Allergia al sole: i sintomi e le cure

Diagnosticare e curare l'allergia solare

La forma più comune di allergia al sole (o fotoallergia), chiamata eruzione polimorfa solare, è una reazione allergica provocata dall'esposizione della pelle ai raggi ultravioletti del sole. Si tratta di un disturbo benigno che colpisce tra il 10 e il 20% della popolazione, soprattutto tra i 20 e i 40 anni. Quali sono i sintomi caratteristici e le cure possibili?

L'eruzione polimorfa solare è l'allergia al sole più comune.


Cosa sono le allergie al sole?

Le allergie al sole, o fotodermatosi, “sono un gruppo di patologie cutanee molto diverse tra loro, che hanno in comune il fatto di essere causate direttamente o aggravate dall'esposizione solare e/o dalla luce visibile”, spiega la Dott.ssa Agostina Legori, specialista in dermatologia. “Sono divise in quattro gruppi: quelle che coinvolgono il sistema immunitario, quelle causate da farmaci o prodotti chimici, quelle legate a disordini genetici e quelle che si aggravano con l'esposizione solare”, continua l'esperta. Circa la metà dei casi di fotodermatosi è legata al sistema immunitario; tra questi, quello più frequente è l'eruzione polimorfa solare (EPS).

I sintomi dell'eruzione polimorfa solare

In caso di allergia ai raggi UV del sole, la pelle si copre di macchie rosse o brufoletti (papule, vesciche...), principalmente sulle zone del corpo più esposte alla luce, come le spalle, le braccia, le gambe e il busto. La reazione allergica provoca anche una sensazione di prurito, di solito a partire dal décolleté. Le lesioni si manifestano dopo la prima esposizione al sole “e durano trai sette e i dieci giorni, e poi si risolvono, generalmente senza lasciare segni”, precisa la Dott.ssa Legori. Nei casi più gravi, però, il disturbo può ripresentarsi “ad ogni stagione”.

Diagnosticare e curare una allergia al sole

Il medico, dermatologo o allergologo, effettua la diagnosi dell'allergia solare attraverso un esame dermatologico. Di solito viene realizzato anche un fototest. Questo esame, effettuato solo nei centri specializzati, “consiste nell'esporre una determinata area della pelle a dosi crescenti di UVA e UVB”, spiega la Dott.ssa Legori; in questo modo vengono determinati quali sono “i raggi ultravioletti che scatenano la crisi”, e si procede con una terapia ad hoc. “Nella fase acuta si utilizzano i corticosteroidi, sia locali che per via sistemica, e gli antistaminici per via orale se il prurito è forte”, continua la specialista. 


Anche la prevenzione è importante. Innanzitutto, per evitare o ridurre il rischio di reazioni allergiche, è essenziale esporre la pelle al sole in maniera graduale e ragionevole, per esempio evitando le ore più calde della giornata (12-16). È necessario inoltre applicare una crema solare ad alto schermo protettivo. Infine, alcuni integratori alimentari, come il betacarotene, associati al selenio e alle vitamine C ed E, sono indicati per migliorare le capacità auto-protettive della pelle. “Nei casi più gravi si effettuano delle terapie desensibilizzanti, come la fototerapia o la fotochemioterapia preventiva, con esposizioni graduali ai raggi UV”, aggiunge la Dott.ssa Legori.

Allergie solari più rare

Esistono altre forme di allergia al sole “abbastanza rare”, nota la Dott.ssa Legori. Si tratta della “dermatite cronica attinica, che predomina negli anziani; della prurigo attinica, che colpisce gli adolescenti; dell'hydroa vacciniforme o estiva, che si manifesta nei bambini e negli adolescenti, e infine dell'orticaria solare”.

Da ricordare:

Nel 50% dei casi di fotodermatosi, l'allergia è provocata da una reazione del sistema immunitario. Per risolvere il problema è importante rivolgersi a un medico, ma anche fare attenzione alla prevenzione, limitando l'esposizione al sole e applicando una crema ad alta protezione.

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