Daniah Hagul: l'unica donna libica alle Olimpiadi di Rio

La storia di Daniah Hagul, 17 anni, nuotatrice: sarà l'unica atleta libica alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Un sogno realizzato allenandosi a Malta e grazie al contributo dei genitori.

Emigrata a Malta quando aveva 4 anni, Daniah Hagul fa gare di nuoto da quando ne aveva 13. © Facebook@Daniah Hagul

Si chiama Daniah Hagul, ha 17 anni, è brava in matematica, le piace la fotografia e il disegno ma, soprattutto nuota a rana: a Rio 2016 sarà lei l’unica donna libica in gara. Insieme a lei, gli atleti del Paese che si è disfatto dopo la caduta del regime di Gheddafi nel 2011, saranno in tutto sei. Ma è su di lei, donna competitiva, (s)costumata per alcuni, eroina per altri, che i riflettori sono puntati.

Cresciuta a La Valletta, nell’isola di Malta dove i genitori sono emigrati quando aveva appena 4 anni, Daniah ha scoperto il nuoto da adolescente ed è grazie al sostegno di Bachir e Samira, papà e mamma, se oggi sta per realizzare “il sogno di rappresentare la Libia alle Olimpiadi, quello che mi faceva andare avanti nei momenti difficili”.

Perché per dirla alla Pierre de Coubertin, il fondatore dei moderni Giochi olimpici, nel caso di Daniah più che mai "L’importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”. Certezza che la 17enne che gareggia da quando ne aveva 13 e a Rio si confronterà nei 100 metri rana, può vantare ancora prima dell’inizio delle danze. 

Nel suo Paese le piscine e i club di nuoto sono utopia. Le donne in costume - nel suo Paese in parte occupato dai miliziani di un aspirante Califfo e in parte in mano alle tribù -, non sono nemmeno immaginabili. Proprio per questo Daniah ce la metterà tutta e comunque andrà “Sarà un onore ed un privilegio rappresentare la Libia a Rio”. Certo, ammette, “la strada per Rio non è stata facile, ma ho raccolto la sfida e mi sono impegnata con tutta me stessa, allenandomi duramente e con tutte le energie possibili”. 

D’altra parte, è per questo che la vasca è diventata la sua palestra di vita: “il nuoto agonistico mi ha insegnato come mettere a fuoco gli obiettivi e spingere oltre i miei limiti”. Un limite dopo l’altro, Daniah ha vinto 3 medaglie d'oro in Qatar, si è qualificata ai Mondiali di Kazan e ora è pronta per le Olimpiadi di Rio.

Imprese realizzate nuotando, letteralmente, controcorrente: "Il nuoto femminile per la Libia è una novità - racconta la madre -, vediamo solo difficoltà ma dobbiamo incoraggiare i genitori a portare i figli in piscina, per ora è un problema solo culturale". Di certo, vedere Daniah a Rio, accanto alla bandiera della Libia, accenderà una speranza in quel popolo sottomesso da troppo tempo. Magari anche un po’ d’orgoglio e di rivalsa e di voglia di tornare a essere un Paese unito sotto la stessa bandiera.

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