Innocenzi è andata in vacanza in Iran con l'amica Maddalena Oliva. Le due hanno raccontato di aver subito varie molestie.


Giulia Innocenzi va in Iran in vacanza con un’amica e al suo ritorno scatena un putiferio. Il lungo post dal titolo Due donne sole in Iran: quello che gli uomini non dicono pubblicato sul suo blog che racconta di palpatine nei bazar, uomini che mettono in bella mostra i loro organi sessuali e altri che si masturbano davanti ai loro occhi, non convince. Anzi: tra Tiziana Ciavardini, giornalista freelance e collaboratrice di Repubblica che vive a Teheran da 12 anni, e chi la liquida “Sionista galoppina di Washington” ce n’è per tutti i gusti.  

Nelle intenzioni della giornalista di Announo, l’articolo voleva raccontare alle donne viaggiatrici “l’esperienza di due donne che hanno viaggiato sole in Iran” - dispiace dirlo, la Lonely Planet è stranamente molto carente su questo punto, e neanche su internet abbiamo trovato molto - così che saprete cosa potrebbe succedere, e decidere con coscienza se partire o no. O quantomeno: come evitare esperienze molto negative”. Il fatto è che quello che capita alle due ragazze in soli quindici giorni ha dell’incredibile. 

Molestie nei bazar, inseguimenti in metropolitana a Teheran, un uomo che “nella più grande moschea dell'Iran, a Isfahan ci omaggia tirando il pene fuori dai pantaloni e passeggiando davanti a noi affinché possiamo vederlo” e perfino un’aggressione fisica a Kashan: “A un tratto lui si palesa alle nostra spalle - scrive la Innocenzi - e dal motorino afferra per il sedere una di noi. Poi si ferma davanti a noi bloccando la via d'uscita, e comincia a masturbarsi. Una di noi due si mette a urlare contro parolacce in italiano, avanzando con fare minaccioso, ma lui come nulla fosse continua. Così ci si è buttati su un più internazionale: "Help! Help! Help!" a squarciagola. Fortunatamente, ha funzionato”.

Per cercare di capire se in qualche modo stanno alimentando tutti questi comportamenti, Innocenzi e compagna (Maddalena Oliva) chiedono in giro: "Succede anche a Roma o a Napoli, no?  è stata la reazione della maggioranza delle persone. Veramente no, non succede anche a Roma o a Napoli”, fa notare la giornalista che però dimentica che proprio mentre lei girava per l’Iran turiste a Rimini e a Sorrento venivano violentate. Giulia e Maddalena però, vogliono capire, così interpellano una guida (donna) che racconta “la normalità della violenza e delle molestie verso le donne, quasi come fosse naturale”, proprio lei che subì un “tentato stupro subito durante il liceo”. 

Verso la fine la giornalista decreta che “L’Iran ha ancora molta strada da fare. E non solo perché la Repubblica islamica vuole portare il flusso di turisti nel paese dai tre milioni l'anno ai venti milioni nei prossimi dieci anni. Ma soprattutto per le donne iraniane” e confessa che “È stata una liberazione togliere il velo non appena abbiamo messo piede sull'aereo che ci avrebbe riportate a casa”. 

Un reportage che a parte poche eccezioni (di donne) quasi nessuno apprezza e glielo comunica senza mezzi termini. Critiche al vetriolo a cui lei risponde via fecebook: “Quello che mi fa specie è che in mezzo al turpiloquio che mi dedicate, nessuno di voi, ma dico nessuno, si sia anche solo interrogato sul perché abbiamo subito queste molestie. Non è un problema di longitudine o latitudine. Piuttosto potrebbe avere a che fare con un regime dove vige la repressione sessuale e dove le donne in diversi ambiti hanno diritti di serie B. La tecnica di puntare il dito contro la vittima, anziché il carnefice, purtroppo è ben rodata”.

Tiziana Ciavardini, però, non ci sta e in un'intervista dice la sua: "Episodi del genere sono per me surreali - racconta in un’intervista all'Huffington Post -, ho trascorso più tempo nei bazar che non in casa, ho girato l’Iran per lungo e per largo anche in zone poco conosciute e in ambienti solo maschili. Non posso negare che vi siano stati episodi di "mano morta" ma le stesse cose mi sono accadute a Roma e in tutti i paesi in cui ho vissuto negli ultimi 24 anni della mia vita ma di certo mai avrei pensato di farci un pezzo".

Replica che la Innocenzi non ha gradito e ha contro-ribattuto con un lungo post che inizia con “Basta, ne ho sentite veramente troppe” e snocciola numeri, nomi e cognomi delle donne iraniane "meno fortunate" della giornalista di Repubblica. La palla torna alla Ciavardini che dopo aver precisato di aver già affrontato in diversi articoli i casi citati dalla Innocenzi, la invita a lasciar perdere onde evitare di diventare “ridicola e noiosa”. E ancora: “trovati altri argomenti frivoli che per per te sono più indicati e lascia stare l’Iran di cui non sai assolutamente nulla”. Poi le dà un consiglio per il futuro: "Bastava non generalizzare. Poteva scusarsi e dire "Mi sono espressa male, era un blog in fondo ma non volevo accusare TUTTI gli iraniani ma solo quelli che mi hanno molestata”. 

Copyright foto: Facebook@Giulia Innocenzi
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