Malati di Alzheimer: come comportarsi con loro?

La neuroscienziata Lisa Genova, autrice di Still Alice, ha iniziato i suoi studi sull'Alzheimer dopo la scoperta della malattia della nonna. 

Il morbo di Alzheimer inizialmente si manifesta con perdite di memoria.


La Dottoressa Lisa Genova, neuroscienziata e scrittrice, ha studiato approfonditamente il morbo di Alzheimer per scoprire il più possibile a riguardo e per trovare un modo di comunicare con chi ne è affetto.  
Il suo obiettivo era quello di aiutare la famiglia a mantenere un contatto con la nonna, la quale non riconosc"eva più i componenti della sua stessa famiglia.

La scrittrice, infatti, ritiene che sia possibile avere un legame intimo e significativo con una persona, indipendentemente dal linguaggio e dalla memoria. “Il legame umano, la dignità, l’amore e la stima trascendono la capacità di parola, la memoria ed il pensiero”.

La Genova è autrice del romanzo Still Alice, divenuto celebre grazie alla versione cinematografica vincitrice del premio Oscar con Julianne Moore.

Come comportarsi con un malato di Alzheimer

Secondo la Dottoressa per non perdere il contatto con il malato è necessario adattarsi. Prima di tutto cerchiamo di assistere il parente affetto dal morbo nel quotidiano, adottando la classica tecnica di improvvisazione piuttosto che corregerne gli errori. Se il malato asserisce di essere in attesa di qualcuno, per esempio un amico scomparso anni prima, comunicargli che questa persona non c'è più susciterebbe nel malato il senso della perdita e una grande sofferenza. 
La ricercatrice consiglia di assecondare questi bisogni, magari rispondendo “Sì. E aspetterò con te. Ho sentito che il tuo amico è molto simpatico”. In questo modo si può far partire una discussione mirata ad instaurare un contatto importante con chi non è più in grado di ricordare nulla per colpa dell'Alzheimer.


Perdita di memoria, ma non di emozioni

Questo tipo di contatto focalizza la sua attenzione sulla memoria emotiva, che funziona in modo differente rispetto alla memoria a breve termine e si focalizza in una diversa zona del cervello. 
Le emozioni sono percepite dalla tutto il nostro corpo, un malato di Alzheimer non ricorda tutte le parole dette, ma non dimenticherà di certo i sentimenti provati in quell'attimo.

Questo tipo di approccio è stato positivo nel caso della nonna dell'autrice la quale dichiara: “Lei non aveva idea di chi fossimo, eppure si fidava, perchè facevamo sentire quello che proviamo per lei”.

Cos'è l'Alzheimer? È come tornare bambini!

Per chi è scettico in merito a questo approccio la Dottoressa consiglia di soffermarsi sul tipo di rapporto che si instaura con i bambini per comprendere il funzionamento della memoria emotiva: “Se hai un figlio di sei mesi, sai che possiede solo sei mesi di memoria ed un linguaggio ancora acerbo, eppure diresti mai che il tuo bambino non si sente amato?".


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