Serial killer donne: la lista delle più spietate

Le serial killer donne sono state numerosissime e profiliche fin dalla notte dei tempi. I moventi e il modus operandi differiscono di gran lunga però rispetto ai colleghi maschi. Vediamo quali sono state le più sanguinarie.


Le serial killer donne hanno molto spesso trascorso storie di vita molto difficili.


Le serial killer donne più feroci e crudeli sono qui presentate per gettar luce su un fenomeno sociale troppo spesso trascurato. Nell’insopportabile clima di efferati femminicidi ad opera di maschi violenti, mariti troppo gelosi e uomini incapaci di gestire la propria frustrazione, vi presentiamo l’altra faccia della medaglia ovvero le truci nefandezze compiute dal “gentil sesso”. Ma se a detta dei migliori specialisti del settore, gli uomini agiscono per dominare e placare l’irriducibile pulsione sessuale o per soddisfare semplicemente il lato crudele più recondito, che cosa spinge invece una donna a compiere questi seriali atti malefici? Eccovi una rassegna da brividi con storie di vita e immagini delle donne più abominevoli della storia.

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Serial killer donne: Elizabeth Bathory

Tra le serial killer donne più prolifiche e longeve, la storia della contessa dà i brividi lungo la schiena.


La contessa Elizabeth Bathory proveniva da un’aristocratica famiglia ungherese. Abituata agli agi e dedita maniacalmente alla cura di se stessa, durante la sua vita catturò e fece uccidere brutalmente più di 600 giovani donne. Secondo la contessa la loro giovinezza le sarebbe servita a realizzare l’elisir della lunga vita: proprio per questo, molto spesso faceva lunghi bagni col sangue delle sue vittime. Di notevole intelligenza, creò e fece allestire nei suoi sconfinati scantinati delle minuziosissime macchine della morte dove le malcapitate perdevano la vita dopo una lunga serie di atroci agonie. Da questa terribile storia è stato tratto il film La contessa realizzato ed interpretato dall’attrice Julie Delpy.

Serial killer donne: Aileen Wuornos

Aileen Wuornos è tra le serial killer donne più famose della storia grazie al film Monster.


La serial killer donna più famosa degli Usa, Aileen Wuornos, era un’indigente prostituta dai cenni biografici raccapriccianti. Figlia di uno schizofrenico morto in prigione, viene affidata alle cure del nonno alcolista che fa violentare la nipotina da un suo amico per sbatterla poi fuori di casa dopo la morte della moglie. Da allora il suo carattere diviene turbolento e comincia una vita errabonda a suon di furti azioni illegali. Durante la sua vita da prostituta ha ucciso a colpi di pistola oltre 5 uomini depredando senza pietà tutti i loro beni. Nella vita senza limiti di Aileen però il vero amore trovò spazio tra le efferatezze: Tyria Moore, cameriera incontrata in un bar intreccerà un sodalizio e un’appassionata storia d’amore con la serial killer e la loro relazione sarà l’oggetto del fortunato film Monster con le talentuossime Charlize Theron e Christina Ricci.

Serial killer donne: Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio

Leonarda Cianciulli è stata una serial killer italiana, uccise spietatamente 4 donne.


Leonarda Cianciulli o “La saponificatrice di Correggio” è stata una serial killer italiana. Il suo soprannome deriva dalle macabre gesta compiute dall’anziana donna coi suoi cadaveri: irretite le sue vittime con false promesse di facili guadagni o di offerte di lavoro, la Cianciulli le uccideva e faceva dei corpi una succulenta poltiglia che trasformava in saponette o “deliziosi” pasticcini. Interessata inoltre di magia nera, era convinta di essere una strega e di poter fare magie con i suoi intrugli. Insomma una vita dai caratteri spregevoli quella dell’astuta Leonarda che verrà catturata e consegnata alla giustizia grazie ai sospetti della sua ultima vittima, che morì nondimeno per mano della Cianciulli.

Serial killer donne: Sonya Caleffi

Un’altra serial killer donna italiana, Sonya Caleffi entra nella cerchia degli « angeli della morte ».


Sonya Caleffi, come del resto la maggior parte dei killer seriali, comincia ad accusare gravi turbe psicologiche durante il corso della sua adolescenza. Si diploma e consegue con profitto i corsi di specializzazione per essere infermiera e inizia così a frequentare l’ambiente medico. E qui che   compierà oltre dieci omicidi iniettando nelle vene dei poveri pazienti aria e causando di conseguenza fatali embolie. Nel corso della sua triste vita la donna ha tentato quattro volte il suicidio e ogni volta vi è sopravvissuta. Le fatali iniezioni vennero scoperte dal personale medico che riferirono immediatamente i fatti alla polizia. Sonya Caleffi è entrata così a far parte della tristemente nota cerchia degli “angeli della morte”, categoria di serial killer che agisce negli ambienti ospedalieri.

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Serial killer donne: Joanna Dennehy

Joanna Dennehy fa parte della cerchia di serial killer donne più recenti. Per lei il giudice ha deciso il carcere a vita.


La sentenza del giudice dei confronti di Joanna Dennehy non lascia alcun dubbio: egoista, fredda calcolatrice e manipolatrice. Le tristi gesta di questa casalinga britannica, dalla vita apparentemente piatta e tranquilla, hanno mietuto 3 vittime e, dopo averle mortalmente pugnalate, gettate senza rimorsi in un canale. La donna, incapace di provar alcun sentimento di empatia o commozione, era descritta come una sociopatica con gravi ed evidenti  turbe mentali. Dopo i tre omicidi, infatti, Joanna Dennehy colpisce ancora una volta altri due uomini a caso, questa volta non facendo in tempo ad ucciderli. Più tardi avrebbe rivelato al suo psichiatra che gli omicidi la divertivano enormemente e che tutti avevano bisogno di sfogarsi cercandosi un hobby conveniente.

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Serial killer donne: Marie Dauphine Lalaurie

Marie Dauphine Lalaurie è stata une delle serial killer donne che amava passare il tempo a maltrattare le sue vittime.


La vita di Marie Dauphine Lalaurie è costellata da viaggi, avventure e da ben tre matrimoni. La donna, membro di una delle famiglie aristocratiche più esclusive dell’America del tempo, possedeva in casa degli schiavi di colore. Il suo attaccamento verso questi e il carattere apparentamente docile e pacato che nel sociale manifestava nei loro confronti, davano l’idea di una donna dai sani principi e dal comportamento irreprensibile. Ben presto ci si accorse però che le cose non stavano esattamente così: la dimora della donna infatti pullalava di maltrattementi e angherie d’ogni sorta e vi furono trovati dei servi smunti e maltrattati. Si racconta perfino di come Lalaurie picchiasse selvaggiamente le sue stesse figlie solo perché quest’ultime fornivano un pò di cibo ai suoi schiavi. Per scampare alla furia incontrollabile di Marie, una piccola schiava di dodici anni preferì buttarsi giù dal tetto della sua casa. Quando i maltrattamenti erano troppi la donna finiva le sue vittime spedendole al piano di sopra, dove vi era una specie di camera degli orrori dalla quale nessuno scendeva vivo. La storia può sembrare una di quelle fiabe per bambini ma i suoi contorni raccapriccianti e verosimili ne fanno una delle pagine più tristi della storia americana. 

Belle Gunness

Belle Gunness, la vedova nera che ha sterminato la sua famiglia per assicurarsi un avvenire dignitoso dopo una vita fatta di stenti.


Comunemente conosciuta come Signora Barbablù, Belle Gunness si è macchiata anche lei di truci delitti a carico di innocenti per meri interessi economici. La lunghissima serie delle sue vittime si apre col primo marito della donna il quale la picchiava con ripetuti calci nel ventre proprio mentre lei era incinta, facendola così abortire. A seguito di una serie infinita di insucessi economici, la donna appiccò deliberatamente un incendio nel negozio che aveva aperto col secondo marito per intascare i soldi del premio dell’assicurazione. Questo metodo le servì anche in futuro per avvelenare i suoi bambini, affetti da una grave forma di colite, e mettere le mani sulla loro polizza di assicurazione sulla vita. Per completare lo sterminio completo della sua famiglia, qualche tempo dopo la donna uccide con lo stesso metodo anche suo marito, per accaparrarsi, anche in questo caso, la casa e tutti i suoi averi.

Serial killer donne: Lavinia Fisher

Lavinia Fisher si è macchiata col marito di orribili omicidi e saccheggi nei confronti di alcuni viandanti che albergavano nella sua locanda.


Una donna bella e maledetta Lavinia Fisher, la cui storia rimonta nel corso del 1800 quando insieme al marito gestiva una locanda. La sua storia narra che la donna, grazie alla sua avvenente bellezza, adescasse, rapinasse e uccidesse una miriade di uomini impagnati in scorribande per saccheggiare le ricchezze della città. Negli anfratti della sua locanda vennero rinvenuti numerossimi effetti personali degli sfortunati viaggiatori e una collezione interminabile di resti umani. Quando il giudice sentenziò la condanna per entrambi i coniugi Fisher, Lavinia, allora ventisettenne, rifiutò categoricamente l’assistenza spirituale di un sacerdote al contrario di suo marito. Il fatto di aver rigettato l’aiuto religioso di un parroco lascia intendere la forte componente diabolica dell’animo di Lavinia Fisher che non sembrava affatto intenzionata a mettere in salvo almeno il suo spirito. Al momento della sua uccisione la condannata dichiarò agli astanti: “Se volete portare un messaggio all’inferno, ditemelo pure, lo porterò io stessa laggiù”. 

Serial killer donne: Amelia Dyer

L’inglese Amelia Dyer è stata la bambinaia serial killer tra le più prolifiche e pericolose della storia.


Il campo delle vittime di Amelia Dyer era quello degli infanti. Denominata “Jill the ripper” (nomignolo ripreso sulla base di Jack lo squartatore), la donna ha ucciso più di 200 bambini. Dopo la morte del marito, mentre la sua famiglia versava nella più profonda indigenza, la donna decide d’intraprendere la carriera di allevatrice di bambini, soprattutto illeggittimi. Sotto il suo controllo i piccoli malcapitati subivano abusi, sevizie e se erano gravemente malati venivano volutamente ignorati dalla donna che non si preoccupava nemmeno di sfamarli. Inoltre se la disobbedienza dei piccoli era tale da indurla alla pazzia, la donna non esitava a ricorrere ad alcol e oppiacei per sedare i capricci dei bambini, mentre nei casi più estremi venivano strangolati e gettati impietosamente nel gelido corso del Tamigi. Amelia Dyer era anch’essa vittima di laceranti malattie mentali che la indussero moltissime volte verso il suicidio.
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