Le Iene-prostituzione minorile: bambini in vendita a Bari

Il servizio de Le Iene sui bambini che, nei pressi dello stadio di Bari, si vendono per 20 euro ha alzato il velo su una realtà agghiacciante e scatenato le forze dell'ordine.

Il giro di prostituzione minorile denunciato da Le Iene, era attivo nei pressi dello stadio di Bari. © Paul Prescott/123RF

Tommy ha 8 anni, non abbastanza per riuscire ad allacciarsi la cintura dell’auto da solo ma abbastanza per prostituirsi a sconosciuti clienti senza coscienza. Il servizio de Le Iene che ha raccontato i bambini che si vendono agli adulti nei pressi dello stadio di Bari gela il sangue nelle vene. Per lo più arrivano dall’est Europa, per lo più vivono nel campo nomadi lì vicino, per lo più sono adolescenti o poco più che 20enni che per meno di 30 euro sono disposti a fare di tutto. Anche senza preservativo, basta pagare un po’ di più. Lo fanno in auto, “nel bosco” o in “albergo”, o “a casa”, certo, anche in questo caso costa di più.

E poi ci sono i bambini, non solo Tommy. Figli di genitori che sanno e non fanno nulla per impedirlo. Anzi spesso lo incoraggiano. Tra loro c’è anche quel marmocchio di quarta elementare, che per 5 euro “va con le prostitute” per imparare il mestiere. Che ogni tanto va a scuola, ma più spesso a lavorare, “a scopare” con uomini giovani e anche vecchi. Tutti italiani. Che con i 20 o 30 euro che guadagna ogni giorno va a comprarsi i vestiti mentre accarezza il sogno di “diventare un barbiere”.

E poi c’è la ragazzina di 15 anni, che per 10, 15, 20 euro si fa toccare le parti intime e masturba i clienti da quando ne aveva 11. Quella esperta, che conosce il Parco dell’Amore dove per 3 euro si ha tutta la privacy necessaria. Quella che la prima volta non voleva, aveva paura. Quella che ha i clienti che lavorano al bar, al supermercato, dal panettiere.

Il servizio finisce con Nadia Toffa che, a grandi falcate, entra nel palazzo dei Servizi Sociali per denunciare quanto scoperto e scatenare le istituzioni. L’ultima immagine sono le volanti sul posto, l’ultimo pensiero che i bambini che hanno vissuto quell’orrore a casa nostra, ora sono in una struttura protetta. L'ultimissimo, che cose così non dovrebbero succedere, mai, da nessuna parte. E invece succedono.

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