Jean Marie Le Pen: il Front National lo caccia (per la seconda volta)

Dopo tre ore di dibattito, il comitato del Front National (assente Marine), ha deciso di espellere Jean Marie Le Pen, uno dei suoi fondatori. Le affermazioni negazioniste sull'Olocausto non sono piaciute al partito che vuole normalizzare la sua reputazione.

La battaglia tra Jean Marie Le Pen e la figlia Marine è tutt'altro che archiviata.


Anche se Jean Marie Le Pen non se ne capacita, il Front National, il partito che ha contribuito a formare nel 1972, proprio non lo vuole. I tempi sono cambiati, ora sua figlia Marine è la leader indiscussa, una che degli estremismi del padre non vuole più sentir parlare. Al punto che il 21 agosto, per la seconda volta in tre mesi, lo ha cacciato. C’è da scommettere che lui, per la seconda volta, si rivolgerà ai giudici per presentare ricorso

Per conoscere le motivazioni della decisione arrivata dopo una lunga udienza e tre ore di dibattito in cui il patriarca ha lottato con le unghie e con i denti, bisogna aspettare qualche giorno. Di certo le affermazioni negazioniste sull'Olocausto che hanno ridotto le camere a gas a un "dettaglio della storia" e i tentativi di riabilitare il regime collaborazionista del maresciallo Petain non sono piaciuti a nessuno. A Marine Le Pen per prima impegnata da anni ad ammorbidire e normalizzare la reputazione del Front National in vista della prossima tornata elettorale dove vuole proporsi come alternativa concreta al tradizionale bipolarismo del sistema francese e non certo come un fenomeno da baraccone. 

Combattivo come al solito, l’87enne Jean Marie ha prima provato a "contestare il diritto che hanno di giudicarmi" salvo poi abbassare i toni e imboccare un registro più conciliatorio nell’esprimere ”la speranza che in qualche modo questo episodio polemico sia un passo sul cammino della riunificazione del Front National”. Ciò non significa, assicurano i bene informati, che si lascerà mettere all’angolo senza colpo ferire da quella figlia apostrofata nel peggiore dei modi e disconosciuta pubblicamente. D’altra parte il tribunale di Nanterre lo ha già riabilitato una volta, anche se per vizi di forma, più che di sostanza. Per vedere chi, tra padre e figlia, avrà l’ultima parola è questione di giorni.

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