Frasi per il Giorno della Memoria: citazioni per non dimenticare

Da Primo Levi ad Hannah Arendt passando per Anna Frank, le frasi sulla Shoah per non dimenticare l'Olocausto, non solo nel Giorno della Memoria.

Il Giorno della Memoria è l'anniversario del 27 gennaio 1945 quando lArmata Rossa sfondò i cancelli di Auschwitz. © Konstantinos Michail/123RF

A proposito della Shoah, Primo Levi scrive: "C’è Auschwitz, quindi non può esserci Dio". William Clark Styron ribatte con una domanda: "E l'uomo, dov'era?", l’Harry Block di Woody Allen con una provocazione: "non sono i 6 milioni di ebrei che mi preoccupano, è che i record sono fatti per essere battuti". Insomma, "se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre" scrive ancora Primo Levi. 


Giorno della Memoria: ricordare per non ripetere

A 17 anni dal primo Giorno della Memoria - istituito nel 2000 per celebrare l’anniversario del 1945, quando i soldati dell’Armata Rossa sfondarono i cancelli di Auschwitz -, è importante non solo conoscere ma soprattutto ricordare. E non solo per non dimenticare ma soprattutto per fare in modo che un orrore come l’Olocausto non si ripeta mai più. Perché, come scriveva l'Hannah Arendt filosofa e inviata del New Yorker al processo contro il nazista Adolf Eichmann nel saggio La banalità del male (Feltrinelli), “le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso”. 

Monito tanto più prezioso oggi, dove discriminare non sembra più politicamente scorretto ma, piuttosto, politicamente premiante: laddove la povertà spaventa, la soluzione sembra essere distinguere gli uomini e selezionarne i destini a seconda delle rispettive appartenenze. Religiose e territoriali anzitutto: dai messicani da relegare dietro a un (nuovo) muro ai musulmani da rispedire nei paesi in guerra da cui sono fuggiti, i movimenti politici che fanno della paura del diverso la loro bandiera prosperano in una sorta di legittimato “mors tua, vita mea”.


Shoah: una pagina di storia da ricordare

Ecco perché, in un mondo in cui le frontiere si fanno confini sempre più invalicabili e i passaporti etichettano non solo le nazionalità ma anche le coscienze, è bene tenere a mente che “Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”, come è inciso in trenta lingue sul monumento nel campo di concentramento di Dachau. E anche che “la verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta”, come scrive Anna Frank. Che in un altro passaggio del suo Diario annota: “Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora”. E, in un altro ancora, “È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo che può sempre emergere”. 

Per questo “è sempre più necessario studiare la lezione dell’Olocausto” come ricorda in un saggio Zygmunt Bauman, perché “è in gioco molto di più che il tributo alla memoria di milioni di vittime”. E allora, non solo nel Giorno della Memoria, non dimentichiamo, perché “Dimenticare lo sterminio, fa parte dello sterminio” direbbe Jean-Luc Godard.

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