La favola della buonanotte in un App

Crescono le app dedicate alle favole della buonanotte. Negli ultimi due anni le famiglie con un tablet sono passate dal 5% al 30%: l'editoria si adegua alla domanda tecnologica e sforna proposte per i più piccoli.    

Dal 2012 al 2014 le famiglie con un tablet in casa sono passate dal 5% al 30%.


C'era una volta e c'è ancora oggi: la favola della buonanotte sopravvive ai secoli e una sera su tre sono i bambini a chiederla a mamma o papà. Fa bene alla famiglia e fa bene alla crescita del bambino che, un lieto fine dopo l'altro, impara ad amare la lettura e tutte le storie che insegna. E fa bene alle case editrici che, al passo con i tempi, adeguano le loro proposte per i più piccoli anche ai supporti digitali. Risultato: sebbene i libri di carta e le illustrazioni la facciano ancora da padroni, le app dedicate all'infanzia spuntano come i funghi.

Se un'indagine della Nielsen ha svelato che per 8 mamme su 10 (il 79% secondo la ricerca) e per 6 papà su 10 (il 59%), il libro di carta è un appuntamento fisso, è altrettanto vero che, "stando ai dati Audiweb - spiega Giovanni Peresson, responsabile dell'Ufficio studi Associazione Italiana Editori (Aie) -, nel novembre 2012 i tablet nelle famiglie con bambini tra 5 e 13 anni erano solo il 5%, mentre nel giugno 2014 sono passati al 30%. Questo apre uno scenario in prospettiva nuovo e da conquistare per le app editoriali che non siano semplicemente dei giochi o delle proposte didattiche''. 

Secondo un'indagine Doxa Kids, l'82% delle volte i genitori permettono ai figli di giocare con il tablet, percentuale che scende al 57 quando si tratta del cellulare. La tavoletta elettronica sta quindi cambiando l'approccio alla lettura dei più piccini e, in molti casi, un'App potrà affiancare un libro di carta prima della buonanotte. L'importante, sottolineano gli esperti, è ricordarsi di leggere ad alta voce. Una raccomandazione che l'American academy of pediatrics (Aap) ha inserito nelle linee guida per i neogenitori: "È ben noto che la lettura ad alta voce sin dalla nascita migliori le abilità cognitive e favorisca lo sviluppo del linguaggio - sottolinea Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip) - e lo statement dell'accademia dei pediatri statunitense ribadisce queste acquisizioni scientifiche ormai consolidate e nasce dalla considerazione che i bambini cominciano a usare fin da piccolissimi smartphone e tablet a discapito della lettura". Deriva che può essere evitata usando la tecnologia come un supporto e non come un sostituto. Riassume bene il concetto Donald Shifrin, dell'Aap: "La cosa peggiore che può succedere oggi è negare ai bambini l'accesso al mondo digitale ma la seconda cosa, più pericolosa ancora, è quella di dargli un accesso illimitato". 

D'altra parte - evidenzia ancora la ricerca Nielsen - le tendenze le fa il mercato e ormai i libri per bambini e ragazzi fruttano il 20,5% delle vendite, un numero molto vicino al segmento della fiction straniera, il genere più venduto col 26,1%. Discorso molto simile se si guarda solo ai piccoli e medi editori, dove i libri per bambini rappresentano il 18,3% del peso totale. Un mercato in crescita, quindi, che si aggiudica sempre più spazio, soprattutto all'interno di manifestazioni editoriali. Come il convegno L'App della buonanotte, a cura dell'Aie, durante Più libri più liberi, l'appuntamento dedicato alla scrittura appena conclusosi a Roma: come al Salone del Libro di Torino - che dedica all'infanzia un'intera sezione -, la Fiera ha pensato ai più piccoli con angoli lettura, laboratori e tanti erano gli stand allestiti dagli editori specializzati, da Topipittori a Orecchio Acerbo fino alla Emons audiolibri che ha appena sfornato il Libro della Giungla di Kipling letto da Pino Insegno.

Insomma, la tecnologia aiuta ma non rimpiazza e come sottolinea Giovanni Corsello, il segreto sta nella moderazione: "dai 2 anni in poi - conclude il presidente della Sip - l'innovazione tecnologica permette nuove opportunità e alcuni programmi, quando ben studiati, favoriscono lo sviluppo dei bambini. Va evitato invece l'abuso e che i piccoli facciano da soli. Ci vuole la partecipazione attiva dei genitori nella scelta dei programmi e nel controllo. Prima dei 2 anni di età invece va preferita l'interazione umana allo stimolo virtuale".


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