Singhiozzo del feto: cosa c'è da sapere?
Il cosiddetto singhiozzo del feto è una sorta di respirazione primitiva che permette al piccolo di espellere il liquido amniotico ingerito involontariamente.
Singhiozzo del feto: cos'è? Quel movimento ritmico del pancione che si può avvertire già a partire dalla metà del secondo trimestre (tra la 20esima settimana di gravidanza e la 22esima settimana) non corrisponde, in realtà, ad un vero e proprio singhiozzo ma ne ricorda talmente tanto i tratti da essere comunemente definito proprio attraverso questo nome un po' improprio. Ecco di cosa si tratta davvero e cosa c'è da sapere a proposito.
Singhiozzo nel feto: cos'è davvero?
Il singhiozzo nel feto corrisponde ad una forma di "respirazione primitiva" che permette al nascituro di allenare i muscoli della cassa toracica quando, involontariamente, ingurgita piccole quantità di liquido amniotico e dunque si trova a doverlo espellere per tornare ad una condizione di normalità. Proprio per questo motivo generalmente è possibile avvertire con maggiore semplicità questo movimento fetale quando la mamma esegue dei movimenti improvvisi (come alzarsi improvvisamente o sollevare pesi particolarmente pesanti o, ancora, affaticarsi per qualsiasi motivo) e dunque il nascituro riceve - momentaneamente - un ridotto apporto di ossigeno.
Singhiozzo persistente: niente paura
Alla luce di tutto questo è chiaro che il, cosiddetto, singhiozzo fetale (anche quando è singhiozzo persistente) rappresenta un processo completamente fisiologico che non deve spaventare o creare alcun genere di preoccupazione. Anzi. Secondo gli esperti, infatti, questa forma di auto-disistruzione primitiva si rivelerà una competenza preziosa quando il feto diventerà un bebè perché lo aiuterà ad affrontare con consapevolezza i rigurgiti delle primissime poppate (quelle del primo mese di vita del neonato).