Sindrome del bambino scosso: sintomi e conseguenze

Parlando di sindrome da scuotimento s’intendono tutte quelle forme di abuso legate a un violento scuotimento del bambino. La Società Italiana di Neonatologia mette in guardia i colleghi.


La Società Italiana di Neonatologia si è fatta portavoce, in collaborazione con Terre des Hommes di una campagna di sensibilizzazione sulla "sindrome del bambino scosso".

 

Con “sindrome del bambino scosso” – o Abusive Head Trauma (AHT) come l’ha definita l’American Academy of Pediatrics nel 2009 – si indicano, con i termini scientifici, le conseguenze traumatiche di uno scuotimento perpetrato ai danni di bambini molto piccoli e che possono portare addirittura alla morte. 

Da un recente studio condotto in quattro paesi (Scozia, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Svizzera), si evince che la sindrome da scuotimento riguarda tra i 14.7 e i 38.5 bambini su 100mila e che questi muoiono per le sue conseguenze in 3 casi su 10 mentre solo il 15% delle giovani vittime sopravvive senza conseguenze. Il problema, però, è che i casi dichiarati rappresentano – secondo gli esperti – solo la punta di un iceberg ben più grande con un gran numero di piccoli che – malgrado le scosse subite – non vengono poi visitati da un medico. 

Per questo, la Società Italiana di Neonatologia si è fatta portavoce di una campagna di sensibilizzazione al problema, in collaborazione con Terre des Hommes e, per cominciare ha lanciato un messaggio ai colleghi invitandoli a non sottovalutare il problema. 

“Il neonatologo – ha esordito il Presidente della Società Italiana di Neonatologia Mauro Stronati - deve sempre aver presente la sindrome del bambino scosso, poiché questi casi di violenza sono meno rari di quanto si pensi e non possono sfuggire al sospetto del medico, che deve denunciare il reato alle autorità, come previsto dalla legge”. Ma non solo, perché i primi ad essere informati sui rischi devono essere proprio i genitori.


Danni da scuotimento

“Il medico – spiega ancora il presidente SIN - ha anche l’obbligo di informare adeguatamente i genitori sui danni che uno scuotimento può provocare. In molti studi si dimostra, infatti, come i genitori dichiarino di scuotere i loro figli solo per calmarli, inconsapevoli della gravità di un simile intervento. Una corretta e completa informazione ai genitori e alle famiglie è quindi importante affinché un gesto, a volte inconsapevole o addirittura benevolo, non si trasformi in un grave danno per il neonato”. E la gravità è indubbia visto che – a questo gesto in apparenza banale – possono conseguire danni irreparabili come ematoma subdurale (conseguente al trauma cranico), edema cerebrale ed emorragia retinica fino ad arrivare – nei casi più gravi – addirittura alla morte.

 

I sintomi della sindrome del bambino scosso

Le conseguenze della sindrome del bambino scosso immediate sono vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, irritabilità e, nei casi più gravi, convulsioni e alterazioni della coscienza che possono portare fino all’arresto cardiorespiratorio. Ma questi sono solo i rischi a breve termine. Sul lungo periodo, infatti, anche i bambini che non manifestano conseguenze immediate, possono presentare difficoltà di apprendimento, cecità, disturbi dell’udito o della parola, epilessia, disabilità fisica o cognitiva. L’ultimo avvertimento della SIN, poi, riguarda le “modalità dello scuotimento” dannoso che – spiegano – sono molto difficili da definire con esattezza. Dalle “confessioni” dei responsabili, conclude la SIN nella sua nota informativa, si evince che di solito il bambino (generalmente tra i 4 mesi e i 6 mesi, quindi necessario di cure costanti che possono portare all’esasperazione dei genitori ma anche dotato di una fisicità ancora poco strutturata con la testa molto più pesante del resto del corpo e i muscoli del collo non ancora in grado di sostenerne il peso) viene afferrato a livello del torace o delle braccia e scosso energicamente circa 3-4 volte al secondo per un periodo che varia dai 4 ai 20 secondi.


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