Bullismo, pornografia minorile e stupri: l’inferno delle ragazze

Nel dossier "Indifesa" di Terre des Hommes la violenza sui minori negli ultimi 5 anni: la pornografia minorile segna +543%, il 91% delle vittime sono bambine e ragazze.   

Tra i nemici più feroci delle ragazze vittime di bullismo ci sono i coetanei. © Ian Allenden/123RF

Tra bullismo, cyberbullismo, pornografia minorile e stupri, negli ultimi 5 anni l’Italia è sempre meno un paese per giovani. Soprattutto per le giovani: su 5.080 vittime, 6 su 10 sono bambine e ragazze ma se si prendono in considerazione le violenze sessuali la percentuale sale all’87 e al 91% se c’entra il materiale pornografico.

A spaventare ancora di più, il fatto che nel "drammatico aumento" della pornografia minorile (543%), denunciato dal rapporto della Campagna Indifesa di Terre des Hommes, tra i "nemici più feroci" delle ragazze ci sono i coetanei. Per trovare riscontro nella cronaca degli ultimi tempi basta andare a Melito, in Calabria, dove una ragazza è stata violentata per anni da un branco di 9 ragazzi senza coscienza.    

Pubblicato alla vigilia della Giornata mondiale dell'Onu delle bambine e delle ragazze (11 ottobre), il rapporto evidenzia anche "un incremento a tre cifre (+148%)" degli "atti sessuali con minori di 14 anni, o minori di 16 nel caso di parenti stretti e affidatari: sono state 411 le vittime nel 2015, il 78% femmine". Ecco perché, sebbene le violenze sessuali e quelle aggravate siano diminuite (rispettivamente -26% e -31%) il fatto che occupino il terzo posto nella vergognosa classifica delle violenze sui minori - al primo posto ci sono i maltrattamenti in famiglia (1.442, cresciuti del 24%), seguono la violazione degli obblighi di assistenza familiare (961, +9% sul dato 2011) - con 908 casi e 770 vittime al femminile richiede un intervento anzitutto culturale. 

Non solo in Italia, certo, dal momento che "nei lunghi viaggi per raggiungere l’Europa - sottolineano gli osservatori a proposito delle giovani migranti non accompagnate - poche sono le donne e le ragazze che non abbiano subito abusi sessuali. Molte, allettate da false promesse, finiscono nel giro della prostituzione. Tante le ragazzine che arrivano incinte sulle nostre coste". Per non parlare delle spose bambine, "un’altra piaga che si è acutizzata con il conflitto è quella dei matrimoni precoci, - segnala il rapporto - che coinvolge moltissime ragazzine profughe siriane". 

Un buon inizio sarebbe prendere coscienza di questa orribile realtà aderendo alla campagna Indifesa promossa da Terres des hommes che, in occasione dell’11 ottobre, ha lanciato gli hashtag #OrangeRevolution #indifesa e invitato tutti a postare sui social qualcosa di arancione, il colore che ha accompagnato diverse rivoluzioni ed è stato scelto per infrangere lo stereotipo del rosa per difendere i diritti delle bambine e delle ragazze che si meritano un futuro degno del termine.

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