Bambini piccoli: le parole che possono far male

Alcune parole potrebbero causare dei traumi che potrebbero avere delle ripercussioni nei bambini piccoli dotati, ipersensibili o fantasiosi.

I bambini pîccoli possono subire dei traumi psicologici se le critiche che ricevono non sono del tutto costruttive.


Alcuni traumi possono essere causati da alcune frasi che possono sembrare come un giudizio definitivo per i bambini piccoli. Mossi da una vera preoccupazione pedagogica, i genitori pensano che la critica costruttiva aiuti il bambino a diventare più forte e a forgiare armi più efficaci per affrontare le vicissitudini della vita. In realtà, la frase a scopo pedagogico, gli rinvia un'immagine di se stesso che si concentra sulle sue debolezze; per lui sarebbe probabilmente inutile cercare di combattere, tenderà a ripetersi quella frase vedendoci un giudizio al quale si conformerà. 

Naturalmente, non si tratta di astenersi da qualsiasi critica per paura di ferire il suo animo sensibile, bisogna semplicemente stare attenti: la critica non deve sembrare definitiva, ma essere accompagnata da consigli utili a superare la situazione che l'ha generata, diventando una guida.

Soprattutto ai bambini dotati bisogna sempre dire che “nessuno è perfetto”.
Forse, e soprattutto a un'età in cui non si ha il coraggio di contraddire una figura potente, una maestra perentoria che afferma, ad esempio, “non sarai mai bravo in matematica” dà al bambino la giustificazione per non applicarsi perché tanto “lui non è fatto per la matematica” e non vale neanche la pena di stare a spiegargliela. Preferisce citare le parole della sua maestra così sicura di sé e evitare di mettersi in ridicolo tentando goffamente e invano di risolvere un problema che tutti gli altri bambini avranno fatto senza la minima difficoltà. 

Non bisogna dimenticare che per le persone iperdotate è più difficile costruire un'immagine chiara e reale di se stesse, queste hanno quindi tendenza, più delle altre, a considerare il giudizio emesso da una persona autorevole come inconfutabile. Un bambino dotato sente così tante considerazioni contrastanti su di lui che gli è praticamente impossibile orientarsi e la sua natura perfezionista e inquieta tiene a mente soprattutto le peggiori: delle critiche ben mirate, infatti, dissipano le sue illusioni, cancellando quelle parole che lo avevano reso felice.

Ci sono adulti che ammettono, con una sofferenza palese, di aver accusato fin da piccoli e vissuto come un vero handicap, una mancanza che avrebbero potuto superare facilmente; per esempio: un bambino affetto da una lieve dislessia, massacrato da un metodo di lettura che non gli si addice; oppure dei bambini sognatori, dalle reazioni un po' strane, etichettati come studenti sempliciotti, i cui colpi di genio, sempre più rari, sfuggivano agli adulti che si occupavano di loro.

Le caratteristiche che vengono loro affibbiate, spesso per celare la perplessità che suscitano, lasciano nonostante tutto un'impressione difficilmente cancellabile: basta una semplice associazione di idee, oppure la vaga somiglianza di una persona con la loro maestra categorica, a ricordargli quell'immagine riduttiva di loro stessi. È stato detto che non erano “integrati nel sistema scolastico” e soprattutto che che non erano “maturi”. Da allora, sanno che sono meno corazzati dei loro coetanei per affrontare un normale percorso scolastico.

Quando soffrono per essersi persi in un bicchier d'acqua, sono costretti a considerare vere le critiche negative, che ne restituiscono un ritratto fedele e impossibile da contestare: non sono né maturi, né integrati nel sistema scolastico, e ne sono la prova vivente.

Tuttavia, quando sentono un giudizio indiscutibilmente giusto su di loro, dove riconoscono immediatamente il riflesso perfetto della propria natura, conservano con cura quelle parole preziose che saranno loro d'aiuto quando attraverseranno dei momenti particolarmente tumultuosi.

Per fortuna, la loro vitalità e la loro immensa energia, permettono una riconciliazione con la vera immagine di loro stessi: sono riusciti, sognando, a rifugiarsi in universi vasti e gioiosi, dove potevano crescere con grazia e forza. La loro immaginazione non li lascia più intravedere il peggio, ma piuttosto le strade luminose che potranno finalmente scoprire grazie alle conoscenze che sono riusciti a ottenere, nonostante le loro pessime disposizioni. Non possono ancora saperlo, ma queste strade tanto attraenti sono aperte soprattutto ai bambini “poco scolastici” e “immaturi”. Loro possiedono tutte le qualità necessarie per esplorarle, per scoprirne la ricchezza e cercare di rivelarla agli altri, anche se a volte è un compito estenuante, interminabile, che potrebbe sembrare apparentemente sterile o inutile, ma che è in realtà la sorgente di gioie infinite per chi lo affronterà.

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