Donald Trump: il no a Megyn Kelly infiamma il dibattito

Donald Trump ha boicottato il dibattito televisivo tra i candidati repubblicani su FoxNews. Motivo? Non sopporta Megyn Kelly, la giornalista con cui già ebbe da ridire ad agosto.   

Donald Trump non parteciperà al dibattito su FoxNews tra i candidati repubblicani per la presenza della giornalista Megyn Kelly, a lui non gradita.


Donald Trump fa quello che gli pare, al di là di ogni protocollo. Forse per questo è così popolare. Resta da capire se l’ultima delle sue non sia stata una mossa controproducente: la sera del 28 gennaio, al dibattito televisivo tra i candidati repubblicani su FoxNews, Donald Trump non ci sarà. Disertato come un invito a cena, boicottato con nonchalance. L’annuncio arriva a poche ore dalla messa in onda, tra lo sconcerto generale. A chi si domanda il perché, il miliardario in corsa per le presidenziali risponde che non sopporta Megyn Kelly, la giornalista italoamericana già finita nel suo mirino che sarà tra i moderatori.

L'origine del dibattito tra Donald Trump e Megyn Kelly risale all'agosto 2015.

Per risalire all’origine della disputa bisogna riavvolgere il nastro allo scorso 8 agosto quando Megyn Kelly - nata a Siracuse, New York da madre italiana e padre irlandese, prima avvocato, poi giornalista, alla Fox dal 2004, volto dell’approfondimento politico The Kelly Files dal 2014 - osò chieder conto al candidato Donald Trump della caterva di insulti rivolti alle donne: "Mister Trump - domandò la Kelly - una delle cose che la gente apprezza di lei è che parla senza peli sulla lingua e senza i consueti filtri politici. Tuttavia ciò non manca di lati negativi, in particolare quando parla delle donne". Definite ”grosse scrofe, cani e animali disgustosi”, per chi si fosse perso il virgolettato sulle signore non gradite al magnate aspirante alla Casa Bianca. 

In studio da Megyn, Donald Trump incassò il colpo rispondendo “mi riferivo solo a Rosie O’Donnell” ma in un’intervista alla Cnn lasciò intendere che se la giornalista era stata aggressiva era perché aveva le mestruazioni. Per citarlo: "Si poteva vedere che le usciva il sangue dagli occhi. Le usciva sangue ovunque…”. La bufera scoppiò un secondo dopo, tanto che Donald Trump prima cinguettò una toppa (peggio del buco) - “Si poteva vedere il sangue che le usciva dagli occhi e da tutte le altre parti (NASO)" - poi rincarò la dose: "Ci sono troppi pazzi del 'politicamente corretto' in questo Paese. Dobbiamo tutti tornare a lavorare e smetterla di sprecare tempo ed energie in queste assurdità".   

E siamo ad oggi, con il dibattito boicottato, la Kelly che fa un monologo in tv, le femministe che iniziano ad arrabbiarsi sul serio e Donald Trump che, immortale, fa come se niente fosse. Lui le donne le ama, altroché. A cominciare da Melania Knavs, la sua bella moglie esibita in copertina - in caso di vittoria sarebbe la prima first lady ad aver posato nuda per una rivista - e smontando chi l’accusa di misoginia con percentuali e nomi. L’erede della Trump Organization è una donna - sua figlia Ivanka - e donne sono il 43% dei dipendenti. Un primato, sostiene Micheal Cohen, avvocato di Trump, in una società di quelle dimensioni. Così come è una donna a gestire le sue relazioni pubbliche: si chiama Hope Hicks, è un ex modella, ha 27 anni e secondo Donald Trump è la migliore nel suo lavoro. Mentre mezzo mondo a stelle e strisce s’interroga, preoccupata, l’altra metà lo segue, entusiasta. Lui, così tanto sicuro di sé, continua a fare ciò che gli pare.

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