Libri da non perdere: 5 romanzi da leggere nel 2017

Ecco 5 titoli di libri di narrativa usciti di recente da leggere assolutamente nel 2017. Romanzi attuali, per donne alla ricerca di punti di vista inediti e interessanti.

Libri attuali da leggere: tra le proposte il romanzo dato per favorito al premio Strega. © dandamanwasch/123RF


La più amata, Teresa Ciabatti

Il primo dei romanzi da consigliare per il 2017 è La più amata (Ed. Mondadori) di Teresa Ciabatti, dato per favorito al Premio Strega: denso, di una scrittura spigolosa e urticante ha una voce del tutto originale nel panorama della letteratura italiana. La storia è quella di una donna incompiuta, Teresa, cresciuta all’ombra di un padre che nella provincia di Orbetello è “il professore”: medico potentissimo dai rapporti più o meno equivoci (a un certo punto del romanzo compare anche Licio Gelli) che in teoria ha tutto ciò che si può desiderare. Una villa con la piscina, i conti all’estero, un elenco sterminato di proprietà, uno stuolo di persone che lavorano per lui. Teresa si crede la più amata ma è felice solo fino ai dieci anni. Poi lo scontro con il mondo reale sbuccia, uno strato alla volta, quella vita da favola. E lascia a nudo un’anima offesa e sola che, a quasi trent’anni dalla morte del professore, mette insieme un bilancio della vita di famiglia che diventa un urlo arrabbiato. Consigliato a donne stufe e irriducibili.


Eccomi, Jonathan Safran Foer

Eccomi (Ed. Guanda) di Jonathan Safran Foer è uno dei libri da non perdere nel 2017. Attuale, impegnato e introspettivo, scava nella vita di una famiglia molto americana e molto ebraica, che vive a New York ed è vittima delle piccole e grandi ossessioni quotidiane della modernità. Raccontato dalla voce di Jacob, il protagonista insieme alla moglie Julie, non fa sconti nella rassegna di come accumulando un gesto sull’altro, una parola sull’altra e un’incomprensione sull’altra la coppia realizzi di aver logorato una storia d’amore. Ma Eccomi è anche molte altre storie: è l’ossessione per l’avanzata del terrorismo islamico (che Foer mette in scena in chiave realistica e onirica insieme), è la difficoltà di comunicare con il mondo esterno - anche e soprattutto quello più vicino -, sono le angosce di uno scrittore che prova a raccontare il mondo che lo circonda. Il tema di fondo, però, sono gli uomini e le donne e la loro inadeguatezza fisiologica nel confrontarsi con le sfide della vita, la mancanza di resilienza finché alla fine qualcosa di spezza. Eccomi, ovvero la risposta che Abramo dà a Dio quando questi gli chiede del figlio Isacco: l’uomo giusto fa le cose giuste, questo però non basta a evitare che tutto sia pervaso da un senso di colpa. Consigliato a donne curiose di leggere il punto di vista maschile sull'amore e la famiglia.


L’Arminuta, Donatella Di Pietrantonio

L’arminuta (Ed. Einaudi) è uno dei migliori libri da leggere nel 2017. L’arminuta è la ritornata: ovvero una ragazzina di tredici anni che scopre di esser stata data in adozione nel giorno in cui viene riportata alla famiglia d’origine. Quando la porta si apre sulla sua nuova vita, l’arminuta scopre una sorella - la ragazza che le apre la porta, Adriana, evidentemente distantissima ma anche somigliantissima a lei - e un mondo che non sospettava. Un mondo in cui non si mangia mai a sufficienza, dove i giochi sono sostituiti dal lavoro domestico e dove anche il dialetto le suona ostile ed estraneo. A tutto questo l’arminuta reagisce cercando di capire e facendo della vita agiata che le hanno strappato l’obiettivo a cui tornare. La cosa più curiosa è l’abilità della Di Pietrantonio nel costruire una storia del tutto aperta: non ci sono spiegazioni sul motivo per cui la ragazzina torna a casa, né si dice che cosa accade negli anni successivi. Eppure è tutto chiaro: forse perché la storia che conta è quella della delusione e di chi ci fa i conti, terreno che in qualche modo conosciamo tutti. Consigliato a donne che non si arrendono mai. O per lo meno non vorrebbero.


Tante piccole sedie rosse, Edna O’Brien

A ottantasette anni Edna O’Brien - penna celeberrima e ribelle dell’Irlanda - continua a esplorare l’inquietudine delle "ragazze di campagna" irlandesi. La protagonista di Tante piccole sedie rosse (Ed. Einaudi), un libro bello da leggere anche per le riflessioni che scatena. La protagonista è Fidelma, una donna sposata con un marito più anziano, incapace di qualunque gesto fuori dall’ordinario, che l’ha conquistata perché è straniero, perché si è presentato come guaritore e sessuologo e perché le dedica attenzioni sconosciute nel suo mondo. Questo finché non si scopre che lo straniero viene dai Balcani e s’è lasciato alle spalle un passato terrificante a Sarajevo (il titolo è un riferimento alle 11.541 sedie rosse disposte nel 2012 lungo uno dei corsi della città per ricordare le vittime dei cecchini durante l’assedio tra il 1992 e il 1996). Come ci si può innamorare di un criminale di guerra? Si può espiare un peccato del genere? Fidelma ci prova, e non saprebbe neppure lei rispondere a una domanda tanto grande. Ma la vita non è quella risposta, la vita è evidentemente la ricerca. Consigliato a donne eternamente controcorrente.


Swing time, Zadie Smith

Pelle ambrata, capelli crespi, viso punteggiato di lentiggini: la protagonista di Swing time (Mondadori), l'ultimo libro di Zadie Smith, per molti il più bel libro da leggere dell'autrice, parla in prima persona ma non ha un nome fino alla fine del romanzo. Poco male, lei è la donna che balla per tutta la vita con la sua diversità: "Se fai parte di una minoranza dentro ti porti etnia e cultura, i pregiudizi di cui gli altri ti caricano. E ci sono momenti in cui l’ombra è più grande di te". C'è molto dell'autrice britannica dalle origini giamaicane in questo romanzo, una storia di amicizia e rivalità fra due bambine "mezzosangue" nella Londra dei primi Anni '80 che sognano entrambe di diventare ballerine. Nell’età adulta le amiche inseparabili sono diventate nemiche, divise dalle aspirazioni e dalle rispettive capacità, dalle delusioni e dai successi più o meno momentanei. Per Zadie Smith è il primo romanzo in prima persona: l’autrice ha scelto la forma diretta per provare a dare una forma a un io generale e svuotato dell’egocentrismo che sembra aver contagiato irrimediabilmente l’epoca dei social network. Consigliato a donne che non amano (e non temono) i confini.

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