Helicobacter pylori cura, cause e diagnosi

Helicobacter pylori cura, ma anche causa e metodi di diagnosi. Ecco quello che è importante sapere, per riconoscerlo e combatterlo.

Helicobacter pylori cura, causa e diagnosi. Conoscere per guarire.

Helicobacter pylori cura, cause, perché si trasmette e quali sono i rischi ad esso connessi? A 30 anni e passa dalla sua identificazione, si sa di più di questo batterio, per combatterlo e soprattutto per identificarlo.

Helicobacter pylori: chi colpisce?

La risposta in realtà è: molte più persone di quelle che ci si aspetterebbe. Secondo le statistiche degli esperti, addirittura la metà della popolazione mondiale, anche se le cure e la prevenzione stanno portando ad una diminuzione nei paesi occidentali. Viceversa, purtroppo, essendo la trasmissione prevalente per via oro-fecale e oro-orale, scarse condizioni igieniche e stati di povertà e sovraffollamento favoriscono la diffusione nei paesi in via di sviluppo. 

Come si diffonde?

La principale via di diffusione è tramite alimenti, soprattutto verdura, contaminati da feci umane e non adeguatamente lavati, oppure tramite la condivisione di bevande. La trasmissione via bacio, invece, e quella sessuale, o tramite trasfusione (o comunque sangue) non sarebbe invece rilevante. Facile il contagio in età infantile mentre più raro contrarre l'infezione da adulti.

Quali sono i rischi?

In quasi otto casi su dieci, i pazienti sono asintomatici, al massimo mostrano pochi sintomi simili ad una leggera gastrite cronica. Nei restanti invece si hanno dolori e bruciori, nausea, eruttazioni, reflusso. Sintomi che peggiorano sia dopo i pasti sia in seguito all'assunzione di antiacidi. Purtroppo aumenta anche in maniera sensibile il rischio di contrarre il cancro allo stomaco. Questo avviene in una minoranza di casi, nei quali si ha una formazione ulcerosa che può degenerare in tumore.

Come si diagnostica?

Ci sono test più e meno invasivi. Da un parte c'è l'Urea Breath Test o UBT, simile a quello che determina l'intolleranza al lattosio. Oppure con un esame delle feci, che però può dare dei falsi negativi, anche se in percentuali molto basse. Più invasiva è la gastroscopia con biopsia dello stomaco, che permette al medico di conoscere anche lo stato della mucosa gastrica. Ovviamente sarà lo specialista a decidere, a seconda dei casi, quale è più adatto al paziente.

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