I primi 60 anni di Ornella Muti

Il 9 marzo 1955 nasceva Francesca Romana Rivelli, l'attrice che a soli 14 anni venne chiamata da Damiano Damiani che la trasformò in Ornella Muti consacrandola al grande schermo. Da allora ha lavorato - tra gli altri - con Dino Risi, Marco Ferreri, Ettore Scola, Peter Greenaway e perfino Woody Allen.  

Ornella Muti nasce Francesca Romana Rivelli il 9 marzo 1955: a darle il nome d'arte fu Damiano Damiani.


È nata sotto il segno dei pesci, Ornella Muti, l'attrice italiana che oggi, 9 marzo 2015 spegne le sue prime 60 candeline. Quando ha cominciato a recitare di anni ne aveva solo quattordici, era il 1969 e per tutti era ancora Francesca Romana Rivelli. La chiamò il regista Damiano Damiani, certo che solo lei avrebbe potuto vestire i panni della protagonista del suo La moglie più bella, la pellicola  liberamente ispirata alla vicenda di Franca Viola, la prima donna italiana che si oppose al matrimonio riparatore. Quel giorno ebbe inizio la carriera di Ornella Muti (nome d'arte suggeritole dal regista per evitare che fosse confusa con la già nota Luisa Rivelli), un volto che oggi è uno dei simboli del cinema italiano. 

Ma non solo: negli States gli amanti del film di fantascienza hanno incoronato la Ornella che - per Flash Gordon di Mike Hodges è la Principessa Aural'attrice più bella della galassia fantasy. Lei, che a soli 28 anni viene scelta dal palco più ambito di Hollywood per consegnare l'Oscar al miglior film straniero vinto dalla pellicola Mephisto di István Szabó con protagonista Klaus Maria Brandauer: è lei ad aprire la busta e ad annunciare in inglese il vincitore. Lei, che ad oggi ha girato quasi 200 pellicole dividendosi tra set italiani, americani, francesi, cileni e spagnoli. Lei che, arrivata ai suoi primi 60 anni, non ha nessuna intenzione di fermarsi. Anzi.

Il suo ritorno sul set dell'horror spagnolo diretto da Fran Kapilla è questione di giorni, ma ha appena terminato le riprese da protagonista di Checkmate (Scacco matto), pellicola inglese firmata dal regista Jason Bradbury, interpretata al fianco di Sian Phillips (vincitrice di un Golden Globe) e Achlam Nieober. E ancora: in agenda c'è un film in Argentina al fianco di John Malkovich (con cui aveva già recitato nel 2001 in Hotel), da ricordare, invece, un cammeo nel film di Woody Allen To Rome with love (2012). Insomma se in Italia i copioni latitano, all'estero Ornella vive una seconda vita.

Così intensa da far passare in secondo piano l'episodio giudiziario che si è concluso lo scorso 25 febbraio e l'ha condannata a una multa e otto mesi di reclusione dopo averla riconosciuta colpevole di truffa per avere indotto un medico a commettere un falso ideologico nel redigere il suo certificato di malattia. Lasciandola "completamente scioccata". La vicenda risale al 10 dicembre 2010, sera in cui la Muti avrebbe dovuto esibirsi in uno spettacolo al teatro Verdi di Pordenone, in cambio di un cachet di circa 25 mila euro: dichiarando di avere una laringo-faringite, però, l'attrice non si presentò. Salvo poi andare a cena a San Pietroburgo in Russia a un evento di beneficienza al quale era presente anche Putin. "Sono stata quasi 5 anni fa in Russia per un evento di beneficenza. All'epoca ho avuto un problema di abbassamento di voce che non mi ha permesso di recitare e mi ero resa disponibile a recuperare lo spettacolo - ha spiegato all'Ansa -. Io non ho mai preso 25000 euro di anticipo visto che il contratto non era a mio nome e non ne conoscevo affatto il contenuto", ha tenuto a precisare. Intervistata alle Invasioni Barbariche ha specificato che "la cena era di beneficenza, non era una cena con Putin e basta: c'erano anche Sharon Stone e Kevin Kostner", tanto per fare due nomi.

Aldilà della querelle, quella che si festeggia oggi, è la Ornella dalla voce roca, gli occhi blu cobalto e il volto di porcellana, dalla doppia cultura - quella del papà, un giornalista napoletano e quella della mamma, una scultrice estone nostalgica della sua terra. Quella che nel 1974 debutta con Romanzo popolare di Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi, quella che non ha avuto paura di volare a Hollywood e d'imbarcarsi nelle astronave di Flash Gordon e poi i vestire i costumi dell'Odette di Marcel Proust in Un amore di Swann insieme a Jeremy Irons, Fanny Ardant, Alain Delon. Quella che non ha mai smesso di tornare in Italia dove, grazie al regista Marco Ferreri, ne L'ultima donna, Storie d'ordinaria follia e Il futuro è donna, ha dimostrato al pubblico il suo talento nell'affrontare ruoli intensi. Dove in Come una rosa al naso, di Franco Rossi, ha la fortuna di recitare al fianco di Vittorio Gassman e dove in La stanza del vescovo e Primo amore - entrambi di Dino Risi - con Ugo Tognazzi. Per non parlare di quando I nuovi mostri di Monicelli-Risi-Scola fu candidato al Premio Oscar come Miglior film straniero nel 1978.

E ancora: tra i suoi film come non citare Il bisbetico domato e Innamorato pazzo interpretato con Adriano Celentano? A proposito è arrivata la conferma: il tanto spettegolato flirt tra i due c'è stato "Sì, lo giuro - ha confessato Ornella al settimanale Grazia -. Adriano ha rivelato quell’episodio dopo tanti anni, senza nemmeno avvertirmi. Beh, io non l’avrei fatto". E come non ricordare Tutta colpa del Paradiso di Francesco Nuti, o la sua collaborazione con Carlo Verdone in Io e mia sorella che le aggiudica il Nastro d'argento come miglior attrice protagonista. Tanto che il regista la dirige ancora, in Stasera a casa di Alice. Nel 1987 Francesco Rosi l'affianca a Rupert Everett in Cronaca di una morte annunciata, nel 1988 è la volta di Francesco Maselli che la dirige in Codice privato, portandola a vincere un altro Nastro d'argento. Nel 1991 è il turno di Giuseppe Bertolucci che le affida il ruolo di protagonista nell'episodio La domenica specialmente. In tempi più recenti il regista cileno Miguel Littin, quello di Terra del fuoco (2000) la trasporta nella Patagonia per raccontare lo sterminio degli indios e le avventure dei cercatori d'oro mentre Peter Greenaway la vuole in tre dei suoi film. Nel 2005 è madre e nonna glaciale in Ingannevole è il cuore più di ogni cosa di Asia Argento, tratto dal duro romanzo di J.T. Leroy.

Ma nella vita di Ornella Muti non c'è solo il grande schermo: anche la tv la porta spesso in prima serata. Vedi il successo de Il conte di Montecristo con Gerard Depardieu o con Christian De Sica il fortunato telefilm Lo zio d'America e ancora, Domani di Francesca Archibugi.

Insomma, una donna che ha dato tutta se stessa al cinema senza rinunciare alla sua vita privata: mamma (chioccia, dicono) di Naike Rivelli, Andrea e Carolina (figli dell'ex marito Federico Facchinetti) ha anche due nipoti, Akash e Alessandro. E alle provocazioni di Naike che ama far parlare di sé postando su Instagram foto osé e baci saffici, la bella (e ora anche saggia) Ornella non dà particolare peso. A questo punto, cara Ornella, evviva i tuoi primi 60 anni: the show must go on!


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