Perdita tappo mucoso: quanto manca al parto?

Perdita del tappo mucoso: cosa significa? L’espulsione del tappo può avvenire in due (o più) momenti non significa per forza che il parto è imminente ma può fornire informazioni importanti.
 

Perdita tappo mucoso: quanto manca al parto? Il dubbio è diffuso ma la risposta, purtroppo, non è uguale per tutte e varia (anche di molto) da una gravidanza all'altra. © Ferli Achirulli/123rf

Perdita del tappo mucoso: cosa fare? Le future mamme sanno bene che cos’è il tappo mucoso e quando si espelle ma su questo “sigillo dell’utero” restano ancora molti dubbi e il primo è, semplicemente, dopo la sua espulsione quanto manca al parto? La risposta non è uguale per tutte perché la perdita del tappo mucoso può avvenire in una soluzione unica o, in alternativa, in due (o più) momenti. Assolutamente indolore, ma indispensabile per capire che il momento del parto si sta avvicinando, la perdita del tappo mucoso si manifesta generalmente come una perdita, appunto, di materiale gelatinoso nel quale compaiono piccole tracce di sangue che può essere vivo o più rappreso (e, a seconda di questo, modifica la sua colorazione). Ecco cosa c'è da sapere (e come bisogna comportarsi).


La perdita del tappo mucoso è l'inizio del travaglio?

Dopo la perdita del tappo mucoso resta, come si diceva, molto difficile stabilire con certezza quanto manca al parto perché questo - a differenza di quanto spesso non si sia portate a credere - non è necessariamente il segno dell'inizio del travaglio. In alcuni casi, infatti, possono passare dei giorni interi tra la fuoriuscita del muco e l’inizio delle contrazioni del parto mentre, in altri casi, le due cose possono essere più vicine nel tempo. Malgrado le convinzioni dei più,  infatti, solo in casi rarissimi l’espulsione del tappo coincide con l’inizio del travaglio. Un’altra cosa che può essere utile sapere è che il tappo mucoso non deve per forza essere espulso tutto insieme, ma la sua fuoriuscita può anche avvenire in più tranches. A condizionare l’espulsione della sua parte più superficiale, infatti, possono essere eventi lievemente traumatici come una visita ginecologica interna o un rapporto sessuale.
 

Tappo mucoso: colore, consistenza e situazioni di rischio

Detto tutto questo può essere utile, per le future mamme, soffermarsi ad osservare il tappo mucoso quando ci si accorge di averlo espulso. Questo, infatti, è un’utilissima cartina tornasole sull’ambiente interno dell’utero e, in generale, sullo stato di salute della futura mamma (e, di conseguenza, sul benessere del feto). Tra le situazioni di rischio, per esempio, si trova l’espulsione troppo prematura (che potrebbe indicare l’avvicinarsi di un parto pre-termine se avviene prima della 30esima settimana di gravidanza circa), ma anche le perdite troppo abbondanti che caratterizzano questa fuoriuscita (e che richiedono una visita ginecologica). Attenzione, infine, se il tappo mucoso contiene molto sangue (e, specialmente, se questo è di un color rosso acceso) o se il muco presenta delle striature giallognole che possono essere il segno di un’infezione in corso.

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