Il mare di Hull: i nudi blu di Spencer Tunick

"Il mare di Hull", l'ultima performance del fotografo artista Spencer Tunick, ha portato 3200 corpi nudi tra le vie della Capitale della Cultura 2017.

All'alba del 9 luglio 3200 volontari hanno posato per "il mare di Hull", l'ultima performance di Spencer Tunick.

Un mare di corpi nudi. Dipinti di blu, come Il mare di Hull, la cittadina del nord est dell'Inghilterra affacciata sul canale Humber, il collegamento diretto che la porta tra le braccia del Mare del Nord. Corpi senza età né sesso, disinibiti, fieri, sovversivi, democratici e pacifici come solo i corpi nudi possono essere. Questa volta è toccato ai britannici di Hull rispodere all’appello lanciato da Spencer Tunick, il fotografo newyorkese che, all’alba, popola le città di persone senza veli che, docili, obbediscono ai dettami del guru: estate o inverno che sia. E anche questa volta è stato un successo visto che alle 7.30 del mattino si sono presentati in 3200.    

Le foto scattate il 9 luglio sono un’eccezionale anteprima di ciò che sarà Hull Capitale della Cultura 2017, un assaggio con una performance d'autore tra le meglio riuscite: per le strade, su un ponte, in un parco hanno sfilato una marea di anime. Poi si sono sdraiate per terra, sull’asfalto e accovacciate, le une vicino alle altre, in attesa di quegli scatti che hanno già fatto il giro del mondo. “È uno dei progetti più fantastici che abbia mai realizzato”, ha ammesso Tunick stesso che, questa volta, ha scelto il blu per raccontare il legame di Hull con il mare.

D'altra parte chi lo conosce sa che che il suo obiettivo è capace di creare miracoli in carne ed ossa. A sfogliare il suo album artistico si rimane senza parole, incollati. Non solo per il risultato, ma pensando a tutto ciò che lo rende possibile: migliaia di volontari che violano qualsiasi legge sul pudore, che rompono tabù e creano un’empatia che si fa fisica. Da Londra a Melbourne, da Roma a Caracas, da Barcellona a Città del Messico - dove portò in piazza oltre 18mila persone -, le sue “manifestazioni sociali” fanno della libertà di espressione un caposaldo e obbligano a riflettere su quanto i confini tra pubblico e privato, collettivo e individuale siano liquidi e omogenei. Svuotando i corpi della loro sensualità a volte anche della loro umanità, a prima vista le persone sembrano cose ma un attimo dopo i profili dei fianchi, delle spalle, delle teste ritornano per quello che sono, umani, e l'umanità degli uomini e delle donne emerge in tutta la sua forza, ricordandoci che, senza veli, siamo tutti uguali. 

 

Copyright foto: Kika Press

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