Piercing all'orecchio: tutte le tipologie

Se c'è una tendenza che merita il primo posto tra le evergreen è il piercing all'orecchio, un vezzo che ha superato mille epoche e che in un modo o nell'altro è sempre rimasto attuale. A differenza del piercing all'ombelico, più attuale, quello all'orecchio è nato agli albori della civiltà ed è subito diventato un vero e proprio rituale per le popolazioni indigene, soprattutto quelle tribali, che amavano riempirsi le orecchie di oggetti metallici, credendo che il metallo allontanasse gli spiriti. Con il tempo, ovviamente, le cose sono molto cambiate, ma ci sono alcune tipologie di piercing all'orecchio ancora oggi molto praticate. Ecco quali.

Il piercing al lobo dell'orecchio è quello più diffuso. Non c'è praticamente nessuna donna, a parte qualche eccezione, che non porti gli orecchini e che non abbia fatto il piercing già ad un'età giovanissima. Spesso è considerato un vero e proprio rituale tra mamma e figlia che segna un passaggio importante per una bambina.

Il trago è quella parte dell'orecchio, composta da cartilagine, che sporge proprio all'altezza del condotto uditivo. Il buco, in questo caso, passa da una parte all'altra, mettendo in evidenza una zona molto gettonata tra i più giovani, quando si tratta di piercing all'orecchio. La cosa importante è farsi forare da un vero professionista, perché la cartilagine in quel punto è spessa e dura, non semplice da trattare.

Un'altra parte dell'orecchio dove è possibile fare un piercing è l'elica, quella zona alta che curva leggermente verso l'interno. Essendo anch'essa di cartilagine, ma più morbida, si presta bene ad essere forata senza sentire troppo dolore. Perfetta per un gioiello che abbracci la forma della curva, come un cerchio o un brillantino doppio.