Velo islamico: la paura di portare l’hijab dopo Trump

Dopo l'elezione di Donald Trump, alcune donne musulmane con il velo islamico sono state aggredite nelle università. La paura d'indossare l’hijab corre su Twitter.

Durante la campagna elettorale Rose Hamid, 56 anni, musulmana con velo islamico in testa, fu cacciata da un comizio di Trump. © Rafael Ben-Ari/123RF

 

Poche ore dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, all’università di San Diego e San Jose in California e a quella della Louisiana alcune donne musulmane con il velo islamico venivano aggredite da studenti repubblicani in nome di quell’astio verso l’Islam di cui il neopresidente non ha mai fatto mistero durante la campagna elettorale.

 

Trump e l'astio verso i musulmani 

Donne e cittadine americane incluse, come ha dimostrato l'episodio di inizio di gennaio 2016 quando Rose Hamid, 56 anni, musulmana con regolare hijab, fu cacciata come una strega dal comizio di Rock Hill, in South Carolina. L'allora candidato Trump, che all’indomani della strage di San Bernardino aveva manifestato la sua intenzione di vietare l’accesso negli Usa ai musulmani (bando scomparso e poi riapparso dal sito subito dopo l’elezione), stava sottolineando come tra i profughi siriani si nascondessero degli affiliati dell’Isis. Rose si è alzata in piedi e in silenzio ha mostrato la scritta della sua maglietta, “Salam, vengo in pace”. In un attimo è stata indicata, accerchiata e scortata all’uscita. “Il brutto è venuto fuori molto in fretta e questo fa paura” aveva poi dichiarato alla Cnn. Ora che Trump è anche il suo presidente, ad aver paura sono in molte. 

 

Donne musulmane: la paura dell'hijab

Sono donne giovani e anziane, figlie, madri e mogli. La loro paura di indossare l’hijab per strada la raccontano su Twitter, si scambiano consigli, incassano solidarietà. “Mia mamma mi ha appena scritto: ‘non indossare l'hijab per favore’ e lei è la persona più religiosa nella nostra famiglia” cinguetta @harryonmen; “Se non vi sentite sicure nell’indossare l'hijab nella vostra zona, contattate qualcuno. Non camminate da sole”, mette in allerta Narjis Naqvi; “amici musulmani per favore non indossare l'hijab pubblicamente. Dopo la Brexit i crimini scatenati dall’odio sono aumentati del 40% nel Regno Unito” avverte Nathanial Clearwater; “non vi conosco ma il mio cuore è con voi e la vostra famiglia, siamo tutti qui per voi. Mi dispiace davvero” scrive @njhconfused e sottoscrive @akkindaddy: “Il fatto che le donne musulmane debbano prendere in considerazione l’ipotesi di non indossare l'hijab per la loro sicurezza è fottutamente terrificante”. Eppure così è. 

 

Musulmana, elettrice di Trump

Ma è anche il suo contrario. Come racconta Asra Nomani, ex giornalista del Wall Street Journal, co-fondatrice del Movimento di Riforma Musulmano (che l’estremismo l’ha provato sulla sua pelle) ed elettrice di Trump (soprattutto per motivi economici): “Non ho nessun timore ad essere musulmana in America. Sono arrivata a 4 anni dall’India - ha confessato in una lettera inviata al giornale presso cui lavorava, per spiegare le ragioni del suo voto - . L’America, la nostra lunga storia di giustizia sociale e dei diritti civili non permetterà mai che si concretizzi l’allarmismo che si è accompagnato alla retorica della campagna elettorale di Trump”. Insomma, se del domani non c’è certezza, chi vuole esser lieto, sia, direbbe Lorenzo de’ Medici. Nel frattempo, il velo islamico diventa sempre più un optional.

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