Dominique Strauss-Kahn assolto: non sapeva che al Carlton fossero prostitute

Dominique Strauss-Kahn assolto: non sapeva che le signorine del Carlton fossero prostitute. Finito alla sbarra insieme a 13 imputati, l'ex ministro socialista che era stato accusato di sfruttamento aggravato della prostituzione per i festini al lussuoso hotel di Lille, è di nuovo un uomo libero.



L'ex ministro socialista che fu direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, è stato assolto.


Il libertino di Francia Dominique Strauss-Kahn, l'uomo che nel 2011 lasciò la carica da direttore del Fondo monetario internazionale dopo l’accusa di stupro da parte di una cameriera dell’hotel Sofitel di New York, l’ha scampata di nuovo: i giudici l’hanno assolto dall’accusa di sfruttamento aggravato della prostituzione dopo un processo che dal 2 febbraio scorso ha catalizzato l’attenzione dei media d’Oltralpe. È vero, ha decretato la sentenza, il 66enne uomo tra i più potenti al mondo, ai festini a luci rosse del lussuoso hotel Carlton di Lille ci è andato, con le signorine che allietavano le danze si è intrattenuto, eccome, ma non le ha mai pagate dal momento che ignorava fossero prostitute. Il che, in Francia, dove l’articolo 225-7 del codice penale considera sfruttamento della prostituzione anche avere rapporti sessuali con una prostituta senza pagare, fa una bella differenza. 

A pagare quegli incontri che hanno scaldato le sale dell’albergo belle époque nel centro di Lille — ma anche a Parigi, Washington, New York, Vienna e Madrid - e gli animi degli ospiti - di DSK, come lo chiamano i francesi, ma anche di altri tredici pezzi grossi e perfino dell’ex numero tre della polizia della città del Nord della Francia - erano altri. Primi tra tutti gli imprenditori impegnati in settori con una forte presenza di appalti pubblici da aggiudicarsi.     

Un mattoncino dopo l’altro, il tribunale di Lille ha smontato l’accusa dei giudici istruttori assolvendo oltre a DSK anche Dominique Alderweild, più noto come Dodo la Saumure, l’uomo che, in qualità di padrone di un bordello in Belgio, era accusato di aver procurato le squillo e la sua compagna Beatrice Legrain. L’unico colpevole è René Kojfer, l’uomo che ai tempi gestiva le relazioni esterne dell’albergo: l’accusa di sfruttamento della prostituzione (ma non aggravata) lo ha condannato a un anno di carcere ma con la condizionale. Insomma, i lussuriosi che la Francia ha additato negli ultimi mille giorni, sono tutti a piede libero. Tanto che dopo la sentenza, ascoltata con volto impassibile, DSK - che ha testimoniato più volte, ammettendo con tono sprezzante le sue responsabilità ma difendendo con vigore la sua innocenza rispetto alle accuse - si è lasciato sfuggire uno sconsolato ”Tutto ciò per questo... Che rovina”.

Anzi, più di una rovina: per DSK l’affaire è un riscatto personale e politico. Di certo ha contribuito ad affossare ancora di più la carriera politica dell'ex ministro socialista, candidato dei sogni della gauche per le elezioni presidenziali del 2012, dopo che si era appena ripreso dalle accuse di stupro per la vicenda del Sofitel. Ora si chiedono tutti che cosa farà, DSK, se ha ancora la forza per riprovarci in un Paese che, forse, dopo tutta questa vicenda, lo ha rivalutato.

Tanto più che, proprio il processo a suo carico ha coinciso con la revisione della legge sulla prostituzione, scaldando il dibattito in tutta la nazione. “È grazie all’eco del processo del Carlton che in seconda lettura si è introdotta di nuovo la penalizzazione dei clienti nel progetto di legge”, ha sottolineato Emmanuel Daoud, avvocato del Movement du Nid, specializzato nella difesa dei diritti delle prostitute. Nello stesso giorno della sentenza, il progetto di legge ritorna in lettura all’Assemblea nazionale. Una coincidenza che non passerà inosservata a chi, qualche dubbio che fosse tutta una montatura per distruggere un candidato, se l’era fatto venire.

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