Alzheimer: attenzione all'ipertensione

L’ipertensione arteriosa è riconosciuta come un fattore di rischio per gli attacchi cardiaci. Studi recenti hanno dimostrato che potrebbe favorire anche patologie come il morbo di Alzheimer. 

L'ipertensione arteriosa può portare all'Alzheimer, ecco perché bisogna stare attenti e seguire dei controlli periodici.


Sembrerebbe che ci sia una correlazione tra ipertensione e Alzheimer. Secondo uno studio pubblicato dalla Canadian Medical Journal Association, uno dei modi migliori e forse il solo modo per prevenire l’Alzheimer è controllare i fattori di rischio cardiovascolari, al primo posto l’ipertensione. Soffrire di questo disturbo tra i 40 e i 50 anni potrebbe infatti aumentare il rischio di demenza tra i 60 e i 70 anni.

Come l’ipertensione distrugge arterie e cervello

L’ipertensione arteriosa è una malattia subdola, nel senso che non provoca sintomi specifici che permettano di riconoscerla rapidamente e con certezza. A meno che non ci si misuri la pressione con regolarità, è difficile individuarla, il che le lascia il tempo di provocare danni. 

Nei primi tempi, la pressione alta può generare dei disturbi non gravi, ma che devono far suonare il campanello dall'allarme. Spesso si notano cefalee, fischi alle orecchie, a volte sangue dal naso, palpitazioni e una certa difficoltà a respirare. Dopo qualche tempo, l'ipertensione può avere delle ripercussioni più significative. All’inizio il cuore del malato si affatica molto più velocemente, pompa molto più forte e quindi si stanca, portando a volte all'insufficienza cardiaca. Inoltre le arterie tendono a ispessirsi e a restringersi, aumentando il rischio di infarto e limitando l'irrigazione del cervello. Le conseguenze: perdita di memoria, difficoltà a concentrarsi...

Ecco perché la pressione va tenuta sotto controllo e misurata regolarmente.

L’importanza delle cure mediche

Il vostro medico vi ha diagnosticato un’ipertensione arteriosa. Dovete prendere tutti i giorni delle medicine, dovete cambiare stile di vita... pensate di non averne bisogno, tanto più che non avete sintomi. Ma i primi mesi di trattamento sono importantissimi per capire se la terapia è efficace e ben tollerata. 

Oltre a seguire il trattamento prescritto dal medico, bisogna misurarsi la pressione, in ambulatorio e a casa. Basta usare un apparecchio, lo sfigmomanometro, che si applica intorno al braccio. Il Ministero della Salute raccomanda di misurare la pressione almeno una volta all'anno, a partire dai 20 anni. Chi soffre di ipertensione deve effettuare delle misurazioni più regolari, di preferenza a al mattino e la sera. Parlatene col vostro medico, saprà darvi delle informazioni dettagliate.

Le cause dell'Alzheimer

Ma di fatto, cosa provoca l’Alzheimer? Per ora, non esiste ancora una risposta precisa. Se numerose patologie possono essere evitate adottando uno stile di vita sano (alimentazione equilibrata, esercizio fisico...) non è necessariamente il caso dell’Alzheimer. Tra le principali cause scatenanti possiamo citare:
 i fattori di rischio coinvolti nelle malattie cardiache: pressione alta, diabete, colesterolo, radicali liberi... il rapporto tra queste patologie e l'Alzheimer è ancora in fase di studio
 Gli antecedenti familiari
 I traumi cranici
 L'età avanzata

La prevenzione

Per ora, non si è ancora riusciti a trovare una ricetta efficace per la prevenzione dell'Alzheimer. Tra le piste esplorate ci sono gli antiossidanti e l'”allenamento” del cervello. Sembra infatti che le persone con un livello di studi elevato siano maggiormente protette dalla malattia. Le ricerche sono ancora in corso, ma è certo che praticare un’attività cognitiva semplice come leggere il giornale o un libro, giocare a scacchi o a carte, imparare una lingua straniera ecc. non possono che fare bene al paziente.
Inoltre, è importante fare esercizio fisico, mangiare in maniera sana e non fumare: le buone abitudini infatti permettono di evitare l'insorgere di malattie che potrebbero compromettere il buon funzionamento del cuore e del cervello. 

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