Pull a pig, Jesse Mateman e Sophie Stevenson: la misoginia 2.0

Sophie Stevenson, britannica 24enne, ha denunciato ai media Jesse Mateman, uno che l'aveva corteggiata soltanto (pare) per giocare a Pull a Pig, letteralmente "acchiappa un maiale".  

Pull a Pig, un gioco social crudele denunciato da The Independent quattro anni fa. © Olesia Bilkei/123RF

Pull a Pig, "acchiappa un maiale", ovvero la declinazione social dell’ogni lasciata è persa. È noto che gli uomini soffrono più di qualsiasi altra cosa il giudizio degli altri (maschi) in fatto di conquiste. Ecco che allora, se la preda non è alla portata si può buttare in caciara. Che importa se l’ultima conquista non è bella, snella e sinuosa da suscitare un applauso? Se ne può sempre cercare un altro - becero - mettendo in risalto i difetti della malcapitata. Una che lasciandosi corteggiare si ritrova alla gogna - social - postata dall’ennesimo conquistador, probabilmente alticcio e senz’altro del tutto privo di considerazione dei sentimenti altrui.

L’ultima vittima della misoginia 2.0 è la 24enne britannica Sophie Stevenson, sedotta da Jesse Mateman, olandese di Amsterdam di 3 anni più giovane. I fatti: i due si sono incontrati in vacanza, a Barcellona. Stando alla versione di lei hanno vissuto una notte d’amore in un albergo catalano, poi, qualche tempo dopo, è volata ad Amsterdam, ha prenotato una stanza e gli ha mandato un sms. La risposta è stata: “Era tutto uno scherzo, sei stata pigged”. Più che una doccia fredda una slavina.

Quando è riemersa, però, ha deciso di sbattere il mostro in prima pagina, facendosi portavoce dell’umiliazione che, oltre a lei, subiscono le migliaia di vittime di Pull a Pig, il passatempo dei (poveri) ragazzi che si divertono a illudere le più grasse del reame, ops, del locale. Ebbene, armata di screenshot del cellulare Sophie ha spifferato tutto ai media che ne hanno creato un caso, riprendendo quello raccontato dal The Independent quattro anni or sono che, oltre a Pull a Pig, descriveva le gesta anche della variante Fat girl rodeo.

Lui, Jesse Mateman, ha negato tutto: “È una caccia alle streghe” ha dichiarato al sito olandese di Metro, aggiungendo che da quando la storia è stata resa pubblica “i miei genitori, mia sorella e io siamo stati minacciati” e precisando che “nessun giornale inglese mi ha chiamato. I messaggi riportati sui tabloid sono creati da Sophie o dai giornali stessi, perché non li ho mandati io”. Insomma, ammette di averla conosciuta ma non si spinge oltre: niente sesso in hotel e parecchi dubbi sul fatto che lei sia arrivata fino ad Amsterdam.

Resta da capire quale ritorno avrebbe avuto una ragazza a farsi pubblicità in questo modo. Così come, al di là della vicenda di Jesse e Sophie, sarebbe utile riflettere sul fatto che, come denuncia The Independent, i ragazzi del Pull a Pigsono istruiti, rispettati, adulti professionisti. Hanno carriere e alcuni di loro hanno posizioni di autorità. Hanno mogli, molti sono padri, che crescono delle figlie”. Che, un giorno, potrebbero essere pigged, da qualche idiota che, convinto di essere divertente, non è altro che l’espressione del sessismo più becero.


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