Mammografia: screening e prevenzione del tumore al seno

Il cancro al seno colpisce una donna su otto nel corso della vita. Lo screening è fondamentale per prevenire il tumore e agire per tempo in caso di anomalie. Quali esami bisogna fare? Sono dolorosi? A che età bisogna cominciare?

La mammografia è l'esame che permette di effettuare la diagnosi precoce del tumore al seno.

In cosa consistono i test di screening?

Lo screening del tumore al seno viene generalmente effettuato con una mammografia, un esame radiografico. Vengono fatte due lastre per seno, che devono essere analizzate da due medici diversi. La diagnosi può essere completata con un'ecografia mammaria, ovvero un'ecografia della mammella effettuata con una sonda a ultrasuoni.

A chi si rivolgono i test di screening?

I test di screening si rivolgono principalmente alle donne tra i 50 e i 69 anni, la fascia di età in cui il rischio di tumore al seno è più elevato. Le campagne di prevenzione possono variare a seconda delle regioni. In generale, viene consigliata una mammografia ogni due anni, ma il medico può dare delle indicazioni specifiche a seconda della situazione della paziente. 

E se ho meno di 50 anni? 

L'80% dei casi di tumore al seno riguarda le donne sopra i 50 anni. Tuttavia, nei soggetti più a rischio (donne le cui madri o sorelle hanno avuto un tumore), lo screening è raccomandato a partire dai 40-45 anni. Per le giovani donne che non presentano dei fattori di rischio è importante avere il parere del medico, per evitare una sovradiagnosi precoce (e quindi un'esposizione ai raggi X non giustificata). Alle donne più giovani è comunque consigliato di fare una visita al seno dal ginecologo (o da un medico esperto) almeno una volta all'anno.

In cosa consiste una mammografia? 

La mammografia è una radiografia della mammella che dura circa 5-10 minuti. Non richiede nessuna anestesia. Vengono effettuate due lastre per ogni seno, una dall'alto e una lateralmente. Le piastre che schiacciano il seno possono provocare un leggero dolore, ma solo per pochi minuti. Una volta terminato l'esame, le proiezioni radiografiche vengono analizzate da due medici, per ottenere una diagnosi più affidabile. Dopo l'esame si può tornare a casa e riprendere una vita normale. 

E se viene rilevata un'anomalia? 

Nel caso in cui vengano rilevati dei noduli o altre formazioni tumorali, la paziente deve sottoporsi a una seconda mammografia, a un'ecografia e a una visita medica. Questi esami, di solito insieme a una biopsia, sono necessari per completare la diagnosi.

Mammografia: quali vantaggi? 

Gli esami di screening sono in grado di rilevare i tumori in fase precoce, cioè da prima che i noduli possano essere rilevati con la palpazione o che compaiano dei sintomi. Prima viene individuato il cancro, più le terapie risultano efficaci. Viceversa, se il tumore è diagnosticato in fase avanzata, l'efficacia dei trattamenti diminuisce e la patologia e può estendersi anche ad altri organi (metastasi). 

Quali sono gli svantaggi della mammografia?

Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, la diagnostica non distingue tra le lesioni tumorali che evolvono, e che sono la maggioranza, da quelle che cambieranno poco o che non si trasformeranno in tumori invasivi. Nel frattempo, la persona in cui è stata riscontrata la lesione deve essere sottoposta a delle terapie che hanno delle ripercussioni fisiche e psicologiche. I medici sono comunque molto attenti ad evitare la sovradiagnosi, e il Piano nazionale della prevenzione è stato studiato tenendo conto del rapporto tra i vantaggi e gli inconvenienti dello screening. 

Fonte: AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro)

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