Viagra femminile: la pillola rosa fa flop

In commercio dal 2016,  il Viagra femminile delude le aspettative e non decolla nelle vendite. Secondo gli esperti la nuova frontiera della parità del piacere sessuale deve ancora arrivare.
In commercio dall'ottobre 2015, il Viagra femminile regala mezzo rapporto soddisfacente al mese. © Nataliia Melnychuk/123RF

Il Viagra femminile fa flop. Approdato nelle farmacie a stelle e strisce il 17 ottobre 2015, dopo una corsa a ostacoli lunga anni (due bocciature dal Federal Drug Administration prima del via libera finale) la pillolina rosa che avrebbe dovuto risolvere i problemini sotto le lenzuola (problemoni visto che più della metà delle donne non ha mai avuto un orgasmo in vita sua) regala mezzo rapporto soddisfacente al mese, ha concluso lo studio condotto da Loes Jaspers dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam e pubblicato su Jama Internal Medicine.


Viagra rosa: come funziona 

Se il Viagra maschile è blu, quello femminile è una pillola rosa e l’Italia ci ha messo lo zampino: il farmaco, infatti, è a base di flibanserina, una molecola sintetizzata nei laboratori della Penisola alla fine degli anni Novanta e poi utilizzata per produrre farmaci antidepressivi in virtù dell'azione sui recettori della serotonina, il neurotrasmettitore della felicità.

A differenza del Viagra maschile che si assume al bisogno e agisce nella fase dell'eccitazione favorendo l'afflusso di sangue al pene, il Viagra femminile va assunto per circa un mese e mezzo e non induce l'orgasmo (come invece si auguravano due terzi del gentil sesso, che lo fingono sotto le lenzuola) ma inverte (o dovrebbe invertire) il calo del desiderio. Il problema è che il desiderio sessuale non è medicalizzabile quanto l'afflusso sanguigno: come ripetono da anni i sessuologi, il primo organo della sessualità (e sopratutto dell'orgasmo femminile) è il cervello e se ad inibirla sono blocchi psicologici nessuna pillola sarà in grado di abbatterli. 


Viagra per le donne: effetti collaterali

Il Viagra per le donne presenta una serie di effetti collaterali e rischi che, se paragonati con i risicati vantaggi, spiegano il flop nelle vendite: stanchezza,  abbassamenti di pressione, nausee e mancamenti (ampilificati se nel frattempo si consumano alcolici) sarebbero anche tollerabili se alla fine si potesse sperimentare il piacere sconosciuto. Così non va, se non per mezza volta al mese, dice lo studio e i risultati si riflettono nei numeri.

Ciò non significa che la ricerca per la parità del piacere sessuale non stia andando avanti. Anzi, più d'uno ritiene che la flibanserina non sia la soluzione più giusta al problema: "abbiamo altre armi a disposizione" spiega Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica al San Raffaele Resnati di Milano.

Nell'attesa che queste armi vengano sfoderate, resta da chiedersi perché il Viagra femminile sia stato così tanto discusso se, già in fase preliminare, erano chiari i bassi risultati in termini di efficacia. All'origine dell'approvazione ci sarebbero ragioni politiche, più che analisi chimiche e cliniche: "c’era un movimento di protesta presso l’Fda di medici e sessuologi - sottolinea Graziottin - che a fronte di farmaci approvati per la sessualità maschile chiedevano che qualcosa ci fosse anche per le donne, ma non è un caso che l’ente regolatorio europeo, l’Ema, non lo abbia mai approvato visti i dati borderline dal punto di vista dell’efficacia". Insomma, anche se poco efficiente, il Viagra femminile ha contribuito a sollevare la questione, avvicinando un po' di più il traguardo di una felice vita intima al femminile.
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