Trombosi venosa profonda: linee guida

Le linee guida sulla trombosi venosa profonda spiegano che è solitamente localizzata in una gamba, che presenta dei sintomi precisi, e che la guarigione dipende dal rapido trattamento. Ecco come e perché.
 
La trombosi trombosi venosa profondo è provocata dalla formazione di un coagulo di sangue. © tussik13 / 123RF
 
La trombosi è l’ostruzione di una vena profonda, provocata da un trombo, ovvero un coagulo di sangue in una vena, che ostruisce in parte o del tutto la circolazione sanguigna. Ogni anno in Europa si contano un milione e mezzo di casi.
 

Sintomi

Sintomi e segni della trombosi venosa profonda sono diversi: si parte da dolore, arrossamento e gonfiore, solitamente a livello del polpaccio, con una intensità che varia a seconda delle dimensioni del trombo e dalla gravità dell'infiammazione. Talvolta, però, la trombosi è asintomatica, ovvero priva di sintomi visibili. 


Cause

I fattori di rischio della trombosi dipendono da numerosi fattori, come l’età (la malattia colpisce in particolare gli over 60) e la predisposizione genetica. Ne sono poi soggetti i pazienti affetti da una serie di patologie (articolari o cardiache), gli interventi chirurgici e problemi di coagulazione e di circolazione. Gli interventi possono causare lesioni vascolari, oppure rallentamento della circolazione, ma altrettanto rischioso è lo stato di ipercoagulazione, ovvero una densità anomala del sangue, che può avere anche cause ormonali, come l'assunzione della pillola anticoncezionale. 


Diagnosi

La trombosi può avere delle gravi complicanze: ecco perché, in presenza di un sintomo sospetto, bisogna assolutamente contattare il medico. Non bisogna, invece, tentare di massaggiare la zona interessata. Per diagnosticare la trombosi, il medico vi prescriverà l'Eco-doppler venoso, un esame che consente di individuare il trombo grazie agli ultrasuoni. Se questo esame non permette di individuare il trombo o per risalire all'origine del disturbo, il medico potrà prescrivere una serie di altri esami. 


Terapia

I trattamenti contro la trombosi hanno lo scopo di sciogliere il coagulo di sangue che occlude la vena e quindi di evitare che il trombo migri verso i polmoni, provocando un'embolia. I medicinali usati sono gli anticoagulanti, che fluidificano il sangue, come le eparine, che si somministrano per iniezione intravenosa. Il medico può anche consigliare al paziente di portare indumenti contenitivi come le apposite calze antitrombosi, che comprimono gli arti permettono di compensare il malfunzionamento venoso e di favorire la circolazione del sangue.
 

Prevenzione

Per prevenire una trombosi, le precauzioni variano a seconda dei casi. Dopo un’operazione chirurgica, ad esempio, viene solitamente prescritto un trattamento preventivo a base di anticoagulanti. Ai pazienti con problematiche di coagulazione, il medico potrà prescrivere delle calze contenitive, da usare tutto il giorno o in situazione di rischio, ad esempio in volo.
 

Gravidanza

In gravidanza aumenta, in linea generale, il rischio di trombosi, perché il sangue tende fisiologicamente a coagulare di più sin dall'ultimo trimestre e nelle prime settimane dopo il parto. Sarà cura del medico determinare se la paziente avrà bisogno di indossare calze contenitive e assumere vitamina B9, considerata ottima per la prevenzione della formazione dei trombi. Importante poi controllare i sintomi come mal di testa molto forti, crampi, e forte gonfiore in gravidanza. 
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