Il primogenito è il più intelligente dei fratelli

Una ricerca della Leipzig University ha rivelato che il primogenito è il più intelligente dei fratelli: il quoziente intellettivo si abbassa di 1,5 punti ogni nuovo nato.

Il primogenito è il più intelligente dei fratelli: a rivelarlo una ricerca tedesca.


Il primogenito è il più intelligente dei fratelli. A mettere un punto all’eterna (e inconfessabile) domanda dei genitori su quale figlio sia il più brillante è una ricerca della tedesca Leipzig University che ha passato in rassegna più di 20mila persone sparpagliate tra Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna. Risultato: anche se di poco, i primi hanno un quoziente intellettivo più alto. Per la precisione, si abbassa di un punto e mezzo in ogni nuovo nato.     

Per arrivare al verdetto che farà storcere il naso a molti (primogeniti esclusi, s’intende), i ricercatori hanno  incrociato i dati di tre studi che snocciolavano i risultati dei test di personalità e d'intelligenza. Ebbene, da un lato è emerso che dopo il primo pargolo il quoziente si abbassa, dall’altro sono state smentite le teorie che riconducevano all’ordine di nascita alcuni tratti del carattere.

Quello che ancora gli scienziati devono scoprire è il perché del lieve dislivello tra fratelli. Qualche idea, però, se la sono fatta: "Una teoria è che i figli successivi ricevano attenzioni diluite da parte dei genitori. Mentre il primogenito riesce ad ottenere quasi tutta la loro attenzione, almeno per alcuni mesi o anche anni, i fratelli minori devono, invece, dividerla con l'altro, fin dall'inizio", spiega la ricercatrice, Julia Rohrer.

Un’altra spiegazione potrebbe derivare dal fatto che “il primogenito insegna e svolge quasi una funzione di tutor nei confronti dei più piccoli, mostrandogli come funziona il mondo". Un ruolo che contribuirebbe a sviluppare l’intelligenza del più grande perché “insegnare richiede il possesso di capacità cognitive: per farlo è necessario riportare alla mente le conoscenze, strutturarle ed elaborare il modo più giusto per esprimerle e renderle comprensibili agli altri - aggiunge la Rohrer -. Tutto questo dà un importante input alla loro intelligenza". 

A questo punto sarebbe curioso paragonare il quoziente di un primogenito a quello di un figlio unico per capire se il merito dell’intelligenza più spiccata dei maggiori non sia da attribuire proprio ai fratelli minori. Che, è bene ricordarlo, quando arrivano in famiglia contribuiscono ad allungare (e migliorare) la vita a tutta la cucciolata. Almeno sette anni e mezzo, dicono dalla Ohio State University, perché "il solo pensiero che nostro fratello c'è basta a renderci felici". Che sia più o meno intelligente fa poca differenza. 

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