Nicolina Pacini, morta a Foggia la 15enne aggredita dall’ex della madre

Antonio Di Paola, 37 anni, ex della madre, ha sparato un colpo in faccia alla 15enne, poi si è suicidato. La rabbia del padre: "Era diventato il nostro incubo".

I genitori di Nicolina Pacini avevano sporto più di una denuncia contro Antonio Di Paola, l'ex della madre, l'assassino. © Facebook@Nicolina Pacini

È un femminicidio al quadrato, quello che ha ucciso Nicolina Pacini, 15 anni, morta 24 ore dopo aver ricevuto un colpo di pistola in fronte: il grilletto l’ha premuto Antonio Di Paola, l’ex compagno della madre, un 37enne incapace di accettare la fine della relazione con Donatella Rago. Un uomo che la mattina del 20 settembre ha incontrato Nicolina alla fermata del pullman di Ischitella, in provincia di Foggia, l’ha martellata di domande e di fronte al suo silenzio è impazzito, ha sparato, poi è corso nelle campagne e si è suicidato.

In affido provvisorio dal Tribunale di Firenze ai nonni, Nicolina sapeva che Di Paola le ronzava intorno da giorni. Qualcuno aveva avvisato la mamma - tornata in Toscana, dov'è nata e cresciuta Nicolina e dove vive anche Ezio, il suo ex marito - che il suo ex bazzicava intorno alla scuola. Perciò il giorno prima l'aveva chiamata, come ha raccontato a Mattino Cinque: "Nicolina, io mi sto preoccupando, perché so cosa vuole fare… Tu l’hai conosciuto solamente in quell’istante che ti ha puntato un anno fa il coltello allo stomaco". La ragazza non l'ha presa bene - "Ma cosa vorresti, mi devo segregare in casa?" - e la telefonata, l'ultima tra madre e figlia, prima della tragedia, è finita con "Allora sai che c’è? Da domani esci, fatti la tua vita, va bene, ciao". Donatella insiste con i suoi genitori, chiede loro di controllare, di seguire Nicolina. Purtroppo non l'ascoltano e l'incubo va in scena.

Era diventato un incubo. Un inferno” grida ora dalle colonne de La Nazione Ezio, un padre disperato, un ex marito esausto, un uomo distrutto. Anche se nessuno si aspettava che Di Paola potesse fare ciò che ha fatto, il timore che la situazione potesse degenerare ce l’avevano avuto tutti. “Ogni giorno le telefonava, le mandava sms, la intimidiva. Minacciava noi e i nostri figli che non c'entrano nulla” denuncia lui. Che aggiunge: “Ci siamo rivolti spesso ai carabinieri di Viareggio e di Ischitella. Abbiamo fatto vedere i messaggi e ascoltare gli audio. Ma nessuno ha fatto nulla. E hanno permesso a quella bestia di fare del male alla nostra bambina. Se l'è presa con un'innocente sparandole in faccia”. L’ultima denuncia - la seconda, per minacce -, Donatella l’aveva fatta un paio di settimane fa. L'ultimo monito l'aveva lanciato 24 ore prima. Ora non resta che piangere.

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