Melissa Panarello: "ho subito le stesse accuse di Franca"

Melissa Panarello, alla sua prima esperienza come sceneggiatrice, si prepara a raccontare le vicende di Franca Viola, la 17enne che cambiò le regole maschiliste degli anni '60. Ecco cosa ci ha raccontato.
 

Melissa Panarello racconta Franca Viola attraverso la sceneggiatura di un film ispirato alla sua biografia.

 
La storia di Franca Viola - giovane siciliana sequestrata e violentata a diciassette anni che chiese giustizia scandalizzando l'opinione pubblica della fine degli anni '60 - presto diventerà un film, dal titolo Il rifiuto. La condanna del suo rapitore, Filippo Melodia, segnò un passaggio importante per le donne. Secondo la legislazione italiana dell’epoca, infatti, si poteva estinguere il reato di violenza carnale tramite l’unione in matrimonio riparatore a cui la donna non poteva opporsi. 
Franca Viola, quindi, mise in atto una rivoluzione, diventando il simbolo dell’emancipazione femminile e influenzando molte donne che hanno poi seguito il suo esempio. 
 
Da un'idea del regista Yuri Buzzi, la sceneggiatura di questo short movie è stata affidata a Melissa Panarello, in arte Melissa P., e noi l'abbiamo incontrata per parlare di questo progetto ambizioso che verrà alla luce grazie al crowfunding. Ecco cosa ci ha raccontato.
 

Un tema delicato e ancora molto attuale, come pensa di trattarlo per farne trasparire la giusta drammaticità?

"La drammaticità è già nella storia per cui quello che mi sono imposta scrivendo sia il soggetto che la sceneggiatura è di non togliere né aggiungere niente. Essendo una cortometraggio liberamente tratto, perché molti elementi sono cambiati e anche perché non conosco personalmente la vicenda, ho attinto semplicemente da quella che è la cronaca di quegli anni. Non ho voluto calcare la mano, perché gli elementi drammatici già ci sono, la città è drammatica, perché ho scelto di ambientarlo a Catania che è sovrastata dal vulcano, quindi già dà l'idea di fatalità incombente, è una città nera e bianca perché costruita sulla pietra lavica. Insomma ci sono già degli elementi drammatici forti, se avessi continuato ad aggiungere, la sceneggiatura sarebbe diventata troppo leziosa".
 

Come è nata la collaborazione con Yuri Buzzi?

"L'ho conosciuto qualche anno fa a Londra e quando gli è venuta in mente questa idea mi ha contattata e mi ha chiesto di scrivere la storia. Ha visto che vengo dalla stessa terra, ho esordito alla stessa età che aveva Franca, poi, in realtà ci sono molti elementi della mia vita personale che si legano a questo personaggio: mia mamma si chiama Franca, mio nonno Bernardo che è poi lo stesso nome del padre di Franca. A lei è successo tutto nel '65, che è l'anno di nascita di mia madre, poi posso dire di aver subito le stesse accuse che hanno fatto a Franca, venivo linciata pubblicamente come è successo a lei. Tutto questo solo perché ha denunciato un comportamento maschile, ma mentre il maschio viene salvato, la femmina viene denigrata".
 

Tra le tante qualità di Franca Viola, una donna così rivoluzionaria, quali sono i punti su cui hai spinto di più il tuo personaggio?

"Ho cercato di rendere Franca, una ragazza decisa, dignitosa, nel suo essere e vissuto, però non ho tolto da lei quegli elementi che sono prettamente femminili. Ad un certo punto si viene a sapere che lei aveva una storia con Filippo Melodia, loro erano addirittura fidanzati e questo è un elemento che mi è servito moltissimo, perché era lì a dimostrare che Franca non era una ragazza pudica, chiusa in casa. Era una ragazza normalissima, molto moderna anche per l'epoca e per il luogo in cui abitava e nonostante fosse libera e aperta alla vita, comunque aveva un senso di legalità e di giustizia enorme".

 

Hai già un’idea su quali caratteristiche dovrebbe avere l’attrice protagonista?

"Quella che è la mia idea su Franca è di una ragazza estremamente dignitosa, con un volto antico, un'insieme di modernità e tradizione, tipica delle ragazze siciliane".

 

Chi ti piacerebbe che interpretasse la tua Franca Viola?

"Io posso dirti le attrici nuove che mi piacciono e che sono appena uscite al cinema: Greta Scarano, Matilde Gioli e Matilda De Angelis. Una triade di attrici, che secondo me avranno molto futuro perché sono molto brave ed intense. Sai, poi un'attrice è in grado di fare tutto, anche interpretare una ragazzina di 17 anni della provincia di Catania degli anni'60".

 

Anche tu nel tuo piccolo hai fatto una sorta di rivoluzione con 100 colpi di spazzola. Ti riconosci un po’ in questo tipo di donna, che sfida l’opinione pubblica e le consuetudini sbagliate?

"Io, in realtà, non l'ho fatto in maniera cosciente, non ho mai agito, scritto o rilasciato qualcosa che venisse da un pensiero preciso. Sono sempre stata così, quando c'è qualcosa che per me non funziona va combattuta. Forse sì, somiglio a Franca in questo, ma credo che sia un atteggiamento tipico delle donne del Sud, che hanno questa capacità di entrare in contrasto con delle regole maschiliste, che poi fondamentalmente sono presenti in tutta Italia, non solo in Sicilia. Il punto è che le famiglie del Sud sono tutte matriarcali, le donne sono molto rispettate da questo punto di vista, sono viste un po' come una Madonna, quindi proprio per questo l'idea di sporcarla in qualche modo poi la rende peccatrice, sporca. Insomma, la sua immagine è così pura che non può essere sporcata in nessun modo".

 

L'altro lato della medaglia della purezza, insomma, che poi si trasforma in un comportamento maschilista esasperato.

"Esattamente. Proprio così".

 

Ci sono ancora molte donne vittime di violenza. Pensi che questo film possa essere un fattore motivante per non tacere e chiedere aiuto?

"Sicuramente aiuterà. Qualsiasi occasione per dire alle donne di non rimanere in silenzio non è mai sprecata. Credo che ci sia ancora bisogno, o forse oggi ancor più di 15-20 anni fa, secondo me, di denunciare. Non so se è perché oggi se ne parla di più, ma la cronaca dimostra che la violenza contro le donne non si è mai fermata, anzi più si va avanti, più continuano. Io credo che la crisi del maschio sia evidente ed ogni volta che il maschio è in difficoltà, la sua unica arma di rivalsa è la violenza contro le donne. Niente di nuovo, insomma. Secondo me, un film così si inserisce bene nell'attualità perché lancia un messaggio fondamentale: quello di non rimanere mai in silenzio".

 

Quali pensi che siano le battaglie che le donne devono ancora combattere per essere rispettate al 100%?

"Io credo che le donne non debbano, innanzitutto, ghettizzarsi, nel senso che secondo me per stare nel mondo insieme agli uomini debbano collaborare con loro. A differenza, quindi, di un primissimo femminismo che vedeva le donne da una parte e gli uomini dall'altra, invece c'è bisogno di cooperazione e l'unico modo per farlo è quello di educare gli uomini al gender, alla non differenziazione dei sessi. Cosa molto difficile, soprattutto in un paese come il nostro dove un'educazione di questo tipo non esiste. Le donne devono, semplicemente, ritagliarsi uno spazio nel mondo, non importa quale sia. Una volta si diceva che la donna era dimezzata se faceva solo la mamma e quindi avrebbe dovuto anche lavorare. Ognuno deve essere libero di fare quello che vuole. Una donna può decidere di fare solo la mamma e sta benissimo così, un'altra invece vuole solo lavorare sta bene così, o ancora fare entrambe le cose ed essere soddisfatta. Insomma, l'importante è scegliere il proprio ruolo nel mondo e coltivarlo".

 

Il Rifiuto è la tua prima sceneggiatura. Più impaurita o emozionata?

"Molto emozionata, perché in realtà mi sono resa conto che forse mi piace più scrivere sceneggiature che romanzi. Sembra molto più facile perché è più immediato e poi con la sceneggiatura sei costretta a lavorare in qualche modo in gruppo. Quando scrivi, invece, sei da sola".

 

Parlando di cose più personali, ci sono 3 "Melisse": quella del libro, quella dell'isola dei famosi, e quella del film. Ci sono davvero queste tre personalità dentro di te o fanno parte di passaggi della vita?

"Sì, sono semplicemente passaggi della vita, nel senso che il libro 100 colpi di spazzola, è così lontano da me adesso che sembra quasi che non sia mai esistito. Diciamo che io sono sempre rimasta me stessa, poi ovviamente gli altri hanno sempre visto solo delle parti di me anche perché è sempre stato un mio modo di proteggermi dal mondo. Ho sempre voluto mantenere qualcosa che fosse solo mio  (o a conoscenza di poche persone care), ma ci sono alcuni aspetti di me, che sto imparando a fare meglio".

 

Per esempio?

"Per esempio, ho scoperto di avere una vena comica abbastanza sviluppata". 

 

Come in Victor Victoria, dove parlavi poco ma il tuo humor traspariva.

"Esatto. Però questa cosa non era mai venuta fuori nelle cose che scrivevo, perché ho sempre scritto cose un po' pesanti, drammatiche. Invece crescendo ho fatto pace con questa parte di me più ludica e quindi riesco a farlo anche nella scrittura e mi diverto tanto. La Melissa dell'Isola dei Famosi, invece, in qualche modo non esiste, nel senso che ero io, sì, con i miei silenzi, con il mio stare in disparte perché non credo di essere mai venuta fuori in modo plateale, ma l'ho fatto per soldi. Semplicemente per soldi, perché faccio la scrittrice, un lavoro estremamente precario, per cui per poter fare quello che mi piace, ovvero scrivere, devo fare delle cose che mi facciano campare. Insomma, è stata una cosa funzionale, anche se ovviamente l'ho fatto perché mi sono divertita a farlo, altrimenti non l'avrei mai fatto".

 

Niente che andasse contro te stessa, insomma.

"No, ho rifiutato tante proposte e continuerò a farlo. L'Isola l'ho fatta senza snaturare me stessa. Sono sempre stata io".

 

Oltre a questo short movie, stai lavorando su altri progetti?

"Tanti, ultimamente. Sto scrivendo un nuovo romanzo e ho anche formato un collettivo di donne, siamo tre ragazze, tra registe e sceneggiatrici e stiamo realizzando dei progetti per il cinema, sempre incentrati sui temi femminili. Una cosa che manca in Italia, sono le donne raccontate dalle donne. Le donne vengono sempre raccontate dagli uomini e non si sa perché. Fanno film al femminile sempre girati e diretti da uomini quindi spesso non ci riconosciamo in questo".

Per finanziare il progetto e partecipare al crowfunding basta andare su kickstarter.com e contribuire al raggiungimento della quota necessaria.

 

Copyright foto: Kika Press

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