Morto Sergio Sollima, il papà televisivo di Sandokan

Sergio Sollima, il regista che ha trasformato il Sandokan di Salgari in uno dei film più amati della tv italiana, è morto a 94 anni. Il talento della cinematografia all’italiana che inaugurò la stagione dello spaghetti western in salsa politica lascia nelle mani del figlio Stefano (regista di Gomorra e Romanzo Criminale) un'eredità preziosa. 

Sergio Sollima, il regista che portò il Sandokan di Salgari in televisione, è morto a 94 anni.


Sandokan e i western con Thomas Millian. Tanto basta per fare del lavoro di un regista una delle pietre miliari della cinematografia all’italiana. È morto novantaquattrenne Sergio Sollima, il regista che inaugurò la stagione dello spaghetti western in salsa politica con pellicole come La resa dei conti, Faccia a faccia e Corri uomo corri, sul finire degli anni Sessanta. Diplomato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma aveva esordito come sceneggiatore. Poi si era seduto dietro la macchina da presa per un episodio de L’amore difficile, con Claudia Mori (1962), e aveva firmato anche (con lo pesudonimo di Simon Sterling) due thriller: Agente 3S3: Passaporto per l’inferno e Agente 3S3: Massacro al sole (tra il ’65 e il ’66), film che ebbero poca eco nonostante preconizzassero un mondo che presto sarebbe stato reso celeberrimo da James Bond.

Nel frattempo però era esploso il western nostrano, dopo il successo travolgente di Per un pugno di dollari di Sergio Leone (grande amico di Sollima). In quel genere Sollima ha messo del suo, aggiungendo una caratterizzazione della psicologia dei personaggi che nelle altre pellicole del genere non c’è: basta pensare ai personaggi interpretati dal già citato Millian e da Gian Maria Volonté in Faccia a faccia

Cerco sempre di raccontare come la gente può cambiare vita”, aveva spiegato Sollima ripercorrendo quegli anni. Rapidamente il suo nome diventa un punto ferma del cinema italiano che faceva l’occhiolino (e spesso riusciva a battere al botteghino) al grande schermo a stelle e strisce. Si arriva così, per esempio, a Città violenta, interprete Charles Bronson e produzione United Artist, nel 1970 e il poliziesco Revolver (1973) con Oliver Reed.

Arriva così il Sandokan con Kabir Bedi e Philippe Leroy, personaggio cui il regista rimase sempre legato perché, spiegava ancora “all’epoca lo videro 27 milioni e mezzo di spettatori”. Mezza Italia incollata alla tv per le avventure del pirata inventato da Salgari. Ancora Sollima su Salgari: “Uno scrittore ricco di qualità, e bisognerebbe anche leggere i suoi romanzi sul west. Del resto nel 1905 chi cazzo sapeva come era fatta la frontiera?”. Ora il cinema italiano dà l’addio a Sergio sapendo però che la sua eredità artistica è in buone mani. 

Il figlio Stefano è il regista delle serie tv Gomorra e Romanzo criminale oltre che del film Acab con Pierfrancesco Favino. Ancora una volta la storia di come si può cambiare vita: magari partendo schierati dalla parte del bene per finire (forse) a lottare dalla parte del male. Ammesso che si possa tagliare una vita in categorie così nette. Difficile anche al cinema o in tv.

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