8 risposte vere sui bugiardi

Ammettetelo: anche voi avete già mentito! Quando, perché e possiamo fare diversamente? 8 verità innegabili sui bugiardi. 


Mentire: un vasto concetto che raggruppa diverse realtà. Tra la piccola bugia, la bugia innocua, la bugia per omissione, la bugia colossale… la scelta è vasta! Vediamo qualche esempio concreto:

Situazione n.1. La classica bugia-complimento: avete deciso di indossare un vestito comprato qualche mese fa per uscire il sabato sera, e avete notato che “segna” dei rotolini sospetti. Quando chiedete alle amiche o al partner se pensano che siate ingrassate, rispondono in coro “certo che no!”

Ci sono i bugiardi occasionali e quelli patologici.


Situazione n.2. La bugia per evitare il litigio. Siete arrivate a casa un po' più tardi del solito perché, dopo l'ufficio, vi siete concesse un giro di shopping. E visto che il vostro partner pensa che spendiate un po' troppo, avete nascosto etichette e scontrini dicendogli che avete recuperato i vestiti smessi di una vostra amica.

Situazione n.3. La bugia che fa comodo. “Mi dispiace, non è colpa tua, sono io il problema. Non sono pronto ad impegnarmi, ho troppa paura di soffrire”. Qualche tempo dopo, scoprite che il vostro ex vive già con la sua nuova fiamma. 

Situazione n.4. La grande bugia, la più colossale. “Certo che sono single, ti aspettavo, voglio trascorrere la mia vita con te” (in realtà è sposato con due bambini, e pieno di debiti), “Sono ingegnere aeronautico, e sì non mi vergogno a dire che guadagno molto” (in realtà vive ancora a casa con mamma e papà e l'idea di trovarsi un lavoro non lo sfiora minimamente).

Insomma, la lista è lunga: ci sono tante bugie quante situazioni e individui, dalle più originali alle più contorte, passando per le più gravi e le più divertenti. Un solo punto in comune: mentire è dire, fare, sottintendere o lasciar credere, con cognizione di causa, qualcosa di sbagliato.

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La bugia, un atto sociale?

Tutti mentono, anche voi, è un dato di fatto. E non dite il contrario, sarebbe una bugia! Sembrerebbe che in media mentiamo due/tre volte al giorno. Spesso riguardo piccole cose, del tipo: “Scusa del ritardo, problemi sui mezzi”, “No, non ho ricevuto la sua email”

Le (buone) ragioni per mentire sono tante molte. Una delle motivazioni più frequenti è il desiderio di evitare le spiegazioni inutili e contorte. Sì, siete andate a bere con gli amici e il vostro partner la prenderà male anche se non avete fatto nulla di sbagliato. Allora perché dirlo?

Se a volte si mente per proteggere chi ci sta di fronte, spesso lo si fa per motivi più egoistici. Per esempio, confessare al proprio partner di averlo/la tradito/a rischia di creare dei problemi, o addirittura di stravolgere l’esistenza. Ma visto che si è trattato di un'avventura di una notte, perché fargli del male inutilmente? 

Si mente anche per ottenere ciò che si vuole quando si ha l’impressione che dire la verità non potrebbe bastare. È il caso dell’uomo sposato che improvvisamente diventa single, dal candidato ad un super posto che s’inventa un curriculum perfetto...

Più grave e fortunatamente molto più raro: si mente quando la nostra vita non ci piace. Ma questo significa dunque mentire anche a se stessi e ciò implica altri meccanismi, come per esempio finire col credere alle proprie bugie. 

Tutti bugiardi?

Tutti bugiardi?

“No, io non sono una bugiarda, ho sempre detto la verità, dico sempre quello che penso, non mi piace che qualcuno mi menta poiché io non lo mentirei a nessuno”. Bene, ma rifletteteci un attimo. Non avete detto alla vostra migliore amica, proprio l’altro giorno, che siete sicure che il suo fidanzato sia pazzo di lei, quando in realtà ci ha già provato con voi?

Se alcune bugie sono più che altro dei compromessi con la realtà, senza conseguenze, altre sono più gravi. Peccato che smettere di mentire non sia cosa semplice. Se volete provarci, fate un piccolo esercizio.

Scegliete tre giorni. Tre giorni durante i quali direte la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Attenzione, non si bara! Siete in ritardo di cinque minuti? Ammettete di fronte al vostro capo che vi siete svegliate tardi (se ve lo chiede naturalmente); alla vostra amica Elisa  dite che no, non trovate che quel vestito le stia poi così bene e che si, in effetti è un po’ invecchiata. E quando vostra madre si lamenterà di non vedervi spesso, ditele sinceramente che vi annoiate quando siete da lei. C’è da scommettere che non riuscirete a resistere neppure un giorno, a meno che non vogliate mandare in frantumi la vostra vita sociale…

La bugia patologica, esiste?

D’accordo, mentite, ma vi dite che si tratta solo di piccole bugie. Mica inventate storie impossibili per divertimento! Ma esiste davvero una differenza? Sì, è risiede nelle conseguenze: ci sono bugie senza importanza e altre, invece, che possono mettere a rischio i rapporti con gli altri e minare la fiducia. Ed è qui che possiamo distinguere un bugiardo occasionale da uno professionista la cui vita è basata sulle falsità. 

Eppure, il bugiardo, anche quello compulsivo, non è realmente malato se è consapevole di mentire. In questo caso specifico, la bugia rappresenta una cattiva abitudine più che una malattia. Diventa patologica quando l’interessato finisce col credere alle sue stesse menzogne, confondendo la realtà della sua vita con le cose che inventa. Diventa mitomane. Ma possiamo ancora parlare di bugie, dato che ormai quello che racconta ha il solo scopo di non far crollare la storia che ha costruito? 

Mentire per omissione è meno grave?

Tra la vasta scelta di menzogne e altre altri tipi di mezze verità, esiste una bugia un po’ particolare, che non sappiamo dove collocare: l’omissione. Si tratta davvero di mentire quando si “dimentica” di dare un’informazione e se nessuno ci ha fatto la domanda? Per esempio, è così grave non dire a uno sconosciuto appena incontrato che abbiamo un fidanzato? Tutto dipende dalla finalità dell’omissione

Quando l’informazione viene taciuta con l’intento di approfittare di questa omissione, si tratta di una vera e propria bugia. Quando invece l'omissione non ha secondi fini, se non quello di proteggere la propria privacy, si tratta più che altro di discrezione. A volte la bugia per omissione costituisce addirittura un obbligo morale. È il caso per esempio dei medici e degli avvocati, che sono tenuti al segreto professionale nei confronti dei loro pazienti/clienti.

E come faccio per individuare i bugiardi?

Il mondo è pieno di bugiardi. Peccato che a nessuno cresca il naso e che non sia facile individuarli. Ovviamente, ci sono i cattivi bugiardi, quelli che arrossiscono o sono incapaci di guardarvi negli occhi quando mentono: non sono pericolosi e sono i più facili da smascherare. 

Il problema sono gli altri, quelli che mentono guardandovi negli occhi, senza battere ciglio e che hanno anche la capacità di farvi sentire in colpa se mettete in discussione la loro sincerità. Individuarli è praticamente impossibile, visto che questi bugiardi non lasciano trasparire alcuna emozione. Molto spesso, il bugiardo verrà smascherato insieme alla bugia, a volte con settimane, mesi, anche anni di ritardo. Perché alla fine è raro che una bugia, specie quando implica conseguenze a lungo termine, non venga scoperta. A volte perché si è indagato, a volte per una disattenzione del bugiardo. Non è facile mantenere una bugia a lungo senza tradirsi…

L'ho smascherato, cosa faccio?

Cosa fare quando arriva il momento della verità? L’avete appena scoperto, per caso o dopo una lunga indagine: vi hanno mentito. Avete le prove, non ci sono più dubbi. Le soluzioni che vi vengono in mente potrebbero mettervi nei guai (no, non è legale tentare di strangolare qualcuno...). Lasciate perdere le reazioni violente e cercate un confronto razionale. La vittima della bugia ha bisogno di capire come e perché l’altro è arrivato a tradire la sua fiducia. Il bugiardo deve essere capace di rispondere a queste domande, dimostrare che non aveva l’intenzione di fare del male all’altro, ma al contrario di proteggerlo o, perlomeno, di evitargli sofferenze.

Questo discorso vale anche quando avete colto il bugiardo sul fatto. O se, per smascherarlo, avete dovuto ricorrere a metodi poco leciti (sbirciare nel telefonino, leggere le sue e-mail…): rischia di attaccarsi ad ogni minimo pretesto per farvi sentire in colpa ed evitare così di doversi giustificare.

Preparatevi un discorso. Scegliete un posto e un momento tranquillo, da cui la vostra preda non potrà scappare. E attaccate. La cosa ideale sarebbe mantenere il controllo dei nervi, restare il più calme possibile, per poter fare tutte le domande necessarie per capire bene la situazione. Lasciate passare un po’ di tempo. Vedete se riuscite a digerire ciò che probabilmente considerate come un tradimento. Solo il tempo potrà dirvelo: evitate quindi di prendere decisioni affrettate spinte dall’emozione. Dopo qualche giorno o qualche settimana, la soluzione s’imporrà  probabilmente da sola. 

Sono stata smascherata, cosa faccio?

Questa volta siete voi ad aver mentito. Siete state scoperte. Cosa fare? Potete sempre provare a negare. Il vostro partner ha trovato nel vostro telefono un messaggio compromettente, magari del suo migliore amico? Ditegli che ha frainteso, e che comunque non ha il diritto di leggere i vostri SMS. Voi non fareste mai una cosa del genere. E poi, sa benissimo che il suo amico non è proprio il vostro tipo.

La cosa migliore, in realtà, è affrontare l'altro a carte scoperte. Non provate a scusarvi, ma cercate di spiegare cosa vi ha spinte a comportarvi in questo modo. Rispondete a tutte le domande, anche alle più difficili. E accettate che vi odi, almeno per un po’. Se ci riesce, gli servirà parecchio tempo per fidarsi nuovamente di voi: e voi dovrete dimostrargli che ci tenete a riconquistare la sua fiducia. Attenzione tuttavia a non permettergli di esigere qualsiasi cosa col pretesto che dovete farvi perdonare: il vostro rapporto non deve trasformarsi in sottomissione psicologica

E se ho sempre mentito, posso ancora smettere?

Le bugie sono ereditarie. I vostri genitori mentivano e voi avete imparato a fare lo stesso. Oggi la cosa vi crea problemi, ma non sapete come rinunciare alle bugie. Per fortuna, le soluzioni esistiono. 

  • I bugiardi occasionali, la maggioranza, dovrebbero sbrigarsela in maniera relativamente facile. L’idea è di riuscire a trattenersi nel momento in cui si sta per mentire. Ci vorrà un po' di forza di volontà, almeno all’inizio, riflettendo su quello che si vuole dire per trovare le parole giuste (ma autentiche) o, al contrario, dicendo spontaneamente la verità. Poi, per aiutarvi, poiché dire la verità non è sempre facile, datevi delle piccole ricompense. Un punto per ogni volta che avete resistito alla tentazione di mentire. E un regalino ogni dieci punti!    
  • Quelli che hanno fatto della menzogna uno stile di vita avranno delle difficoltà a cambiare. Per di più bisognerà anche fare qualche confessione per fare tabula rasa del passato. Quando si mente per abitudine, potrebbe essere necessaria una psicoterapia.

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