Utero in affitto: opportunità o reato penale?

Il dibattito sollevato dalla stepchild adoption ha concentrato l'attenzione sull'utero in affitto, la pratica che permette a una coppia sterile (o gay) di diventare genitori grazie a un'altra donna: una madre surrogata.  

Utero in affitto: il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha proposto di rendere reato penale la pratica.


Politici, cittadini, femministe, preti, medici: l'utero in affitto è sulla bocca di tutti. Per lo meno in Italia, dove tra chi lo osanna e chi lo condanna la giungla già intricata della maternità surrogata (l’altra orribile perifrasi per indicare la pratica) si è affollata di voci (spesso) confuse. A portarlo agli onori della cronaca è stato il ddl Cirinnà, nel cosiddetto stepchild adoption, l’istituto giuridico secondo cui il figlio naturale di un genitore può essere automaticamente adottato dal suo partner.  Il che, se da un lato avrebbe garantito la tutela dei bambini, dall'altro avrebbe implicitamente aperto la via alle famiglie con genitori omosessuali. Per la serie: due uomini si amano, uno dei due affitta un utero e nove mesi dopo nasce un neonato che, in virtù della stepchild adoption, ha due genitori.  

Ebbene, quella che doveva essere una protezione per i più piccoli (soprattutto) in caso il genitore venisse a mancare, si è trasformata nella pietra dello scandalo che ha arenato il dibattito. Risultato: per tentare l'impossibile (arginare una pratica che ormai esiste, l'utero in affitto) il dibattito ha ignorato i diritti dei bambini che già esistono e che ancora devono nascere e se la stepchild è stata stralciata dal ddl Cirinnà (se ne riparla, forse, in una futura riforma dell’adozione) è chiaro a tutti che la questione è tutt'altro che risolta.
 

Maternità surrogata: il dibattito in Italia

Non riconoscere il nesso tra la stepchild adoption e l’utero in affitto è disonesto da un punto di vista logico. Tuttavia i toni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che paragona una madre surrogata a “un forno da accendere e spegnere a piacimento dove cucinare una torta per altri”, propone che la pratica “diventi un reato penale” e suggerisce “l’inadottabilità” del bambino, non sono piaciuti a molti. A Monica Cirinnà per prima che le ha risposto con un cinguettio: "Proprio da te che sei mamma...la proposta dell’inadottabilità?? Vuoi penalizzare i bambini per come sono nati???". Nella (piccata) replica la Ministra ha precisato che "garantiamo tutele ai bimbi già nati ma stop a utero in affitto. Sia reato universale. Tu rinunceresti a tua madre?". Insomma, tra un battibecco e l’altro, la questione è delicata e come ha commentato Emma Bonino, merita un confronto onesto: "Non permettiamo che l’’io non lo farei’ diventi ‘allora tu non lo devi fare’. E se c'è un problema di sfruttamento bisogna intervenire su quello ha detto a proposito. Perché se è inutile vietarlo, piuttosto sarebbe auspicabile “dare legalità a qualcosa che molti non farebbero ma che alcuni fanno”.  

Utero in affitto, come funziona?

Quella che la medicina preferisce chiamare “maternità surrogata” o “assistita” è la pratica che permette a una coppia sterile (o omosessuale, o single, laddove permesso) di diventare genitori grazie a un’altra donna che si fa carico della gravidanza fino al partoSeme e ovuli dei richiedenti (o, laddove è necessario, di donatori e donatrici) vengono fecondati in vitro e l’embrione viene poi impiantato nell’utero in affitto: la madre surrogata partorirà ma in nessun caso potrà essere riconosciuta come madre. A tutti gli effetti la madre legale è quella che ha trasmesso i geni, non quella che ha partorito. Con tutte le difficoltà del caso, perché a parte i piccoli nati negli Usa e in Canada la solfa per il riconoscimento è piuttosto macchinosa. 

Dove si può e costi

Le mete più garantite sono Canada e Stati Uniti: le madri surrogate sono ben pagate, assicurate e protette, i neonati nascono con cittadinanza e passaporto americani o canadesi e una volta rientrati in Italia, i genitori non devono affrontare i problemi penali per la trascrizione dei certificati di nascita rischiando accuse per il reato di alterazione di stato. E non solo perché “può intervenire anche il Tribunale per i minorenni che in questo caso apre una procedura per dichiarare lo stato di adottabilità del bambino” precisa l’avvocato Susanna Lollini, del Gruppo legale dell’associazione famiglie arcobaleno che si occupa di maternità assistita nello studio legale romano Menzione-Lollini. Difficoltà con cui fanno i conti le coppie che si rivolgono nelle più economiche (e discusse) cliniche in Russia, Ucraina, India, Armenia, Georgia e Cipro (dove però omosessuali e single sono quasi sempre esclusi). 

Turismo o esilio procreativo?

I prezzi oscillano dai 100mila euro (in su) negli States ai 25mila dell’India passando per i 30 e i 40mila necessari in Ucraina. Dal momento che in Italia la legge 40 del 2004 vieta espressamente l'utero in affitto, negli anni è fiorito quello che la letteratura ha battezzato “turismo procreativo”. Una definizione che fa infuriare l’avvocato Lollini: “significa non aver capito nulla della gravità del problema. Sarebbe più corretto e giusto parlare di 'esilio procreativo', perché del divertimento del turismo non ha proprio nulla”. Per avere la temperatura dell’angoscia che logora le coppie interessate basta farsi un giro nei forum dove si scambiano consigli con il cuore in mano, le lacrime in tasca e la paura di essere denunciati. 

La domanda

Se ne è parlato ora come se le coppie omosessuali (gay) fossero le uniche ad avere necessità di un utero in affitto per diventare genitori: falso. La maggior parte di chi si rivolge a madre surrogata è eterosessuale, all’ultima spiaggia, dopo diversi tentativi. Secondo un’indagine condotta da Quotidiano sanità nel 2011 su 39 centri attivi in 21 Paesi diversi, le coppie italiane che sono andate fino in fondo sono state circa 4mila. 

Le star

Il primo fu il re del pop, Michael Jackson mentre l’ultima star ad essersi affidata a una madre surrogata per diventare genitore è Tyra Banks. Quella che ha fatto più rumore è Elton John, padre di due figlie nate da madre surrogata insieme a suo marito, David Furnish. E con citare Nicole Kidman, Sarah Jessica Parker e Ellen Pompeo, Robert De Niro e Dennis Quaid, il cantante Ricky Martin e Miguel Bosè. Omosessuali, eterosessuali, persone, genitori. 

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