Patricia Arquette da Taormina continua la lotta per le donne

Patricia Arquette, quattro mesi dopo la dedica dell’Oscar per Boyhood “a tutte le donne che hanno partorito” parla della parità di genere dal Festival del Cinema di Taormina e si mostra scettica su Hillary Clinton.


Patricia Arquette al Taormina Film Fest parla ancora della condizione delle donne e , soprattutto, delle mamme.

 

Continua con Patricia Arquette la parata di star al Taormina Film Fest che, in questa edizione 2015, sembrano avere come minimo comun denominatore, oltre alla bravura sul set, un forte impegno sociale. Dopo le dichiarazioni di Richard Gere a proposito dell’emergenza immigrazione, infatti, è stato il momento dell’attrice premio Oscar che, dai microfoni della kermesse siciliana, ha parlato del ruolo delle donne nella società

46 anni, figlia d’arte, l’attrice che ha lavorato anche con David Lynch, Martin Scorsese e Sean Penn parla ancora della sua impressionante partecipazione in Boyhood: "Non ho meriti ad essere invecchiata in Boyhood. Invecchiare è normale. Non giudico chi fa uso della chirurgia estetica, ma è normale perché a Hollywood ci sono pochi ruoli se non sei giovane". Lei, da parte sua, preferisce che sia “la natura a modificarmi viso e corpo” e, senza esprimere un parere sulle colleghe che scelgono il bisturi, preferisce parlare della generale (e drammatica) condizione lavorativa del gentil sesso. “È vero – spiega, riferendosi alle recenti dichiarazioni di Nicole Kidman sulle difficoltà delle donne nel cinema - che la situazione delle attrici è diversa rispetto a quella degli attori. Ma a me interessa la condizione di milioni di donne retribuite molto meno degli uomini, costrette a fare un secondo e un terzo lavoro per mantenere figli che, probabilmente, non potranno mai mandare a un college”. A quattro mesi di distanza dall'inattesa dedica della sua statuetta come “miglior attrice non protagonista”, la Arquette torna alla carica e spiega che il lavoro nel cinema  è comunque "una fortuna, non perché sia glamour ma perché permette di comprendere meglio le persone e raccontare come vanno davvero le cose". 

Ed è proprio questo che lei ha fatto e, dice, continuerà a fare battendosi per la parità di genere e sostenendo la candidata alla Presidenza Usa Hillary Clinton per la quale, però, non nasconde un certo scetticismo. “Sarebbe bello – conclude – ma molto dipenderà dagli altri candidati anche perché intorno alla famiglia Clinton c’è molta animosità e non è affatto detto che sia la volta buona”.


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