Misty Copeland, la prima étoile afroamericana dell’American Ballet Theatre

Misty Copeland, di recente nominata prima ballerina dell’American Ballet Theatre, ha "infranto una barriera che durava da 75 anni" come ha scritto il New York Times. Tra le persone più influenti al mondo secondo Time, lei, dopo 14 anni di duro lavoro, incita i ragazzi a credere nei propri sogni.

Misty Copeland, prima ballerina dell’American Ballet Theater, la prima afroamericana a ricoprire questa posizione.


La prima ballerina dell’American Ballet Theatre si chiama Misty Copeland, è nata il 10 settembre 1982 in Missouri, ha il fisico scolpito e un sorriso che incanta. Ma soprattutto, è afroamericana: Misty è la prima étoile afroamericana della storia, colei che è riuscita a “infrangere una barriera che durava da 75 anni” come ha commentato il New York Times. Una vera e propria rivoluzione, tanto che Time l’ha messa in copertina infilandola nella lista delle 100 persone più influenti al mondo, lei passa da un red carpet all'altro, ha scritto un libro "Life in Motion: An Unlikely Ballerina" che, schizzato tra i best seller, presto diventerà un film e al Tribeca Film Festival di quest’anno era la protagonista di un documentario. 

"This is it", questo è, ha commentato in una conferenza stampa organizzata in fretta e furia. “Era il mio sogno da quando avevo 13 anni ma non è successo in una notte” Altroché: “Quattordici anni di lavoro estremamente duro”. Fatica, sudore e dedizione che l’hanno ripagata e con lei hanno dato una speranza a tutte quelle donne che hanno visto in lei il riscatto nei confronti di un universo che discriminava le ballerine (anche) dal colore della pelle: “sono estremamente onorata di essere afroamericana e di essere in questa posizione” ha precisato. Perciò, ha incitato “tutte le giovani ragazze” come lei a continuare a credere nei propri sogni, perché a volte si realizzano. Vedi la collega Michaela DePrince, una ragazza della Sierra Leone, rimasta orfana quand'era ancora una bambina e bollata come "figlia del diavolo" perché la vitiligine le ha riempito la pelle di macchie bianche, che oggi balla con il Dutch National Ballet di Amsterdam, si guarda alle spalle e può sorridere delle difficoltà che ha superato.

Tanti giovani danzatori di colore - ha spiegato Misty - smettono di ballare in età precoce, semplicemente perché non credono che, per loro, ci sarà un percorso di carriera: spero che questo cambierà”. Dubbi che hanno assalito anche lei quando a 19 anni si è unita al corpo di ballo ABT e - ha specificato facendo riferimento al colore della sua pelle -, non c’era nessuno “che mi assomigliasse”. Una fatica, anche psicologica che però l’ha resa “ancora più affamata e decisa a farcela”.

Finché ce l’ha fatta, diventando famosa anche tra chi la danza non la va a vedere a teatro: “Non avevamo un ballerino così popolare dai tempi di Mikhail Baryshnikov”, ha detto Wendy Perron, autore ed ex direttore di Dance Magazine. “Misty ha acceso i riflettori sul mondo del balletto” e questa, si sa, è cosa buona e giusta in tempi in cui l’arte - tutta l’arte che sia pop - soffre un po’. Al Lago dei Cigni della scorsa settimana, dove Misty è Odette, il pubblico era pieno di ragazzi. Bianchi e neri, giovani, con gli occhi imbevuti di orgoglio e speranza in un momento dove il dibattito razziale, negli States è di nuovo al centro della scena.

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