"Freedom Portrait": le donne scampate all'Isis che si levano il niqab

Donne che passano un confine e si spogliano della paura e dell’oppressione: sono le donne sfuggite alla Siria in mano all’Isis che il cameraman Shervan Derwish ha immortalato e il giornalista freelance Jack Shahine - attivo nel Rojava, il Kurdistan siriano - ha ribattezzato "Freedom Portrait" e postato in rete. 

Succede a Tel Abyad, a circa 40 miglia a est di Kobane, a due passi dalla Turchia. Le donne sono accovacciate sui pick up insieme ad altre donne, uomini e bambini. Si alzano in piedi, si levano il niqab e ritrovano se stesse, i loro colori, le loro identità. I loro canti di gioia si mescolano al rumore del vento che agita anche i loro capelli, sotto quel sole che illumina di nuovo i colori dei vestiti rossi, verdi, gialli. Fuochi accesi sotto quelle vesti nere che vengono buttate in strada, per essere abbandonate e diventare un brutto ricordo.

Postate sui social, le foto hanno fatto il giro della rete diventando il simbolo della libertà. “Non sono le uniche - ha spiegato il fotoreporter al Daily Mail - ho visto molte donne al loro arrivo nelle zone controllate dai curdi gettare il niqab e riscoprire la gioia di essere nuovamente libere”. Libere dal terrore di essere vendute come schiave, di perdere i loro figli secondo le orribili pratiche ormai collaudate dai miliziani del Califfato. Libere di poter ricominciare a vivere. 

Una libertà che le donne della libica Derna, vedono sfuggire in quelle stesse ore: i miliziani dell’Isis hanno distribuito volantini nella città di cui hanno preso il controllo intimando alla popolazione di adeguarsi alle nuove regole, prima tra tutte quella per le donne di vestire di nero che lascia scoperti solo gli occhi, pena punizioni severe.