Cefalea a grappolo: sintomi e trattamento

Con il termine cefalea a grappolo si definiscono dei mal di testa estremamente violenti che appaiono all’improvviso. Questi episodi non lasciato delle sequele neurologiche, ma provano il soggetto fisicamente e moralmente.

Definizione

La cefalea a grappolo è caratterizzata da un dolore acuto che colpisce solo una parte del viso, la maggior parte delle volte attorno ad un occhio. Questo dolore si manifesta con delle crisi, tra le quali trascorrono più settimane o addirittura anni. Questa patologia si manifesta più di frequente negli uomini che nelle donne.

Sintomi

Il dolore che si avverte è particolare: prima della crisi vera e propria il naso può colare o si può avvertire un forte prurito. Il dolore è di una violenza estrema, descritto, dai pazienti afflitti da entrambe le patologie, come 100 volte più forte di una normale emicrania. La cefalea a grappolo viene anche chiamata cefalea suicida a causa di questo forte dolore che può portare fino alla disperazione. Questa si presenta spesso in maniera improvvisa. La sua evoluzione consta di diverse crisi che possono variare da diversi giorni a diverse settimane, durante le quali i dolori appaiono e scompaiono, spesso a degli orari fissi. Tra questi periodi di crisi si osservano diverse settimane (o addirittura anni) di “riposo”. Nel circa 10 % dei casi, la cefalea a grappolo può divenire cronica, ciò vuol dire che se sussistono dei periodi di riposo, questi sono inferiori alle due settimane. Il du-olore può durare dai 15 minuti alle 3 ore e può presentarsi più volte al giorno.

Dopo la crisi, in qualche caso, la pupilla può ritrarsi e l’occhio si chiude da solo. La crisi di cefalea a grappolo, di norma, non è accompagnata da vomito o da intolleranza alla luce, cosa che avviene invece nell’emicrania, anche se questi sintomi possono presentarsi.

Fattori di rischio

L’alcol e il tabacco possono essere dei fattori di rischio. Non si è a conoscenza di un gene specifico che provochi la cefalea a grappolo, ma potrebbe esistere un fattore ereditario: i discendenti diretti di un soggetto che soffre di questa patologia sono colpiti più spesso da queste crisi rispetto alla media.

Diagnosi

Questa malattia rara è ancora difficilmente diagnosticata poiché il medico non ci pensa necessariamente. Per stabilire una diagnosi lo specialista si basa sulle descrizione del paziente e tutti gli esami risultano invece nella norma.

Trattamento

Il trattamento classico del mal di testa (ibuprofene o paracetamolo) risulta inefficace. L’ossigenoterapia per via nasale permetterebbe di ridurre il dolore nel 75% de casi. Problema: il condizionamento e l’ingombro dell’ossigeno fanno sì che questo trattamento non possa essere effettuato ovunque. Anche la terapia corticosteroidea può portare dei buoni risultati.

FOTO:© Kamil Macniak/123RF

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