Da modella a jihadista dell'Isis: arrestata Kimberley Miners

Kimberley Miners, 27enne ex modella inglese che posava in topless per il "The Sun", è stata arrestata dalla polizia per possesso di materiale terroristico.

Intervistata dal Sunday Times, la ex modella Kimberly Miners ha raccontato la sua conversione all'Islam. © Twitter@Sunday Times

[Aggiornato il 10/10/2016 alle ore 11.35] La nuova vita di Kimberley Miners è finita in manette: arrestata dalla polizia inglese con l'accusa di possesso di materiale terroristico è stata rilasciata su cauzione in attesa di nuove indagini. Per chi si fosse perso il suo CV, la 27enne bionda di Bradford, cittadina di 300mila anime nella contea del West Yorkshire, prima della morte del padre, nel 2010, era una modella da foto in topless su Page 3, la provocante terza pagina del The Sun. Dopo è diventata Aisha Lauren al-Britaniya, si è convertita all’Islam - "Grazie alla fede nell'Islam ho trovato la pace in me stessa" ha confessato in un’intervista al Sunday Times -, ha visitato (almeno) due volte il confine tra Siria e Turchia e in entrambe le occasioni ha visto da vicino l’inferno dei campi profughi. Da lì la decisione di fare del volontariato, dice, trasformandosi in “sposa jihadista”.

Dalle idee tanto confuse quanto pericolose a proposito di Isis -  "Mi hanno detto che sono lì per proteggere la religione. Ma non so se sia effettivamente così e ciò mi provoca grandi turbamenti." - di certo ha avuto contatti con il reclutatore Abu Usamah Al Britani, uno che ha dirottato nelle terre dell’aspirante Califfato più di un foreign fighter britannico e che, stando alle indiscrezioni, avrebbe invitato la giovane ex ragazza da copertina a lasciare l’Isola per unirsi al gruppo jihadista Caliphate in Iraq e Siria. D'altra parte il binomio "donne-Isis" è molto più popolare di quanto non si creda e siti come Free Our Sisters, gestiti da donne per le donne, invitano "più donne possibili" a combattere la jihad. 

I sospetti delle autorità sono cresciuti proprio curiosando le attività on line di Kimberley alias Aisha Lauren al-Britaniya che sui profili social (ora tutti chiusi dall’antiterrorismo) si dedicava alla propaganda pro-Isis postando foto di donne musulmane armate, inneggiamenti vari e un like al gattino kamikaze pubblicato da  jihadista Al Britani..

"Sono passata dall'essere una modella glamour a qualcosa del tutto differente - dichiarava prima prima di finire in manette - . È proprio questo che mi meraviglia. Se compari nuda pubblicamente nessuno dice niente, mentre se indossi il velo sei accusata di terrorismo". Una rapida ricerca in rete le avrebbe rivelato che il velo che ha vestito lei non porta la pace come lei crede ma diffonde "la teologia dello stupro" che rende schiave donne e bambine, che trasforma i bambini in soldati, kamikaze e boia. 

"Adesso sento come il bisogno di dire a tutti quello che sta realmente accadendo in Siria - ha dichiarato -, voglio solo aiutare i loro figli. È così triste quello che stanno passando". Non è solo triste, è una tragedia di cui lei era parte in causa, più o meno consapevole. 

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