Come aiutare un bambino a fare i compiti?

Dopo la scuola vostro figlio torna a casa con i compiti da fare. Come aiutarlo senza studiare al suo posto e senza litigare? Ecco i nostri consigli.

Compiti, istruzioni per l’uso

Fare i compiti con vostro figlio non vuol dire studiare al posto suo. Perché fare i compiti è qualcosa che si impara. Lo scopo è di abituarlo a studiare da solo e a prendersi le proprie responsabilità.

Aiutare vostro figlio a fare i compiti non vuol dire studiare al posto suo!


Lasciare che scelga da solo il suo modo di studiare
Tornando a casa da scuola vostro figlio butta lo zaino per terra e pensa soltanto a fare merenda davanti alla televisione? Lasciatelo fare. Ha sicuramente bisogno di fare una pausa prima di cominciare a fare i compiti. Dopotutto, vostro figlio è a lezione dalle 8 del mattino e ha ancora delle cose da fare che lo aspettano.

Inutile anche fargli abbassare la musica o fargli spegnare la TV. Certi bambini preferiscono studiare in un’atmosfera rumorosa. Certo, vi disturba, ma se può aiutarlo, tanto vale accettare questo piccolo compromesso. Idem per la stanza in cui studia. Se vostro figlio preferisce fare i compiti in soggiorno piuttosto che in camera sua, lasciatelo fare. La cosa più importante è che prenda un ritmo e delle abitudini di studio. Per esempio, alla fine di una certa serie TV o cartone animato, vostro figlio sa che deve fare i compiti in cucina.

Lasciarlo studiare da solo
Dalla scuola elementare i bambini cominciano ad avere dei compiti a casa. Anche se a volte si tratta solo di disegnare, vostro figlio ha bisogno di sentire la vicinanza di un adulto che si interessa a quello che fa. Quando torna da scuola, se siete a casa, chiedetegli se ha dei compiti da fare. Verificate con lui di tanto in tanto il suo diario per non avere delle brutte sorprese.

Poi, poco a poco, lasciatelo studiare da solo o chiedetegli se vuole che restiate con lui. Ma non allontanatevi troppo quando fa i compiti. Da una parte, perché può essere tentato di non farli o di farli sbrigativamente. Dall'altra parte, perché può rimanere bloccato su un esercizio. In questi casi, aiutarlo è d’obbligo. Prima di buttarvi, leggete bene la consegna. E fino alla fine. A volte, nell’ultima riga si nasconde l’indizio che permette la risoluzione del problema. Assicuratevi quindi che vostro figlio abbia capito bene la problematica. A volte sono necessarie più letture.

Siete completamente perse davanti all’esercizio di matematica di vostro figlio? Consigliategli di chiamare un compagno di classe. Si renderà conto che tocca a lui fare i compiti e non ai suoi genitori. Se questi problemi si ripetono spesso, proponetegli di fare delle lezioni private.

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Perché aiutarlo?

Anche se vostro figlio è autonomo, siate presenti e incoraggiatelo sempre. Se i compiti sono ben fatti o se vostro figlio ha fatto degli sforzi, tocca a voi riconoscerli e complimentarvi con lui. Allo stesso modo, se ha un brutto voto a causa di un compito fatto a casa, cercate di capire il problema prima di sgridarlo.

Se vostro figlio ha troppi compiti, parlatene con gli altri genitori. Forse molti alunni della sua classe hanno lo stesso problema. Poi, parlatene durante le riunioni con gli insegnanti se lo ritenete necessario, tenendo conto che di solito maestre e professori sanno qual è il carico di lavoro giusto per i propri alunni.

Perché aiutare i figli?
A scuola gli insegnanti non hanno sempre il tempo di interrompersi per rispiegare un concetto. Inoltre, non tutti gli alunni hanno il coraggio di chiedere un chiarimento. Se nessuno rispiega, il bambino finisce per accumulare le lacune e non riesce più a tenere il ritmo in classe. Tocca quindi ai genitori assicurarsi che il bambino sia al passo con gli altri e riprendere eventualmente alcune lezioni.

Aiutare i figli permette ai genitori di avvicinarsi a loro anche dal punto di vista affettivo. In questo modo, un ragazzo sa che in caso di problemi e di difficoltà potrà contare su di loro. Anche se mamma e papà non faranno i compiti al suo posto.

Metterlo di fronte alle sue responsabilità
Di fronte agli esercizi più difficili, i ragazzi possono essere delusi dai genitori, che non riescono a risolvere i loro problemi. Tanto più che i compiti diventano sempre più difficili con il passare del tempo. Parlatene con vostro figlio e mettetelo di fronte alle sue responsabilità.

La cosa più importante è instaurare delle regole di studio chiare e distinte. Vostro figlio studia da solo, ma in caso di problemi siete presenti per aiutarlo nel limite delle vostre conoscenze. Tocca soprattutto a lui assumersi le proprie responsabilità ed imparare a gestirsi. In questo modo, lo guiderete verso l’autonomia e gli farete capire l'importanza dello studio.

E le lezioni?

Le lezioni seguite a scuola vanno studiate, anche se il maestro o il professore non dice niente. Certo, potrà sembrarvi un discorso all’antica, ma si tratta soprattutto di assicurarsi che vostro figlio abbia capito bene le basi, in modo che non si ritrovi completamente perso alla prossima lezione.

Perché studiare una lezione?
Prendendo presto questa abitudine, vostro figlio imparerà a studiare con regolarità. Non ha voglia e si lamenta? Ditegli che ripassando ogni giorno la lezione non dovrà passare la notte sui libri il giorno prima di un compito in classe. In quanto genitori, se lo aiutate a studiare la lezione, potrete individuare le sue eventuali difficoltà.

Come studiare una lezione?
Quando il vostro bambino ha finito la sua giornata in prima elementare, chiedetegli di scrivere le lettere che ha studiato. Potete anche chiedergli semplicemente che cosa ha fatto a scuola. Il fatto di ripensare alla sua giornata è già un buon esercizio in sé.

Per i più grandi, si tratta soprattutto di leggere ad alta voce per memorizzare meglio. La lettura silenziosa è spesso troppo superficiale. Quando vostro figlio ha finito, fategli delle domande. E se non chiede il vostro aiuto, fate in modo che si ponga delle domande da solo.

Potete anche prendere il suo quaderno, ovviamente con il suo consenso, e nascondergli delle parole o dei paragrafi che dovrà ritrovare e spiegarvi. Se non funziona, la riscrittura dei paragrafi può essere una buona alternativa. Alcuni ragazzi memorizzano meglio ripetendo la lezione ad alta voce, altri scrivendo.

Qualche consiglio

Siamo d’accordo, studiare non fa sognare. Innanzitutto perché vostro figlio ha altre cose da fare e poi perché non ne ha sempre voglia. In questo caso, proponetegli delle alternative.

Imparare divertendosi
Con il vostro bambino, giocate alla maestra. Chiedete a vostro figlio di spiegare la lezione che ha studiato. Fategli in seguito qualche domanda per verificare che abbia capito bene. Se è capace di spiegare un esercizio a qualcuno (e senza errori) vuol dire che ha imparato la regola.

Per imparare divertendosi, esistono molti giochi che permettono un apprendimento ludico. Gli esercizi non mancano. Questo tipo di apprendimento, inoltre, può favorire la fiducia in se stessi. Se si è capaci di risolvere un esercizio al computer, perché non si dovrebbe fare la stessa cosa in classe?

Se vostro figlio è davvero bloccato su un elemento da imparare a memoria, perché non insegnarglielo cantando? Potrebbe permettergli di memorizzare in un modo diverso.

Potete anche consigliargli di visualizzare la lezione da imparare sotto forma di immagine o di schema, soprattutto se ha una memoria di tipo visivo. In questo modo, davanti al suo compito, sul suo foglio di brutta, gli basterà semplicemente ricreare la sua idea grazie ad un disegno.

Anche al supermercato si ripassa!
Per completare le regole studiate a scuola e che possono sembrare poco chiare, come in matematica o in fisica, cercate, se potete, di portare i vostri figli in in un museo della scienza e della tecnica, di storia naturale... memorizzare e ricordare le regole sarà più facile.

Se vostro figlio odia la scuola, mostrategli che usiamo tutti i giorni certe nozioni imparate a sui banchi, per esempio al supermercato. Andateci con lui e proponetegli di calcolare le percentuali di sconto, il rapporto qualità-prezzo, il costo totale della spesa...

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