Il Volo: Ignazio Boschetto, Piero Barone e Gianluca Ginoble si raccontano al Magazine delle Donne

Dopo il successo mondiale, Il Volo torna con un nuovo album, "L'Amore si muove", in cui sono compresi brani inediti. Il Magazine delle Donne ha incontrato Ignazio Boschetto, Piero Barone e Gianluca Ginoble e ha scoperto i loro progetti per il futuro.

Il Magazine delle Donne ha incontrato Il Volo: Ignazio Boschetto, Piero Barone e Gianluca Ginoble hanno pubblicato un nuovo album il 25 settembre scorso, "L'Amore si muove".


Fino a qualche anno fa, nessuno ancora sapeva chi fosse Il Volo: Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble sono a poco a poco entrati con la potenza e la bellezza delle loro voci nel cuore degli italiani (e non solo). Tutto nasce nel 2009, con la partecipazione al programma della Rai Ti lascio una canzone a cui i tre ragazzi si presentano individualmente ritrovandosi, poi, a formare un solo gruppo. In seguito il successo in America e infine il ritorno in Italia con la vittoria di Sanremo e una “grande avventura” nel bagaglio delle esperienze celebrata con il concerto del 21 settembre scorso all'Arena di Verona e l'uscita del loro nuovo album, L'Amore si muove
Noi del Magazine delle Donne li abbiamo incontrati per far luce su questi tre fenomeni che continuano a portare alto il nome dell'Italia in giro per il mondo.

Quando avete iniziato al programma della Clerici eravate 3 ragazzini. Come avete affrontato questa convivenza inaspettata?


I: “La convivenza all'inizio non è stata facile perché tutto era iniziato come un gioco e poi è diventato un lavoro. Nonostante questo, però, ci troviamo bene tra di noi e andiamo d'accordo; ormai siamo come una famiglia, anche se stiamo ancora imparando a conoscerci. E se abbiamo problemi li affrontiamo subito e discutiamo”.

La vostra vita è cambiata? Come?


P: “Ci sembrava quasi di avere due vite parallele: siamo diventati subito molto famosi in sud America, dove avevamo tante fan che ci seguivano da tutte le parti, poi in Italia tornavamo alla normalità, invece ora è così ovunque”.

Rimpiangete qualcosa del fatto di non aver passato un'adolescenza ordinaria?


I: “Sicuramente il fatto di avere la famiglia lontana”.
G: “Il potersi innamorare veramente”.
P: “L'amore potrebbe comunque arrivare, anche se la distanza complica le cose, ma quando saliamo sul palco va via tutto. Cantare è quello che amiamo, dunque non ci manca nulla anzi abbiamo tanto”. 

A proposito di sentimenti. Nelle vostre canzoni parlate d'amore. Ma cosa sapete voi dell'amore? 


G: “Noi raccontiamo l'amore come tre ragazzi di vent'anni lo vedono e lo vivono. Non dobbiamo dimenticarci che sa amare più un bambino (o un ragazzo) che un uomo. E poi parlare d'amore è la cosa più bella che ci sia; il nostro obiettivo è arrivare al cuore delle persone, ecco perché sentiamo nostro questo tipo di canzoni”.

Avete mai trovato il vostro Grande Amore?


I: “Si… No… Mezzo”.
G: “Assolutamente si. E la distanza aiuta a farti capire. L'amore è quando ti manca quella persona e hai bisogno di lei”.
P: “Non ancora, ma spero proprio di poter incontrare il mio Grande Amore. Senti l'esigenza di condividere la tua vita con qualcuno; anche se ti diverti alla fine non ti resta nulla, hai bisogno di una donna al tuo fianco”.

Qual è stato il momento più bello della vostra carriera?


G: “L'emozione più bella è sicuramente avere successo in casa propria e in America. Mi viene la pelle d'oca ricordando il 2011 e il 2012, gli anni più belli negli Stati Uniti, i primi party in cui eravamo circondati da Jennifer Lopez, Justin Timberlake… eravamo proprio immersi nel mondo dei vip americani. Poi Barbra Streisand ci ha invitato alla sua tournée e il disco è stato decimo in classifica. Guarda, ho davvero i brividi sulla pelle!”.

Nel nuovo album de Il Volo, L'amore si muove, sono presenti diversi brani inediti e arrangiamenti di canzoni della tradizione italiana.


Qual è stato il paese che vi ha accolti con più calore?


I: “In sud America c'è stata subito una grande accoglienza”.
P: “L'Italia, invece, è stata una grande sorpresa. All'inizio non ci capivano, ci dicevano che facevamo solo cover che emulavamo i tre tenori. Paradossalmente, eravamo artisti americani che venivano in Italia a cantare”.

E come avete gestito le critiche che avete ricevuto (e che continuate a ricevere)?


G: “Le critiche sono normali. Ci sono e ci saranno sempre”.
I: “Continuiamo il nostro percorso, nonostante tutto”.
P: “Dopo l'ultimo concerto che abbiamo fatto all'Arena di Verona, abbiamo avuto una conferenza stampa con tutti i giornalisti che sino ad ora ci avevano criticato. Ebbene anche loro si sono ricreduti e ci hanno addirittura chiamati fenomeni. A Verona abbiamo 'recitato' una canzone con Francesco De Gregori, è stata una sfida anche per noi stessi, ma il risultato è stato stupendo, e anche De Gregori era felice”.

Adesso cosa vi aspettate dal nuovo album, "L'amore si muove"?


G: “Abbiamo molte speranze per questo nuovo album. Noi ci crediamo. E pensiamo sia il disco più bello e più ricco di emozioni tra quelli fatti sino ad ora. Ci sono canzoni italiane arrangiate che arrivano davvero in fondo al cuore”.

Alla fine del video de "L'amore si muove" ci sono tre amici anziani ancora insieme dopo tanti anni. Sperate questo per voi?


P: “Assolutamente sì! La nostra forza non è quando cantiamo singolarmente ma quando cantiamo insieme, ragion per cui sarebbe stupido pensare di non proseguire il percorso insieme ai propri amici”.

E anche in questo video, come in "Grande Amore", c'è una sottile linea comica, anche se affrontate un tema importante come quello dell'amore. Perché?


I: “Perché noi siamo così, abbiamo cercato comunque di dare un tocco di noi”.
G: “Sono proprio queste scelte più divertenti nelle realizzazioni, secondo noi, che hanno reso Grande Amore il video più visualizzato in Italia”.

Progetti per il futuro?


G: “Adesso intanto torniamo a casa per 3 giorni e poi ripartiamo per un mese”.
P: “Poi da metà gennaio e sino alla fine del mese abbiamo 13 date in Italia, forse anche 17. E da febbraio, fino al mese di luglio faremo 95 concerti tra Stati Uniti, sud America e Europa”.

Attenzione a questa domanda che di questi periodi ha fatto delle vittime: in quale epoca avreste voluto nascere?


I: “Nel '42 per fare la guerra! No, scherzo! Mi sarebbe piaciuto vivere tra gli anni '50 e gli anni '70, perché penso che in quel periodo si vivevano le cose con più valore”.
G: “Io sicuramente negli anni 50, gli anni di Elvis, Sinatra...”
P: “Beh, il '93, '94 e il '95 sono state le nostre date fortunate, ma non mi sarebbe dispiaciuto nascere qualche anno prima per avere la possibilità di conoscere Pavarotti, è una cosa che rimpiango tanto”.

E con queste parole Il Volo si è fatto conoscere per quello che è realmente: Ignazio, Gianluca e Piero sono dei ragazzi con la testa sulle spalle e tutto un futuro davanti. Dei ragazzi che, alla loro giovane età, hanno ben capito il valore dell'amicizia e dell'amore, che non si lasciano abbattere dalle critiche e che proseguono a testa alta il loro percorso. Un percorso tortuoso ma di successo che però non gli ha mai fatto dimenticare i valori fondamentali della vita, primo tra tutti l'umiltà, una dote non facile da avere al giorno d'oggi. C'è chi li accusa di aver distrutto delle camere di un albergo in Svizzera, chi li crede "peggio delle rockstar" o dei vip americani - a proposito di questa notizia, Selvaggia Lucarelli ha cinguettato: “Il Volo che spalma feci sulle pareti??? Manco Johnny Depp ai bei tempi con Kate Moss. Neanche i Prodigy sotto acido!” . La risposta di Gianluca, di conseguenza, è stata semplice e diretta: “Questa notizia non risponde a verità. Abbiamo già dato mandato al nostro legale! Roba da pazzi!C'è troppa cattiveria in giro” -, ma la verità è che Ignazio, Gianluca e Piero sono dei ragazzi semplici e sembra impossibile, sentendoli parlare, credere alle “cattiverie” del web. Il loro nuovo album, L'amore si muove, ben dimostra lo spirito di questi tre ragazzi e arriva al cuore di chiunque lo ascolti, perché tutte le tredici canzoni riportano alla memoria i ricordi di diverse generazioni. In una sola parola? Fenomenale

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