Intervista ad Ema Stokholma: "La musica mi ha salvato!"

Molti la conoscono come concorrente di Pechino Express su Rai 2, ma la “clubber” Ema Stokholma è una personalità carismatica tutta da esplorare.

Ema Stokholma è stata una delle "clubber", una delle coppie di concorrenti di Pechino Express 2017.

Ema Stokholma è una cittadina del mondo: nata e cresciuta in Francia, dopo aver sfilato per grandi stilisti come Valentino, Dolce & Gabbana, Fendi e Versace, ha messo da parte la carriera di modella per inseguire la sua vera passione, la musica. Il suo posto è alla console dove suona dj set coinvolgenti che animano gli eventi più esclusivi in Italia e all’estero, ma da qualche giorno ha iniziato a lavorare anche in radio, alla conduzione del programma back2back, in onda tutti i giorni su Radio 2 al fianco di Gino Castaldo.

Nonostante la linea telefonica facesse i capricci, Ema è stata molto disponibile a condividere i suoi pensieri, le sue passioni e le sue speranze per il futuro, trasformando una semplice intervista in un viaggio altrettanto eclettico ed ironico. Uno di quei viaggi senza una meta precisa che, dietro ogni angolo, nascondono incontri emozionanti e curiose sorprese.


Viaggiare spesso ti ha aiutato nel tuo lavoro, ma anche a livello personale?

"Penso di sì perché quando viaggi spesso i tuoi affetti non ti mancano se vai via solo per un mese. Sei abituato. Aiuta perché non ti senti triste. Per esempio per il viaggio di Pechino Express partire non è stato un problema per me, come invece lo è stato per altri concorrenti".
 

Mai avuto difficoltà con la tua famiglia o un compagno per i tuoi viaggi?

"Il mio fidanzato vive a Parigi e io a Roma, quindi credo sia diventato fondamentale, come pensa anche la mia psicologa, stare lontani per avere ognuno i propri spazi. Non ti nego comunque che vorrei avere mio fratello tutti i giorni con me. Però anche lui vive in Francia e va bene così. Mi manca e non mi manca, perché comunque siamo abituati a vivere in questo modo da tanto tempo".
 

I tuoi genitori ti hanno sempre appoggiata?

"Mia madre non c’è più e non ho rapporti con mio padre, quindi diciamo che i genitori hanno contribuito al fatto di non avere legami. Non ho quell’idea di famiglia che prevede di mettere radici dove sei cresciuto, perché loro non ci sono mai stati. Mio fratello però è quel legame affettivo di cui non posso fare a meno, e ovunque sono nel mondo lo porto con me".
 

Cosa ti ha lasciato Pechino Express?

"È stato un regalo dall’inizio alla fine. Un po’ come quando da piccolo vai in vacanza con gli amici e stai per forza bene. È stato veramente divertente".
 

Un momento che ricordi in particolare?

"Mi sono piaciute in particolar modo le Filippine, ci ho lasciato un pezzo di cuore perché la gente lì è fantastica. Essere così a stretto contatto con le persone era da tanto tempo che non mi capitava. Affidarsi totalmente. Nelle Filippine ricevi tanto aiuto anche se non osi chiedere, ed è veramente bello".
 

Come hai vissuto il rapporto con la tua compagna di squadra Valentina Pegorer?

"È stato bellissimo perché io non mi fido molto di me stessa e a volte ho paura di perdere la pazienza. Poi c’era la differenza di età che all’inizio mi spaventava perché cambiano gli interessi, i linguaggi… Ma in realtà non c’è stato un attimo di nervosismo, di litigio, niente. Siamo molto legate e abbiamo vissuto questo viaggio in modo perfetto".
 

Hai fatto anche la modella. Hai vissuto dinamiche simili al recente caso di Harvey Weinstein?

"Oggi succede più spesso. Nel mondo della moda forse è qualcosa che riguarda più i maschi. C’è tanta pressione psicologica per fare carriera, ma sono contenta di aver sempre reagito come farei anche oggi. Sono pronta a combattere con le unghie e con i denti per preservare la mia persona, ma mi dispiace che succeda a tante donne e che ci sentiamo sempre più deboli quando in realtà non lo siamo. Uno può provare a difendersi, non con la violenza fisica perché si può combattere anche moralmente. Ci vuole carattere in questo mondo, nel cinema, nella moda, ma anche nel mondo in generale. Così cercherei di educare mia figlia se un giorno ne avrò una".
 

Come è avvenuto il tuo passaggio dalla moda alla musica?

Ema Stokholma, da modella a Dj.

"Quando ho cominciato a frequentare le discoteche. Quando facevo la modella a Milano era tutto gratis. Andavi a pranzo dal giapponese o a fare l’aperitivo in qualche posto e non pagavi perché ai proprietari conveniva che tu stessi lì per fare immagine. Era un mondo fantastico, sempre in giro con le amiche. Così ho cominciato a frequentare le discoteche e mi sono resa conto della passione per la musica che, in fondo, avevo da sempre. Quando ero piccola la situazione a casa era un po’ complicata e io mi rifugiavo nelle cuffie. Mi sono accorta poi di voler condividere i miei gusti musicali con gli altri e, in fondo, l’ho sempre fatto anche da piccola, durante le feste di compleanno, mentre gli altri pomiciavano o giocavano, io pensavo a mettere la musica".
 

Che musica ascoltavi da piccola?

"Tanto Michael Jackson, un po’ di rock perché mio fratello mi obbligava, e musica anni ’90 come Madonna, George Michael, e i primi pezzi dance". 


Li hai portati con te per i dj set che fai oggi?

"Sì molto. A metà anni ’90 in Francia poi è esploso il rap e cerco sempre di inserirlo nei miei dj set. Anche in radio lo metto spesso adesso che conduco il programma su Rai Radio 2 che si chiama Back2Back con Gino Castaldo. Passo sempre il rap tra brani nuovi e vecchi. E poi ho anche una rubrica di musica francese. Mi piace tornare un po’ alle origini, anche perché quando cresci accetti di più il passato".
 

Cosa hai provato la prima volta che ti sei messa alla console?

"Hai presente la scena dei Blues Brothers quando loro entrano nella Chiesa e vedono la luce? Quando mi sono messa per la prima volta ad una console sfigatissima che avevo comprato con i pochi soldi che avevo non sapevo nemmeno attaccarla alla corrente, ma poi è stata come una rivelazione perché ho capito subito come fare. Una sensazione che ho sempre quando suono ancora oggi. Sento di essere fatta per questo".
 

Ci sono delle differenze tra il backstage di una sfilata e il backstage di una serata come dj?

"L’ansia è la stessa, la senti nella pancia o come un nodo alla gola. Quando sfili però non sei tu perché sfili per conto di qualcuno. Invece quando suoni la pressione è molto più alta".
 

Come ami vestirti nel tempo libero? Sei un tipo da sneakers o da scarpa con il tacco?

"Assolutamente da sneakers. Mi piace vestirmi comoda, con qualche tocco femminile, magari per gli accessori come un collarino, un braccialetto, una borsa. Mi piace vestirmi da uomo da sempre, forse perché da piccola volevo imitare mio fratello".
 

E oggi la moda che ruolo ha nella tua vita? 

"La modella non la faccio più, ma la moda mi piace e la seguo. Mi piace fare shopping, anche se da un po’ di tempo mi piace anche farmi le cose da sola. Magari faccio dei disegni sopra una maglietta bianca, e mi sfogo per gli accessori".
 

Si parla spesso di problemi legati all’ alimentazione delle modelle. Come hai vissuto questa parte della tua vita?

"Sono stata sempre molto tranquilla perché avevo la fortuna di essere magra di mio anche se mangiavo quello che volevo quando volevo. Ero davvero fortunata, ma mi dispiaceva vedere delle amiche che soffrivano per questo. Anche le agenzie non sono sempre gentili: quando arrivi alle 8.30 di mattina per ritirare il tuo piano casting ti guardano e ti dicono: sei grassa. Anche gli stilisti stessi, compresi quelli importanti, ai casting si divertivano a far piangere ragazzine di 15 anni. Molti lavori li ho persi proprio perché non mi capacitavo di questa cosa e li mandavo tutti a quel paese. Era brutto assistere a questo abuso di potere, perché sapevano di fare del male. Ci vuole carattere nella moda, come in fabbrica, o se fai l’attrice".
 

Durante Pechino Express hai mangiato cibi strani?

"Siamo state fortunate perché quando c’era da mangiare il balut, ovvero l’uovo con il pulcino fecondato morto dentro noi abbiamo vinto il bonus e abbiamo saltato delle prove difficilissime tra cui anche mangiare questa cosa. Menomale, altrimenti io stavo ancora lì a cercare di mandare giù quella roba".
 

Hai un rito quotidiano a cui non puoi rinunciare?

"Non c’è vita senza cappuccino di soia. Ho scelto la casa in base a questo. Al Pigneto ci sono 5-6 bar che lo fanno tutti buonissimo, quindi sono tranquilla".
 

Toglietemi tutto ma non…

"La pinzetta, la musica, il mio cane e mio fratello".
 

Qualcuno con cui vorresti lavorare, nella musica, in tv o al cinema?

Ema Stokholma e Fabri Fibra a BackToBack.

"Sono stata fortunata perché avevo il sogno di lavorare con Fabri Fibra e abbiamo fatto un mese e mezzo di BackToBack insieme a lui quindi un po’ di sfizi con la radio me li sono tolti. Se continua così avrò modo di conoscere tuti i grandi della musica italiana, ma non solo".
 

Hai lavorato spesso con Andrea Delogu. Avete in previsione di fare qualcosa insieme?

"È la mia migliore amica, quindi sicuramente sì, ne parliamo spesso. Lei ha tanti progetti ma credo che succederà sicuramente. Intanto ci vediamo tutti i giorni in radio e sono già contenta così". 

Potrebbe anche interessarti
Il documento intitolato « Intervista ad Ema Stokholma: "La musica mi ha salvato!" » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.