Cleptomania, l'irresistibile tentazione che colpisce (soprattutto) le donne

L'ultima beccata con un bottino non pagato è Laure Manaudou. Prima di lei Winona Ryder e Sarah Jessica Parker. Ma i cleptomani sono ovunque e s'impossessano di tutto. I loro non sono furti: sono un'irresistibile voglia di avere.

Laure Manaudou è stata fermata a Eurodisney per un presunto furto di 200 euro in souvenir. La struttura non ha sporto denuncia.


L'ultima pizzicata con le mani nel sacco è Laure Manaudou: poco prima di Natale, a Eurodisney, avrebbe cercato di intascarsi 200 euro di souvenir senza passare dalle casse. La struttura ha rinunciato a sporgere denuncia, ma la notizia già galoppava sulla rete e sulle copertine dei giornali. E lei, la medaglia d’oro dei 400 metri stile libero alle Olimpiadi di Atene nel 2004 - che nel paradiso dei bambini ci era andata insieme alla figlia Manon (4 anni) e a un'amica, anche lei fermata con la stessa accusa -, non ha potuto fare altro che sfogarsi su Facebook con un post (poi rimosso): “La stampa... sono semplicemente bugiardi. Sono disgustata, non riesco nemmeno a passare del tempo con mia figlia che si inventano cose su di me”. Verità o menzogna che sia non lo sapremo mai. Certo è che l'ex nuotatrice francese non sarebbe la prima (e di certo non l'ultima) cleptomane che la memoria dei vip ricordi. 

Inserita nel Manuale dei Disturbi Mentali tra i disturbi del controllo degli impulsi, la cleptomania è tutt'altro che una moda. Anzi, è una cosa seria come tale va affrontata. Caratterizzata "dalla ricorrente incapacità di resistere all’impulso di rubare oggetti che non hanno utilità personale o valore commerciale", sforna ladri improvvisati che non agiscono perché spinti da motivi economici o per vendetta, rabbia, delirio o allucinazione ma, semplicemente, perché non riescono a trattenersi. "La patologia - spiega Isabella Biondi, psicologa e psicoterapeuta - dev'essere distinta da tutte quelle situazioni che vedono il furto come strumento per raggiungere un obbiettivo, come nel caso del ladro che punta al valore economico del bottino o in quello del ragazzo il cui fine è la sfida e che vive il commettere furti come un atto di ribellione". Perciò fa tanta notizia quando colpisce insospettabili (e milionari) vip. Donne in prima fila, visto che, dicono le statistiche, sono le più vulnerabili al disturbo. 

La più famosa è di sicuro Winona Ryder: nel 2001 venne beccata con quattromila dollari di abiti rubati in un grande magazzino di Beverly Hills. Condannata a tre anni di libertà vigilata e quasi diecimila dollari di multa, l'attrice è riuscita a sopravvivere anche alla gogna mediatica. Nove anni dopo tocca a Sarah Jessica Parker: impegnata sul set di Sex and the City 2 (fruttato 15 milioni di dollari di cachet), secondo il New York Post avrebbe rubato 24 bicchieri da cocktail tempestati di Swarovski, per un valore di oltre quattromila verdoni. Nel 2011 è il turno di Lindsay Lohan che in una gioielleria di Venice, in California, s'intasca una collana da 2.500 dollari ma viene fermata, processata e condannata a 35 giorni di domiciliari e 480 ore di lavori sociali. Se l'è vista brutta anche l'attrice di origini cinesi Bai Ling quando, nel febbraio 2008 fu arrestata all'aeroporto di Los Angeles per il furto di due pile di riviste di moda. Valore del bottino: 16 dollari. Risonanza della figuraccia: mondiale. Infine c'è Shelley Morrison, fermata nel 2003 con un bottino di abbigliamento di lusso.

"Il cleptomane - spiega la dottoressa Biondi - si rende conto che quello che sta facendo è sbagliato e questa consapevolezza lo mette in una posizione di conflitto interiore: da una parte l’impulso a cui non sa resistere e la gratificazione che segue il gesto, e dall’altra i rimorsi di coscienza e la consapevolezza dell’assurdità dell’atto. Al contrario, le conseguenze pratiche che possono seguire l’azione, ossia l’aspetto giuridico, non sono valutate correttamente". 

È così che casca l'asino e i vip si fanno beccare come dei ragazzini sprovveduti. Vedi Jennifer Capriati, la ragazza prodigio della racchetta, che che nel 1993 - quando aveva già vinto un’Olimpiade contro Steffi Graf - venne arrestata a Tampa in Florida per aver rubato un anello in una gioielleria. O vedi - passando ai comuni mortali -, il professionista 44enne appassionato di libri (preferibilmente antichi e d'arte) finito in manette lo scorso luglio in provincia di Torino: quando i carabinieri sono andati a prenderlo nella sua casa di Lauriano si sono ritrovati davanti a 3.200 volumi, tutti spariti dalle biblioteche comunali, con un danno stimato di 40 mila euro. L.F., di 71 anni, è invece l'ex bancario che è stato assolto nel gennaio 2014 dall'accusa di furto aggravato di orologi, cellulari e pc portatili, di pazienti di ospedali dove l'uomo si faceva ricoverare per problemi di salute perché, si legge nella perizia psichiatrica, "viveva nel conflitto che si creava nella sua mente, tra l'impulso a rubare e la volontà di resistervi. Tutto ciò creava uno stato di forte angoscia che richiedeva un atto liberatorio".  

La buona notizia, una volta appurato che la cleptomania è un disturbo serio, è che una cura c'è: "richiede necessariamente un intervento psicoterapeutico di tipo cognitivo comportamentale - spiegano gli esperti -. In alcuni casi può aiutare anche una terapia farmacologica di sostegno, per un certo periodo, sopratutto qualora il disturbo si associ a sintomi depressivi". Il primo passo, però, lo deve fare il diretto interessato. "Normalmente - conclude la dottoressa Biondi - questo tipo di percorso, come succede anche nel caso di altre patologie, permette al paziente di riappropriarsi di parti di sè poco coscienti, di elaborarle e di valorizzarle, per fare in modo che diventino delle risorse personali più che dei limiti". A questo punto uomo avvisato, mezzo salvato.


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