Tattoo: l'autunno è la stagione dei pentiti e della rimozione dei tatuaggi

Nel mondo i tatuati sono 20 milioni eppure uno su quattro si stufa del tatuaggio dopo il primo anno. Le donne si fanno cancellare il nome dell'ex, gli uomini la fede politica o calcistica.

In Italia ci sono un milione e mezzo di persone tatuate: il 7,5% ha tra 12 e 18 anni.


Nella lista dei to do dell'autunno il tatuaggio è in zona podio. A giudicare da quanto sono impegnati tatuatori e dermatologi verrebbe da pensare che sia uno degli effetti della prova costume: c'è chi torna dalle vacanze e non vede l'ora di farsene uno (tra il 2009 e il 2013 l'impennata è stata del 442%) e c'è chi (uno su tre) non lo sopporta più e corre a farselo cancellare (o per lo meno coprire con il trucco). D'altra parte questo è il momento giusto: archiviato il sole estivo, la pelle rimarrà nascosta e protetta per mesi, l'ideale per chi vuole scrivere o rimuovere. Ma andiamo con ordine, perché il tatuaggio accompagna l'uomo dalla notte dei tempi e continua a regalare sorprese.

I pentiti

Se il tatuaggio più antico ha 5300 anni e risale ai tempi della mummia di Similaun - ritrovata dagli archeologi tutta tatuata -, il più moderno e più richiesto (e anche tra i più difficili) dalle girls è quello con pizzi e merletti. Quella dei tatuati è una popolazione mondiale di venti milioni di persone - il 60% sono uomini fra i 16 e i 36 anni. Gli italiani dipinti sono circa un milione e mezzo e i ragazzi tra i 12 e i 18 anni sono il 7,5%. Eppure un tatuato su quattro si stanca di quel segno sul corpo già dopo il primo anno. 


Melanie Griffith a Taormina, quest'estate : al centro del suo cuore non c'è più Antonio

L'identikit è prevedibile: lei vuole cancellare il ricordo di un periodo della vita. Di solito capita alla fine di una relazione (vedi Melanie Griffith che, fresca di divorzio, ha cancellato dal cuore che ha sul braccio il nome del suo ex Antonio Banderas anche se poi, pare, abbia degli attacchi di nostalgia). Lui, invece, ha bisogno di eliminare dalla propria pelle disegni e simboli politici o sportivi che possono essere un problema.

Insomma, se è vero che aumentano gli amanti del tattoo, cresce anche l'esercito dei pentiti o di chi, soprattutto per motivi di lavoro, deve farselo cancellare. ''Nel nostro Paese - rileva Ezio Maria Nicodemi, chirurgo estetico all'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi) di Roma - prende questa decisione, a volte sofferta più del 30% dei tatuati, soprattutto uomini. E di questi, il 40% lo fa per motivi lavorativi". In prima linea ci sono i giovani: "soprattutto quelli che si apprestano a partecipare a dei concorsi - continua Nicodemi - e la richiesta più frequente è che il disegno venga rimosso nel minor tempo possibile''.

Poi ci sono i casi in cui il tatuaggio va rimosso per problemi di salute: ''chi ha un tatuaggio, infatti - spiega Nicodemi - può avere problemi nel sottoporsi a esami come la risonanza magnetica, per l'effetto del magnete che attrae i metalli pesanti contenuti nei colori dei tatuaggi. I rischi sono ustioni e bruciature locali''. Oggi è possibile far sparire un tatuaggio di medie dimensioni anche in sole due sedute, grazie a un doppio trattamento in una stessa giornata a distanza di trenta minuti l'uno dall'altro. Sempre a tutela della salute, secondo Nicodemi, sarebbe necessario che "i tatuatori rilasciassero ai propri clienti una scheda con le indicazioni sui coloranti utilizzati e la profondità di inserimento nella pelle, per rendere meno difficoltoso il lavoro del medico che poi eventualmente dovrà toglierli''. Senza contare i rischi di reazioni allergiche, spesso sottovalutati, ai pigmenti usati.

Le tecniche di rimozione

La laser terapia viene considerata una delle tecniche più sicure per la rimozione dei tatuaggi. Sotto accusa invece il metodo tedesco Skinial, che impiega una sostanza venduta come cosmetico e che s'inietta sotto la pelle, finita nel mirino della Procura di Torino e del Ministero della Salute che ne ha sospeso la circolazione. Una sentenza della Cassazione ha inoltre stabilito che il paziente pentito deve essere perfettamente informato sui "rischi di possibili peggioramenti della condizione estetica". Tradotto: i medici che rimuovono con operazioni di chirurgia estetica i tatuaggi hanno l'obbligo di informare in maniera dettagliata i pazienti sulle cicatrici che l'intervento di rimozione del tatuaggio lascerà sul loro corpo altrimenti corrono il rischio di essere condannati a risarcire il danno estetico "da escissione", anche se l'operazione "è stata eseguita a regola d'arte".

Last but not least c'è il trucco, nel senso di make up che è davvero in grado di fare miracoli. Pazienza permettendo. 


Copyrigth foto: Imaxtree.com
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