Mantenimento figli maggiorenni: quando sì, quando no

Finché i figli non raggiungono l'indipendenza economica, i genitori sono tenuti a provvedere al loro sostentamento. Con qualche eccezione.  

I genitori sono tenuti a mantenere i figli finché non raggiungono l'indipendenza economica.


L’articolo 30 della Costituzione parla chiaro: i genitori sono tenuti a mantenere economicamente un figlio anche dopo la maggiore età. Di più: la legge 54/2006 ha stabilito la legittimità di un assegno periodico al figlio over 18 privo di mezzi per mantenersi. Obbligo che mamma e papà devono rispettare anche in caso di lavoro saltuarioLa questione è delicata perché se l’Italia è il paese dove i giovani non si staccano da casa, è altrettanto vero che, ogni anno, sono circa 30mila le cause intentate ai genitori da figli che in media hanno 29 anni e per lo più sono maschi alla ricerca di un sostentamento.

Spese ordinarie e straordinarie

Mantenere un figlio maggiorenne significa assicurargli vitto, alloggio e un abbigliamento adeguato ma anche garantirgli la possibilità di istruirsi e perfino di divertirsi, assicurandogli i mezzi per uscire con gli amici o andare in vacanza. Il discorso vale anche se i genitori sono separati o divorziati e, in questo caso, si fa riferimento al tenore di vita di cui il figlio godeva prima della divisione dei coniugi, tenendo conto della situazione presente e delle "esigenze attuali del figlio". 

Eccezioni

Se però il ragazzo non studia, s'iscrive all'università ma non dà esami e passa il tempo perdendo tempo, allora l'obbligo decade, come ha stabilito la sentenza 1858 del 1 febbraio 2016 della Corte di Cassazione. Stesso discorso vale se è troppo "choosy", come dicono gli inglesi e come disse l'allora ministro del Welfare Elsa Fornero: secondo la legge, se un ragazzo non beneficia delle occasioni e, macchiandosi di “colpevole inerzia”, rinuncia ad opportunità di lavoro adeguate alla sua professionalità, allora l’obbligo decade (ma l’onere della prova spetta al genitore). 

Raggiunta l’indipendenza, termina il dovere

La legge italiana non fissa limiti temporali: i genitori sono tenuti a sostentare il figlio finché quest’ultimo non raggiunga l'autosufficienza economica. Il che è un concetto relativo e per questo la giurisprudenza ha più volte definito i limiti dell’indipendenza. Per la serie: un lavoro precario non garantisce la piena autonomia ma con i tempi che corrono ogni caso fa storia a sé e viene valutato dal giudice. La legge insegue il buon senso - in merito non mancano le associazioni di categoria che richiedono limiti certi per limitare il numero di contenziosi familiari - cercando di tutelare da un lato i figli, dall’altro i genitori che non sono tenuti ad aprire il portafoglio se, dall’altra parte, si sta con le mani in mano.

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