Gender gap (alla rovescia): le Ceo Usa guadagnano più degli uomini

Uno studio che ha esaminato i compensi dei Ceo delle grandi aziende Usa ha rivelato che il “gender gap alla rovescia” si sta consolidando: le Ceo donne guadagnano più degli uomini.

Virginia Rometty, Ceo di Ibm, ha chiuso il 2016 a 32,3 milioni di dollari. © YouTube

Se arrivano al vertice, le donne guadagnano più degli uomini. La (buona) notizia ribattezzata Gender Gap alla rovescia arriva dagli Stati Uniti dove uno studio del Wall Street Journal sulle remunerazioni degli amministratori delegati delle società a stelle e strisce dell’indice Standard & Poor’s 500 (346 in tutto) ha scoperto che sebbene le donne rappresentino appena il 6% della categoria (21 signore ma l’anno prima erano il 5%), in un anno guadagnano 13,1 milioni di dollari, il 9% in più dell’anno precedente, mentre la media degli uomini si ferma a 11,4 milioni di dollari (anche qui con un incremento del 9% nell’ultimo anno).


Gender gap: gli uomini restano in testa

Insomma, piano piano qualcosa si muove anche se, naturalmente, lo studio fa riferimento alla media degli stipendi. E a leggere gli zeri delle singole remunerazioni il gender gap resta comunque una voragine: l’amministratore delegato Paperon de Paperoni del 2016 è stato Thomas Rutledge di Charter Communications che - nonostante l'azienda sia in perdita - si è aggiudicato uno stipendio di 98 milioni di dollari, il triplo rispetto al contraltare al femminile, Virginia Rometty, Ceo di Ibm, con 32,3 milioni di dollari portati a casa nel 2016. Tant’è, a passi lunghi e ben distesi le donne marciano visto che la strada è ancora lunga ma un po’ meno in salita.


Donne Ceo: la classifica

Ha marciato Marcia Marissa Mayer, 41enne medaglia d’argento in classifica con 27,4 milioni di dollari guadagnati nell’ultimo anno da Ceo di Yahoo, e ha marciato Indra Nooyi (classe 1955) Ceo di PepsiCo, che nel 2016 ha incrementato del 13% i guadagni e si portata a casa 25,2 milioni e una medaglia di bronzo. A seguire marciano Mary Barra, amministratrice delegata di General Motors, che ha chiuso il 2016 con 22,4 milioni; Phebe Novakovic, Ceo di General Dynamics con una busta paga di 21,2 milioni; Marillyn Hewson, al vertice di Lockheed Martin con 19,4 milioni; Irene Rosenfeld di Mondelez International con 15,8 milioni, Lynn Good di Duke Energy con 13,5 milioni, Heather Bresch di Mylan con 13,3 milioni e Susan Cameron di Reynolds American con 13,1 milioni.


Profitti al femminile

L’altra buona notizia che dovrebbe far riflettere su quanto il gender gap alla rovescia sia non solo cosa buona e giusta ma anche proficua per l’economia (a proposito si è già espressa Christine Lagarde), ci sono i riscontri delle performance al femminile sulle aziende. Solo nel 2016, quelle guidate dalle donne hanno creato un ritorno del 18,4% mentre quelle a conduzione maschile del 15,7%. Come dire, l’empowerment è un dovere non solo per la parità dei diritti di genere ma anche per raddrizzare i conti del Pianeta.

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