Romeo e Giulietta: Kenneth Branagh porta il grande teatro al cinema

Arriva sul grande schermo, solo il 29 e il 30 novembre, lo spettacolo teatrale della Kenneth Branagh Theatre Company, con Richard Madden e Lily James.

 

Gli spettacoli della Kenneth Branagh Theatre Company sono distribuiti in Italia da Nexo Digital, con il sostengo del British Council. © Nexo Digital

 

Un Romeo e Giulietta classico e moderno assieme, ambientato a Verona ma con un'atmosfera anni '50 da West Side Story. È l'ultimo di una serie di spettacoli portati a teatro dalla londinese Kenneth Branagh Theatre Company, ripreso dal vivo e riproposto nei cinema di tutto il mondo il 29 e il 30 novembre. Si tratta sicuramente di un'ottima occasione per gli amanti del teatro shakespeariano, anche se in realtà è un film che riesce a coinvolgere tutti, grazie alla bravura degli attori e all'atmosfera moderna. La regia è capace di restituire freschezza alla storia d'amore più conosciuta di tutti i tempi, consentendo agli spettatori di immedesimarsi nei protagonisti - smitizzati e resi ragazzi qualunque - e di renderla a tratti decisamente comica nonostante la tragedia che incombe. 

Il film si apre con le divertenti interviste ad alcuni adolescenti, che raccontano il loro punto di vista sull'amore e sui problemi adolescenziali, che sembrano non essere cambiati molto nel corso dei secoli, anche se per fortuna portano oggi a esiti meno estremi.

I protagonisti, Richard Madden (famoso al grande pubblico per le sue parti ne Il Trono di Spade e I Medici) nei panni di Romeo e Lily James (Cenerentola) in quelli di Giulietta, sono circondati da una folla di personaggi che, mossi dalle proprie ottusità e dai propri interessi, lentamente li intrappolano, spingendoli verso una claustrofobica catastrofe finale resa ancora più oppressiva dalla scelta del bianco e nero. Degno di nota è il personaggio di Mercuzio, dandy e insolitamente anziano, interpretato dal grande attore shakespeariano Sir Derek Jacobi, per cui Kenneth Branagh dice di essersi ispirato a Oscar Wilde.

Il racconto è in lingua originale con sottotitoli, anche se il regista inserisce dei brevi dialoghi extra – soprattutto preghiere e liti tra i personaggi – direttamente in italiano.
 

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