Disprassia: cura, cause e sintomi

La disprassia appartiene a quella categoria di disturbi cognitivi specifici del linguaggio e dell’apprendimento. Difficile da distinguere da un semplice ritardo, la disprassia è una patologia complessa da diagnosticare.

Definizione

La disprassia designa una capacità di coordinare e di eseguire correttamente dei gesti acquisiti: scrittura, il sapersi vestire, l’utilizzo degli oggetti, ecc. Esistono diversi tipi di disprassia: gestuale, visuo-spaziale, costruttiva. parallela a quelle dell’aprassia. La disprassia detta dell’abbigliamento e la disprassia buccofacciale sono delle forme rare isolate dalle altre.

La disprassia designa un’incapacità di eseguire correttamente i movimenti acquisiti, quando non sono presenti né disturbi muscolari né nervosi. Essa si differenzia dall’aprassia che indica l’apparizione di questi disturbi fisici successivamente anche quando le capacità erano state acquisite. Ogni gesto richiede una certa concentrazione per essere portato a termine. Il coordinamento e la successione dei gesti sono complicati e questo consente di suddividere le diverse forme di disprassia in una classifica parallela a quelle dell’aprassia. Nel bambino alcuni segnali quali difficoltà o incapacità ad usare la penna, movimenti maldestri, difficoltà a camminare e altri gesti semplici della vita quotidiana possono orientare la diagnosi. In tali casi la rieducazione migliora la vita dei bambini.

La disprassia verbale designa una difficoltà del bambino a coordinare i suoni per verbalizzarli in parole. Questo è correlato alla corretta esecuzione dei movimenti della bocca per emettere parole di senso compiuto.

Cause

Le cause della disprassia possono essere molteplici. La disprassia detta lesionale si distingue dalla disprassia dello sviluppo. Quella lesionale può essere originata da una nascita prematura, ischemia celebrale o trauma cranico; mentre le cause della disprassia dello sviluppo sono sconosciute. Il bambino in buona salute, può presentare disprassia senza avere alcun disturbo psicologico o deficit mentali.

Sintomi

I soggetti affetti da disprassia non acquisiscono, come si è già detto, la pianificazione e il coordinamento dei gesti insegnati che non riescono ad eseguire fluidamente e in maniera automatica. La loro acquisizione richiede diversi sforzi e una maggiore attenzione. È possibile che risulti una grande stanchezza e/o difficoltà a realizzare due azioni allo stesso tempo. I disturbi della disprassia possono essere di diverso ordine: disturbi della coordinazione visuo-motrice, dell’attenzione, del linguaggio, delle funzioni esecutive, dei toni e della postura, deficit dell’esplorazione visiva, problemi della percezione spaziale. La disprassia può inoltre comportare ripercussioni sulla scolarità del bambino, pertanto è necessario diagnosticare la patologia il prima possibile.

Diagnosi

La conoscenza poco chiara della disprassia dello sviluppo, delle sue cause e l’eterogeneità dei disturbi rendono la diagnosi difficile da determinare. Il percorso diagnostico della disprassia si sviluppa generalmente seguendo diverse tappe. In un primo momento la disprassia viene identificata dai genitori o dall’insegnante. Se il monitoraggio è corroborato da un medico o da uno specialista (psicologo, pediatra, neurologo, neuro-pediatra) la diagnosi viene stabilita procedendo per eliminazione di eventuali cause neurologiche, genetiche, sensoriali o metaboliche. Queste diagnosi possono essere precisate con valutazioni complementari neuropsichiatriche o psicomotorie.

Cura

Il trattamento di un bambino affetto da disprassia può essere lungo e necessitare di diverso supporto. In funzione dei disturbi riscontrati, le cure si organizzano attorno a diversi specialisti. L’ergoterapia può aiutare il bambino a migliorare i suoi ritardi riguardanti i gesti quotidiani, la scrittura la gestione degli strumenti scolastici; mentre sessioni con uno specialista di psicologia motoria consentono di correggere i disturbi di postura, di ritrovare i punti di riferimento corporali e spaziali e una coordinazione motoria globale. Il consulto con un ortottista può essere utile per curare i disturbi visuo-spaziali; mentre un logopedista può aiutare il piccolo paziente a sopperire a difficoltà correlate alla lettura, all’ortografia e alla matematica.

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