Bill Cosby: 35 vittime ci mettono la faccia sul New York Magazine

La prima pagina del "New York Magazine" è dedicata a una foto di gruppo che ritrae le 35 donne che accusano Bill Cosby di violenza sessuale. C'è anche una sedia vuota, pronta per chi ancora non ha avuto la forza di denunciare. 

La prima pagina del "New York Magazine" dedicata alle 35 donne che accusano Bill Cosby di stupro.



Hanno deciso di metterci la faccia: le 35 donne che accusano Bill Cosby di violenza sessuale hanno scelto la prima pagina del New York Magazine per raccontare al mondo quello che dicono di aver subito dal Dottor Robinson in un arco di tempo che va dalla metà degli anni Sessanta fino agli anni Novanta. Donne legate tra loro da un’esperienza drammatica, tanto che il titolo recita “Bill Cosby: Le donne, una fratellanza non voluta”. C’è anche una sedia vuota, pronta per chi ancora non ha avuto la forza di denunciare. E sono più d’una, scrive il giornale. Immediatamente sbarcato sui social, se l’hashtag #BillCosby è già schizzato tra i trend, quello #TheEmptyChair, la sedia vuota, chiama a raccolta il coraggio di tutte le vittime di violenza perché si decidano a far sentire la propria voce. 

Le storie sono (drammaticamente) simili e non sono sconosciute: le donne sono state intervistate negli ultimi sei mesi da diverse testate a stelle e strisce - dal New York Times a Vanity Fair passando per il Washington Post - ma leggerle e vederle tutte insieme nella foto di gruppo scattata da Amanda Demme fa un certo effetto.  "Nel 2005 Bill Cosby aveva ancora il controllo dei media - dice Tamara Green, violentata negli anni Settanta -. Nel 2015 abbiamo i social media. Non possiamo essere eliminate. È tutto online e non andrà mai più via".  

Nei racconti delle vittime c’è anche quello di un secolo in evoluzione, dove il concetto di violenza è cambiato insieme alla società: “Negli anno 60, periodo a cui risale la prima accusa a Cosby, lo stupro era da considerare come un atto violento commesso da uno sconosciuto...Fra le donne più giovani appare invece forte l’idea che parlare di quanto accaduto sia l’unica cosa da fare, raccontare di cosa si è state vittima è l’arma più potente”. 

Un’arma così potente, sottolinea una delle intervistate, da aver sgretolato l’immagine di Bill Cosby, che verrà ricordato “Non un grande comico, ma uno stupratore, come nel caso di OJ Simpson, non più ricordato come un grande giocatore di football”. Un’arma così potente, rivela invece Chelan Lasha, drogata da Cosby quado aveva 17 anni, che tutte le vittime ancora silenziose dovrebbero considerare: “Non ho più paura. Mi sento più potente di lui”.

Copyright foto: Twitter@NewYorkMagazine
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